[url=https://www.facebook.com/video.php?v=404283753084285]Qui [/url]il video dell'intervento. "SE ORA NOI SIAMO A QUESTO PUNTO DI DESTABILIZZAZIONE A LIVELLO INTERNAZIONALE, DOBBIAMO SOLO GUARDARCI ALLO SPECCHIO PERCHE' E' LI' CHE SI TROVA IL COLPEVOLE" di Paolo Bernini Questo è il mio discorso in dichiarazione di voto sulla proroga delle missioni internazionali. Colleghi, Colleghe, Presidente, Questo Decreto missioni prorogherà le missioni internazionali che proprio missioni non sono ma sono azioni per difendere gli interessi strategici ed economici italiani all’estero per un costo complessivo di quasi 1 miliardo di euro. Queste azioni militari che l’Italia esercita all’estero sono occupazioni di territorio condizionate dall’influenza degli Stati Uniti sul nostro Paese. Questo decreto dimostra quanto gli Usa siano influenti nell’attuazione della politica estera e militare italiana. In poche parole l’italia continua ad essere una Colonia degli Stati Uniti e pensare che l’America dopo essere stata scoperta dai vikinghi fu riscoperta da un italiano e ora sono gli italiani i sudditi di una terra scoperta da un nostro connazionale. I paradossi della vita. [...] Con un mio intervento dell’11 settembre 2013 sulla mozione per impedire l’invasione della Siria da parte dell’Italia avevo avvertito il parlamento sul pericolo ISIS esattamente con queste parole che però rimasero inascoltate. A inizio settimana, del settembre 2013, avevamo incontrato una rappresentante del partito Curdo della Turchia che ci ha raccontato che Aleppo (città siriana vicino a nord della Turchia) è sotto controllo dei ribelli e tra questi ribelli ci sono ex comandati e generali dell’esercito siriano di Assad che conoscono molto bene la zona e sanno dove si trovano le armi convenzionali e chimiche, che hanno utilizzato per depredare la città inoltre abbiamo avuto accesso a una serie di documenti raccolti dall’YPG (unità di difesa popolare curda) nella zona del Kurdistan Siriano in cui i cosidetti ribelli attaccano con il supporto di potenze straniere in particolare quella della Turchia. I documenti sequestrati comprendono un certo numero di passaporti e carte d’identità tra cui quelli di americani, egiziani, tunisini e cittadini del Bahrein. Questa documentazione è emersa dopo aver perquisito le sedi centrali dei gruppi Islamic State Of Iraq e cioè ISIS e il Fronte Al Nusara affiliato ad Al Qaeda. Tutto ciò accadeva nel 2013 quando ancora l’ISIS non faceva paura ma era finaziata e supportata da noi e soprattutto era stata creata dagli Stati Uniti per far cadere Assad. Come tutte le vicende che ci hanno portato a invadere territori esteri queste vanno a far parte della Teoria delle coincidenze come ad esempio l’11 Settembre, dove ad attaccare gli USA non furono 2 aerei come pensano la maggior parte delle persone ma 4 e non furono distrutti 2 edifici ma bensì 4, uno in particolare che desta qualche perplessità il WT7 che era un edificio, di fianco alle torri gemelle di quasi 50 piani che crollo su se stesso diverse ore dopo la caduta delle due torri senza che nessun aereo lo colpisse, per non parlare dell’aereo che attacco il Pentagono del quale non c’è un solo filmato a prova della teoria ufficiale nonostante ci siano quasi 100 telecamere di sicurezza e il Pentagono sia una delle zone più video sorvegliate al mondo. La versione ufficiale di quell’evento è stata smentita da tutti i punti di vista non dal sottoscritto ma dalle associazioni dei famigliari delle vittime dell’11 settembre e da più di 2000 ingegneri e architetti che lavorano per scopire la verità su quello che è accaduto veramente e che chiedono una nuova indagine trasparente e legale su l'undici settembre. La verità probabilmente non la sapremo mai, ma sicuramente è molto diversa da quella che i media mainstream ci raccontano, in questo caso si può dire che: Tutto quello che sai è falso e detta all’americana IT WAS AN INSIDE JOB. Tutto questo poi portò all’invasione dell’Afghanistan dove con questo decreto missioni continuiamo a finanziare, lì non esiste nessuna missione di pace e nessuna esportazione di democrazia. In Afghanistan si gioca una delle partite strategiche più importanti dal dopoguerra ad oggi, una partita che delineerà nei prossimi 20 anni lo sfruttamento e la distribuzione di una grandissima parte di riserve di idrocarburi nel mondo in mano alle compagnie petrolifere occidentali. Al centro della partita ci sono due lunghi serpenti d'acciaio che dovrebbero tagliare in due l'Afghanistan. In uno, viaggeranno ogni giorno un milione di barili di greggio proveniente dai giacimenti dell'ex URSS, nel secondo correrà il gas che sgorga dai giacimenti di Dauletabad in Turkmenistan. Due arterie strategiche per rendere accessibile alle grandi compagnie petrolifere americane le immense riserve di idrocarburi dell'Asia centrale. Questa “unica soluzione” rappresentata dal passaggio in Afghanistan, è dovuta all’impossibilità, per gli USA, di passare per un Paese storicamente nemico come l’IRAN, e di costruire 5000km di oleodotto passando dalla Cina centrale, per poter assicurarsi le riserve energetiche del futuro, provenienti dai Paesi del Mar Caspio. In Afghanistan siamo andati per stanare il famigerato Osama Bin Laden: una caccia all’uomo durata 10 anni per poi infine arrivare a scoprire che è stato ucciso in Pakistan...e caso strano sono morti quasi tutti i militari che hanno fatto parte di quell’operazione . E questo lo dice un articolo del Corriere della sera del 31 Marzo 2013, dove viene detto che erano 25 i membri del «Team Six» dei Navy Seal che nel maggio 2011 , vicino a Islamabad, entrarono nel bunker dello sceicco del terrore Osama Bin Laden e lo uccisero. Adesso in vita ce ne sarebbero soltanto due. Dopo il tragico incidente di elicottero che uccise 22 membri di quella squadra, nell'agosto dello stesso anno, infatti, un altro marine del «Team Six» è morto durante un'esercitazione. Ma sull’Afghanistan possiamo continuare il racconto. Possiamo infatti notare come l’esportazione della democrazia abbiamo di fatto aumentato la coltivazione dei papaveri da oppio e il conseguente commercio di eroina nel Mondo. "L’eroina afgana ha ucciso più di un milione di persone in tutto il mondo da quando è cominciata l’operazione ‘Enduring Freedom’, e più di un trilione di dollari provenienti dalla vendita di droga sono stati investiti nella criminalità organizzata transnazionale", ha rivelato Viktor Ivanov ad una conferenza sulla situazione della droga in Afghanistan. Ivanov ha sottolineato che il principale fattore d’instabilità nel paese devastato dalla guerra rimane la prospera industria dell’eroina. “Ogni osservatore imparziale deve ammettere il triste fatto che la comunità internazionale non è riuscita a frenare la produzione di eroina in Afghanistan dall’inizio delle operazioni della NATO”. Nel suo intervento alla 56ª sessione della Commissione sugli Stupefacenti presso le Nazioni Unite a Vienna, l’11 marzo, ha affermato che la produzione di oppio è aumentata del 18 per cento, da 131.000 a 154.000 ettari. La produzione di oppio è stata fondamentale per l’economia dell’Afghanistan da quando gli USA e la NATO l’hanno invaso nell’ottobre 2001. Poco prima dell’invasione, i talebani avevano promulgato il divieto di coltivazione del papavero da oppio, dichiarandolo contrario alle regole islamiche, diminuendone la produzione complessiva . Ma in seguito al coinvolgimento dell’Occidente, la produzione è ripresa, e ora il paese produce circa il 90 per cento dell’oppio mondiale, la maggior parte del quale finisce in Europa e in Russia. E poi vi ricordate che siamo andati anche in IRAQ? Abbiamo investito soldi pubblici per andare a combattere la guerra contro le famigerate armi chimiche di Saddam … mai trovate ... ed invece di trovar armi chimiche però abbiamo bombardato e hanno bombardato CON IL FOSFORO BIANCO. Spostandoci in Iraq c’è da notare che La strage di Falluja è rimasta impunita, ma dai documenti emersi sappiamo bene come è stata esportata la democrazia in quei luoghi, in quella città! Il governo italiano, pur essendo in missione di pace in quei luoghi, non ha mai condannato quelle barbarie, ovvero l’uso di armi chimiche da parte di chi denunciava di volerle eliminare, da parte di chi sosteneva che quelle armi fossero in possesso del nemico, da parte di chi ha scatenato una guerra ben sapendo,, come poi emerso, che non c’erano! E l’Italia si è resa complice, con la missione in IRAQ, di questi crimini di guerra, appoggiando l’occupazione dell’IRAQ con le proprie truppe. E anche questa volta, il vero scopo qual’era? Le fonti energetiche, il petrolio! E ad oggi, dopo esser venuti a sapere che i nostri alleati americani avevano preso in giro noi e tutto il mondo sulle armi chimiche in possesso di Saddam, che poi sono stati loro stessi ad utilizzare contro i civili……. siamo ancora qui a voler rifinanziare missioni chiamate di pace, ma che in realtà sono di occupazione?!?! Ed oggi cosa rimane a Falluja?...oltre ad una città fantasma? Rimane la contaminazione del suolo dovuto all’uso di quelle armi che, come documentato, crea malformazioni nei neonati. Sta succedendo esattamente quello che è successo in Vietnam dopo l’uso di armi chimiche come il NAPALM e “l’agente arancio”, che è un defoliante che fu irrorato dagli aerei su tutto il Vietnam del Sud, tra il 1961 e il 1971, durante la Guerra del Vietnam. L’impiego militare ufficiale era finalizzato alla rimozione delle foglie degli alberi così da privare i VietCong della copertura del manto vegetale. L’erbicida produceva delle diossine altamente tossiche. Agli erbicidi si sommava la contaminazione con TCDD ritenute responsabili di malattie e difetti alla nascita sia nella popolazione vietnamita che nei veterani di guerra statunitensi. Si stima che circa 2.100.000-4.800.000 vietnamiti furono presenti durante l’irrorazione dell’Agente Arancio e di altri erbicidi; ancora oggi buona parte della popolazione continua ad essere esposta al contatto con l’ambiente o con il cibo contaminato, così come numerosi sono i figli delle persone esposte che ora soffrono di malattie e malformazioni. Le vittime civili sono solo una parte di queste guerre combattute per motivi economici. Paesi distrutti che poi sono stati occupati militarmente, e a cui è stato dato il nome, a queste occupazioni, di missioni di pace. In queste missioni di pace, sono morti decine e decine di militari italiani: dal 2000 ad oggi abbiamo perso i nostri militari in missioni come il Kosovo, l’Iraq, l’Afghanistan, Libano e Bosnia Erzegovina. Volete continuare così? La pace non si raggiunge con le armi e la forza, ma con il dialogo. E se ora noi siamo a questo livello di destabilizzazione a livello internazionale dobbiamo solo guardarci allo specchio perchè è lì che si trova il colpevole.