[img align=right]library/volber1.jpg[/img] [b]IL VERO VOLTO DI BERLUSCONI[/b]
(Vedi anche: Come funzionava il "trucco delle tre carte" della Gasparri, di Swe)
[b]di Massimo Mazzucco[/b] 17.12.03 - Silvio Berlusconi ha dovuto calare la maschera. Era l’ultima che gli rimaneva, quella del finto rispetto per l’unica persona che ancora restava al di sopra di lui: il Presidente della Repubblica. Perchè le altre maschere, lungo il percorso, le aveva già calate tutte, una dopo l’altra, con sempre maggior precipitazione e sempre minor ritegno. La prima era stata quella del buon padre di famiglia che aveva promesso ai suoi 50 milioni di bambini di mettere a posto la nostra casetta un pò disastrata: appena eletto invece, ha annunciato che l’Italia non si governa come tutte le altre casette del mondo - cioè con tutta la complessità che una nazione in sè può comportare – ma come una semplice e comunissima industria, di biscotti piuttosto che non di peperoni, di cui ovviamente lui è capo e padrone assoluto. Poi è stato il momento di Ruggeri. Il prezioso ministro degli esteri, praticamemte imposto da Agnelli... ... (“distrugga pure tutto in Italia – avrà pensato l’Avvocato - ma all’estero i rapporti vanno tenuti buoni”), che è stato silurato con una rudezza pari solo alla presunzione che ne è subito seguita: quella di fare lui il ministro degli esteri. Ad interim, ovviamente, ma nemmeno poi tanto. Toccò quindi alla maschera dell’eguaglianza fra gli uomini di tutto il mondo. Appena smossa un pò quella, abbiamo subito scoperto, noi occidentali, di essere superiori a tutti gli altri, e di vivere circondati da orde di barbari infedeli, retrivi e puzzolenti, che venerano un falso dio, e che andrebbero lasciati marcire là dove stanno, perchè mettono i bastoni fra le ruote del nostro “progresso”. Il rispetto delle sovranità nazionali ha fatto più o meno la stessa fine, poco dopo, quando l’appoggio politico e militare all’ invasione armata di una nazione sovrana da parte di un’altra diventava un ”esperimento paradigmatico di esportazione della democrazia.” Arriviamo quindi alla maschera di tutte le maschere. Arrivato a Strasburgo in qualità di presidente dell’Unione Europea - incipriato, ingessato ed impettito come un superman da baraccone - ci ha messo circa venti secondi a dimenticarsi dove si trovasse, e si è fatto scappare una battuta da bar di cui vergognarsi, come italiani, per almeno sette generazioni a venire. Non contento della birichinata, ha pure promesso di scusarsi pubblicamente, ma una volta rientrato in Italia ha appoggiato la mano sinistra al gomito destro dicendo: “Col cazzo che mi scuso, io. Tiè, venitemi a prendere se ci riuscite.” E così, galoppando sereno da un voltafaccia all’ altro, da una gaffe all’altra, da una ritrattazione all’altra, si apprestava a godersi in santa pace le vacanze di Natale, quando quel maledetto là sul colle si è ricordato di colpo che abbiamo una costituzione da rispettare. Pizzicato col sorcio in bocca – dal capo dello stato in persona - cosa fai? Chini la testa e fai il compunto, no? Taci e acconsenti, no? Chiedi scusa e dici non lo faccio più, no? Macchè! “Non c’è vulnus”, ha detto lui. Che sarebbe come dire, tradotto nel comune linguaggio adolescenziale: “Non mi hai fatto nienteeee, faccia di serpenteee...” Ecco, signori, ora è veramente lui. Ora lo vedete in tutto il suo splendore: questo è il capo del nostro governo. Questo è l’uomo che noi italiani, in una democratica e regolarissima elezione, abbiamo eletto affinchè faccia i nostri interessi al meglio delle sue possibilità: un monello di otto anni, ingordo, vanesio e prepotente, con venti, trenta o quaranta maschere da adulto pressate maldestramente sul volto una sull’altra. Per fortuna che anche l’ultima è finalmente caduta. Massimo Mazzucco