[img align=right]library/mary-o.jpg[/img]LA VERA STORIA: PERCHÈ LA MARIJUANA FU PROIBITA di Massimo Mazzucco La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell'umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall'Equatore alla Scandinavia, ha proprietà curative enormi, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di primissima qualità (digeribilissimo), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del 1900, circa l'80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l'umanità abbia mai fatto uso. E poi, cosa è successo? E' successo che all'inizio di quel secolo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell'agricultura, e di questo sorpasso... ... la cannabis è stata certamente la vittima più illustre. I nascenti gruppi industriali americani puntavano allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul suo terreno, questo avversario potentissimo, e si unirono così a formare un'alleanza per cercare di eliminarlo alla radice. L'unica soluzione radicale, ovviamente, era la messa al bando totale. L’illegalità. Partì quindi un'opera di demonizzazione rapida ed efficace ("droga del diavolo", "erba maledetta" ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni città d’America. Hollywood si prestò subito alla manovra, ed uscì una serie di film (v. foto: "Assassina di giovinezza") dello stesso tenore. Lo ”scandalo” montò presto (non c’era, allora, la controinformazione!), e di lì a far varare una legge che rendesse la cannabis illegale fu un gioco da ragazzi. Anche perchè tre quarti dei senatori che votarono il famoso "Marijuana Tax Act" del 1937 (tutt'ora in vigore), non avevano la minima idea che la marijuana - nome coniato per l'occasione proprio da Hearst - e la cannabis fossero la stessa cosa! E così, mentre i poveracci che avevano voglia di farsi una canna cominciavano a doversi nascondere dappertutto, Dupont inondava il mercato con le sue fibre sintetiche (nylon soprattutto), le automobili si indirizzavano definitivamente all'uso del motore a benzina (il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale), e Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica, dal cui legno trasse in pochissimo tempo carta sufficiente per mettere in ginocchio l'intera concorrenza. Al coro di benefattori si univa presto la Philip Morris (consorzio tabaccai), che generosamente si offriva di porre rimedio all’improvviso “vuoto di mercato” con un prodotto cento volte più dannoso della cannabis stessa. E le "multinazionali" di oggi, che influenzano fortemente (è solo un eufemismo) i governi mondiali, non sono che le discendenti dirette di questa storica alleanza nata negli anni '30. (Nel caso qualcuno si domandasse perchè mai la c. non viene ancora legalizzata, nemmeno per uso medico). * NOTA. La cannabis è circa quattro volte più morbida del cotone, quattro volte più calda, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, dura infinitamente di più, ha proprietà ignifughe, e non necessita di alcun pesticida per la coltivazione. Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampa circa un decimo. Abbiamo fatto l'affare del secolo.