Interessante intervista di Claudio Messora a Pierluigi Fagan sulla complessità del mondo nei prossimi 30 anni. (In particolare, nei primi 20 minuti parla dei nuovi equilibri geopolitici mondiali, intorno al min. 21 parla dell'Italia, al min. 25 dell'Europa e dell'impossibilità di unificare 27 stati, al min. 35 dell'Africa e del peso che avrà il suo sviluppo sul futuro dell'Europa, dal min. 40 del problema della sovrappopolazione).

Verso un mondo multipolare: il gioco dei giochi nell’era Trump” è il libro in cui Pierluigi Fagan, studioso della complessità, prende in analisi i mutamenti geopolitici, militari, energetici, ambientali, demografici, culturali, religiosi, economici e finanziari della nostra era e il mutato grado di interdipendenza tra i paesi. Un mondo che è passato in poco più di un secolo dall’ospitare un miliardo e mezzo di persone ad ospitarne sette miliardi. Tra venti o trent’anni saremo 10 miliardi. Veniamo da un sistema bipolare (Usa – Russia, nell’epoca della guerra fredda), cui è seguito un periodo monopolare, dominato esclusivamente dagli Stati Uniti d’America.

Il mondo, dalla fine del diciannovesimo secolo ad oggi (la fase in cui è stato più interconnesso), ha vissuto ordini caratterizzati o da un unico polo dominante, oppure da due poli. Adesso i giocatori seduti al tavolo di gioco aumenteranno: giochi militari, giochi di guerra, proxy wars, conflitti come quello tra gli Stati Uniti e la Cina, conflitti culturali e religiosi.  Come governare tutto questo, nel momento in cui la globalizzazione segna il passo?

Un’analisi interessante, cui potete essere introdotti nella lunga intervista di Pierluigi Fagan a Claudio Messora (qui il video) per non fermarsi alla semplificazione dei demagoghi e imparare a governare i processi che presto potrebbero portare la Cina in vetta al potere economico-politico, seguita dagli Stati Uniti e dall’India, con attori di seconda fascia importanti come Sud Corea, Pakistan, Iran, Egitto, Nigeria, Sud Africa, Brasile… Un gioco molto più complicato rispetto al passato, al quale si aggiungono miliardi di giovani africani che si misureranno con poche centinaia di milioni di europei. E’ l’era della complessità: è il gioco dei giochi, nell’era Trump.

Fonte Byoblu