Dopodomani i cittadini islandesi andranno al voto per eleggere il nuovo Parlamento. Stando ai sondaggi si prevede una clamorosa vittoria del partito dei Pirati (si chiamano proprio così), un partito che sino a quattro anni fa non esisteva nemmeno. Fondato dall'attivista Birgitta Jónsdóttir come "costola" dell'omonimo partito svedese, all'inizio il partito dei Pirati era poco più di una start-up nata in Internet, che voleva combattere le leggi internazionali sul copyright digitale. Ma quando il primo ministro islandese è saltato sulla mina dei Panama Papers (aveva delle società offshore intestate alla moglie, e ha dovuto dimettersi), il partito dei Pirati ha cavalcato lo sdegno nazionale, diventando rapidamente una formazione con un importante peso politico.

E ora rischiano addirittura di vincere le elezioni (i sondaggi li danno al 22%). Non raggiungeranno probabilmente la maggioranza assoluta in Parlamento, ma l'establishment politico da oggi in poi dovrà fare i conti con loro, per continuare a governare.

I Pirati si definiscono "né di destra né di sinistra" (vi ricorda qualcuno?), e siccome sostengono di voler combattere corruzione e malgoverno, i media occidentali si sono affrettati ad appiccicargli l'etichetta universale di "populisti", molto bravi a protestare ma molto meno bravi a fare proposte.

In realtà, se andiamo a guardare il loro "manifesto elettorale", qualche ideuzza sembrano avercela anche loro.

Ad esempio:

I Pirati sostengono che sia necessario formulare una nuova costituzione a) per poter nazionalizzare le risorse naturali del proprio paese, b) per istituire un nuovo sistema di democrazia diretta (tramite Internet), c) per rafforzare la protezione dei diritti civili dei cittadini (soprattutto il diritto completo alla sanità gratuita), d) per fare in modo che i politici eletti debbano rispondere direttamente ai cittadini delle proprie azioni (tramite trasparenza delle loro scelte, verificabili in rete).

"Vogliamo aumentare drasticamente - recita il manifesto - l'accesso pubblico all'informazione che riguarda le decisioni prese dal governo. Possiamo ricostruire la fiducia nelle istituzioni rendendo più facile per la popolazione il controllo su coloro che governano, in modo da individuare più facilmente la corruzione".

"Una efficace supervisione pubblica delle attività governative - prosegue il manifesto - richiede che i cittadini siano liberi di esprimere il proprio parere senza dover temere nelle conseguenze negative. Vogliamo che l'Islanda faccia da battistrada per quel che riguarda la protezione della libertà di espressione e della libertà d'informazione. E' anche necessario ed urgente assicurarsi che il governo rispetti il diritto alla privacy dei suoi cittadini, sia on-line che off-line. Un passo importante in quella direzione sarebbe l'abolizione delle leggi sulla conservazione dei dati e delle leggi che permettono al governo e alle società private di raccogliere e rivendere informazioni personali sui singoli individui".

I Pirati inoltre voglio rassicurare una giusta distribuzione fra tutti i cittadini delle entrate sulle risorse naturali, facendo pagare alle grosse industrie un prezzo molto maggiore per l'utilizzo di tali risorse (soprattutto quelle energetiche).

Sul fronte della salute, i Pirati vogliono assicurare che ci siano cure mediche e medicinali disponibili gratuitamente per tutti, comprese le cure per i denti e le cure per le malattie mentali. Vogliono anche che sia garantita a tutti una chiara libertà di scelta per tutto ciò che riguarda la propria salute (Vaxxed anyone?). La parola "autodeterminazione" compare ripetutamente nel loro manifesto.

Insomma, sembra che questi Pirati siano qualcosina di più di quattro stupidini che si limitano ad indossare la maschera di "V for Vendetta" ogni 5 di novembre.

Massimo Mazzucco