di Anna M.

Il 13 Febbraio 2005, in un convento di clausura di Coimbra in Portogallo, è morta Suor Lucia. Con lei se n'è andato l’ultimo dei tre pastorelli di Fatima, la persona che per quasi un secolo è stata la depositaria dei tre segreti che la Madonna le affidò nelle apparizioni della Cova da Iria, e che lei in seguito mise per iscritto e consegnò alla Chiesa.

Tre misteri, o segreti, o meglio un unico mistero, diviso in tre parti. Ma andiamo con ordine, poichè è dalla stessa cronologia che nascono le nubi maggiori che si addensano sulla credibilità dell'intera vicenda.

Il 13 maggio 1917, in località Cova da Ira, diocesi di Fatima, Portogallo, tre pastorelli, Lucia dos Santos, Francesco Marto e Giacinta Marto, rispettivamente 10, 9 e 7 anni, stanno facendo pascolare le pecore, quando improvvisamente vedono la Madonna.

La notizia supera immediatamente i confini del Portogallo, e si sparge in un lampo in tutta Europa, al punto che quello di Fatima sarebbe poi diventato, secondo la Chiesa, il “miracolo” più importante del Ventesimo secolo.

In Portogallo si era appena conclusa una rivoluzione che aveva lasciato il paese senza guida politica, ed in balia ad una futura serie di golpes militari, fino al 1926. Al tempo del miracolo il paese era quindi alla deriva, sia economica che politica, all'interno di un Europa dilaniata dalla Guerra Mondiale, e politicamente indirizzata sempre più a destra. All’est nel frattempo, silenzioso ma incombente, si andava delineando il fantasma della Rivoluzione Bolscevica.

Per la Chiesa, che già appoggiava politicamente la destra, le apparizioni di Fatima divennero quindi l'ideale catalizzatore, religioso e sociale, contro l'incalzante comunismo ateo e materialista.

Ma la cosa curiosa è che, mentre oggi conosciamo con precisione il contenuto dei tre segreti, sarebbero dovuti passare vent'anni tondi dall'apparizione nella grotta perche i primi due venissero rivelati al mondo. Ed avremmo dovuto attendere addirittura il 13 maggio del 2000 per conoscere, da Papa Wojtyla, i contenuti del terzo.

Infatti Suor Lucia, ai tempi analfabeta, non avrebbe mai messo per iscritto i primi due segreti fino al 1937, attendendo addirittura il 1944 per fare la stessa cosa con il terzo.

Forse in preda a crisi di mutismo mistico - Suor Lucia entrò giovanissima in clausura - forse per altri motivi che non conosciamo, pare che non sia stato possibile chiederle prima, almeno a voce, cosa la Madonnna avesse detto, per farlo intanto mettere per iscritto da un qualunque chierichetto di passaggio. Se infatti fosse morta per qualunque motivo, prima del '37, noi di quelle profezie non ne avremmo conosciuta nemmeno una.

Ma anche quando si decise a mettere per iscritto il terzo messaggio, nel '44, le cose non si rivelarono facili per chi sperava di conoscerne il contenuto. Suor Lucia fece infatti sapere subito che la Madonna stessa le aveva chiesto che non fosse reso noto prima del 1960. Per ben quindici anni, quindi, Papa Pacelli, Pio XII, avrebbe vissuto, per sua stessa ammissione, con la fatidica busta sul caminetto, senza mai poterla aprire. Egli infatti morì nel '59, e toccò quindi a Giovanni XXIII, suo successore, aprire la fatidica busta. Gliela consegnò ufficialmente il Cardinale Ottaviani, ma anche lì, ciò che accadde quel giorno lo avremmo saputo solo sette anni dopo, nel 1967. Papa Giovanni a quel punto era gia morto da 4 anni.

"Il papa aprì e lesse - dichiarò allora Ottaviani - E benché il testo fosse scritto in portoghese, mi ha detto in seguito di averlo capito tutto. Poi ha rimesso lui stesso il segreto in un altro plico, lo ha sigillato e lo ha deposto in uno di quegli archivi che sono come un pozzo profondo, nero, nero, che accolgono nel loro fondo i documenti, per cui nessuno può più vederli."

Paolo VI a sua volta si spaventò moltissimo per il contenuto della busta, Papa Luciani morì troppo presto per potersene occupare, e tocco quindi a Woiytila, all'alba del nuovo millennio, di rivelare finalmente il contenuto che per quasi un secolo era stato celato agli occhi del mondo.

Ma quando lo si lesse, la delusione fu totale. Il "terzo segreto" non conteneva assolutamente nulla che non potesse essere rivelato prima, e volerci vedere la descrizione dell’attentato a papa Wojtyla, da parte di Ali Agca, comportò per chiunque delle serie acrobazie di immaginazione.

Anche i primi due misteri, rivelati nel 37, in realtà lasciarono delusi.

Il primo riguardava la fine della prima guerra mondiale (avvenuta 20 anni prima) e l'inizio della seconda (che ormai incombeva); il secondo trattava invece dell’ascesa dell’Unione Sovietica come potenza mondiale atea (che era ormai avvenuta). Si trattava quindi, più che di premonizioni, di post-monizioni.

Una parte del secondo segreto parlava poi di persecuzioni contro la chiesa, e della successiva riconversione cattolica dell’Urss, dopo il crollo del sistema comunista, che sarebbe stato sconfitto solo attraverso la consacrazione al cuore di Maria. L'ultima parte di questa profezia invece non si avverò mai. Anche dopo la caduta del muro, in Russia il cattolicesimo rimane una religione irrilevante. Inoltre il comunismo in realtà non è finito, poichè rimane attrivo in diverse parti del mondo.

A parziale giustificazione di questo "flop", bisogna dire che quando mise per iscritto i misteri, nel '37 e nel '44, Suor Lucia dovette chiaramente affidarsi alla memoria. E noi sappiamo che la nostra mente ricordando fatti del nostro passato non vede delle immagini in successione, come un album di fotografie, ma piuttosto tende a costruire il ricordo attorno ad una immagine, e più il tempo passa e più il ricordo è costruito su quello che riusciamo a ricordare .

Quindi il ricordo è una costruzione dei fatti accaduti e non già una ricostruzione. E Lucia era segregata in un convento di clausura, ed aveva come referenti solo persone del clero, risultando quindi fortemente condizionata circa la ricostruzione dei fatti. Dice in tal proposito Umberto Eco: "Lucia non ha scritto quel testo da piccina analfabeta, quando i fatti accaddero, ma bensì da persona adulta (1944) e da monaca, e ciò che ha scritto è intessuto di citazioni riconoscibilissime dall’Apocalisse di San Giovanni. Quindi ciascun veggente vede solo ciò che la sua cultura gli ha insegnato."

Ma comunque si sia arrivati alla definizione di questi misteri, sta di fatto che la Madonna di Fatima divenne per lunghissimo tempo il simbolo delle crociate antibolsceviche, fu arma del colonialismo portoghese in Africa, e fu motivazione ideologica per le dittature di destra iberiche. Più tardi si arrivò persino ad affermare che il terzo mistero contenesse la maledizione della Madonna contro la Cina e Cuba. Un “segreto celeste” usato come deterrente politico per quasi un secolo.

Il Teologo Enzo Bianchi dice “un Dio che abbia fatto una profezia sulla persecuzione dei cristiani in questo secolo dimenticando la Shoà, con la morte di sei milioni di ebrei, è un Dio che non esiste”. Molti, quindi, i pareri contrastanti attorno all’origine e ai contenuti del mistero di Fatima.

Nell’era della multi medialità della telecomunicazione, dei satelliti e dei computer, in questo nostro tempo dove sempre meno pastorelli portano a pascolare le pecore (e se ci sono sono quasi sicuramente extracomunitari), dobbiamo ancora accettare miracoli così eclatanti da tenere “in ansia” sulle sorti dell’umanità per un intero secolo? O ci dobbiamo aspettare nuove apparizioni celesti che mettano in guardia il mondo dal pericolo….. che ne so.. dell’Islam per esempio? Speriamo che in Cielo siano tutto impegnati.

Anna M. (Diva)

Articolo originale del 2005