LA MULTINAZIONALE DELL'INCENSO, E LA STRANA MORTE DEL PRETE PEDOFILO

25.08.03 - Centotrenta ragazzini molestati nel corso di una irripetibile carriera, con la complicità di vescovi e cardinali dell'arcidiocesi di Boston, che continuavano a rimpallarselo di parrocchia in parrocchia invece di mandarlo a casa una volta per tutte. Avanti tranquilli a calpestare anime (e corpi), purchè "non si sapesse".

Quando poi alla fine il bubbone è scoppiato lo stesso, si è anche capito il perchè: padre Geoghan non era un caso isolato, ma la punta dell'iceberg di una tale ragnatela di perversioni e coperture da far sembrare l'inferno la Saint-Tropez dell'aldilà.

I miloni di dollari che la Chiesa cattolica va esborsando da due anni a questa parte, per mettere a tacere le centinaia di cause che le piovono addosso da ogni dove, la stanno mettendo letteralmente in ginocchio, con tensioni interne (fra diocesi e diocesi, e fra queste e Roma), non difficili da immaginare.

Ma finora in galera, condannato a nove anni senza possibilità di sconti, c' era finito solo lui, e questo forse, per chi sapeva sicuramente molte cose di questo putrido universo, non gli era mai andato giù fino in fondo.

Certo, non è bello sospettare che padre Geoghan sia stato ucciso "per ordini superiori", ma è ancora meno bello fingere di credere alla versione ufficiale, dopo averla letta, pur di non doverlo fare.

Eccola infatti (New York Times, 25 Agosto 2003), per bocca di Robert Brouillette, il portavoce della Massachusetts Correction Officers Federated Union.

L'omicidio sarebbe avvenuto subito dopo il rientro dalla mensa dei carcerati.

Joseph Druce, 37, a convicted murderer, slipped unnoticed into Mr. Geoghan's cell in the prison's protective-custody wing shortly before the guard on duty shut the large steel doors to each cell using a touch-screen computer.

Joseph Druce (di 37 anni, condannato per assassinio) si è furtivamente introdotto nella cella di Geoghan [al momento di rientrare dalla mensa], nell'ala di custodia protettiva [massima sicurezza] della prigione, un'attimo prima che la guardia incaricata chiudesse le pesanti porte d'acciaio con un comando sullo schermo "touch-screen" del suo computer.

There are usually two officers assigned to the high-security area where the two men were kept, but one officer was away from the area at the time.

Vi sono di solito due guardie assegnate all'area di massima sicurezza in cui i due erano detenuti, ma in quel momento una si era assentata dalla zona.

Mr. Druce bound and gagged Mr. Geoghan with bedsheets or clothing, then used some sort of material and a shoe or sneaker to fashion a crude garrote, which he tightened around Mr. Geoghan's neck.

Mr. Druce ha legato e imbavagliato Geoghan con lenzuola o vestiario, poi ha usato un qualche materiale e una scarpa, forse da ginnastica, per costruire una rudimentale garrota, con cui ha stretto il collo di Geoghan.

The guard on duty heard noises coming from Mr. Geoghan's cell, went to investigate and saw Mr. Druce standing on top of the bunk and jumping on and off Mr. Geoghan.

La guardia [rimasta] in servizio ha sentito dei rumori provenire dalla cella di Geoghan, è andata a vedere, e ha visto Druce in piedi sul letto che saltava ripetutamente sul corpo di Geoghan.

The guard quickly radioed for help, Mr. Brouillette said, but the six or so officers who had responded were delayed in getting into the cell because Mr. Druce had used paperback books to jam the door closed.

La guardia ha immediatamente chiesto aiuto via radio, ma la mezza dozzina circa di agenti intervenuti non è riuscita ad entrare subito nella cella, perchè Druce ne aveva bloccato la porta con dei libri tipo tascabili.

Once they did get in, the officers had to subdue Mr. Druce, who is now being held in isolation.

Una volta entrati, gli agenti hanno dovuto ridurre Druce all'impotenza, e si trova ora in isolamento.

Although the officers applied cardiopulmonary resuscitation procedures to Mr. Geoghan in the cell, Mr. Brouillette said, "it was pretty obvious that they weren't going to revive him."

Nonostante gli agenti, nella cella, abbiano praticato a Geoghan la procedura d'emergenza del massaggio cardio-polmonare, è parso subito chiaro che non sarebbero riusciti a rianimarlo.

Mr. Geoghan was taken to the University of Massachusetts Memorial Health Alliance Hospital in Leominster, where he was pronounced dead at 1:17 p.m. on Saturday

Geoghan è stato trasportato all'ospedale tal dei tali, dove è stato dichiarato morto alle 1:17 di sabato pomeriggio.

These guys have 24 hours a day, seven days a week, to do nothing but watch you," Mr. Brouillette said. "Druce knew when the best opportunity to sneak into a cell was."

Questa gente [i prigionieri] non ha niente di meglio da fare che studiare le tue mosse 24 ore al giorno, sette giorni la settimana. Druce sapeva con esattezza quale fosse per il momento migliore per infilarsi in una cella [altrui].

Ed ecco una breve scheda dell'assassino, da parte sempre di Brouillette: violentato da piccolo (che caso, spiega alcune cose), ergastolo per assassinio con strangolamento (che caso, ne spiega molte altre), neo-nazista che odia i negri, gli ebrei e gli omosessuali (che caso, le spiega quasi tutte).  Mancherebbe solo più il movente, ma di questi tempi se ne può fare tranquillamente a meno.

II PARTE

Quindi, riassumendo, avremmo prima di tutto questo curioso carcere dove sono i prigionieri a tenere d'occhio i secondini, e non viceversa, e nella cui zona di massima sicurezza esiste addirittura un momento preciso della giornata in cui puoi infilarti indisturbato nella cella di chi vuoi (manco in una pensione a due stelle, di notte, all'ultimo piano, in bassa stagione e col temporale, io ci riesco)! E nonostante ciò - se lo sanno i prigionieri, lo sapranno pure i secondini, no? -  è proprio quello il momento scelto dalla seconda, preziosissima guardia per andare a fare le sue commissioni!

Abbiamo inoltre un assassino che sa in anticipo che quella guardia si assenterà, e quindi si reca in sala mensa con già in tasca la sua scarpa-garrota, pronto ad infilarsi direttamente da Geoghan al ritorno. (Tanto non è più come una volta, che alla perquisizione, uscendo dalla mensa, ti smontavano anche le unghie dei piedi. Oggi ti chiedono educatamente "niente da dichiarare?", tu fai un cenno con la testa se ti va, e passi oltre. E se proprio ti senti dire "scusi, ma lei cosa ci fa con tre scarpe?" tu rispondi senza nemmeno voltarti: "E una moda come un'altra. L'ho letto in un racconto di fantascienza, pare che l'abbia inventata un certo Pinelli").

Sei quindi di ritorno dalla mensa, davanti alla tua cella, in fila con tutti gli altri, ma quando le porte si aprono, invece di entrare nella tua tu sgusci rapidissimo in quella di Geoghan. (Tra l'altro si immagina che queste porte, visto il momento "delicato", non rimarranno aperte mezz'ora, no? E allora cosa fai? Vadi, padre, vadi lei, che io la seguo... Ma no, prego, sgusci prima lei, tanto viene mica a farmi del male, no?)

Va beh, diciamo che sei un'anguilla caricata a molla, e che l'unico guardiano in servizio non si accorge di niente, perchè invece di controllare se per caso qualcuno sguscia nella cella altrui, lui è impegnatissimo a fissare il punto esatto sul suo monitor dove appare la scritta "chiudi le pesanti porte" (ricordate ora, l'apparentemente superfluo dettaglio del "comando touch-screen"?). Tengono infatti lui, in quel ruolo cruciale, perchè è l'unico che non ha ancora imparato  a schiacciare col dito mentre gira il collo per vedere chi sguscia e chi no.

Ma se anche avesse il collo bloccato dalla nascita, e fosse orbo dal lato delle celle, nemmeno uno schifido monitor in bianco e nero vogliamo dare a quest'uomo? In quella sezione speciale, oltretutto, i prigionieri sono 24, non 2400: basterebbero due inquadrature fisse con due telecamere del supermercato e li vedi tutti insieme davanti e dietro! Invece niente, tutto sulla fiducia, come al Rotary. Lui fissa il suo schermo ipnotizzato, preme finalmente il dito sul comando, e chiude elettronicamente le "pesanti porte d'acciaio". Peccato che poco dopo senta benissimo le proteste del vecchietto, che evidentemente si è accorto solo ora di aver lasciato entrare lo strangolatore di Boston, e non vuole saperne della garrota puzzolente, nonostante sia stato prima "soffocato e legato con vestiario e lenzuola". (Noto infatti l'ampio guardaroba a disposizione dei carcerati di sicurezza, nel cui armadio a quattro ante  puoi sempre trovare uno sfrangiato in pelle di Armani, uno sciarpone in juta di Correggiari, oppure delle efficacissime fibbie in latex di Donatella Versace con cui strangolare chi ti pare.)

Dunque, la guardia sente il prete che strilla come una gallina, e cosa fa? Invece di lanciare subito l'allarme (dopotutto sei solo, e se non vedevi prima chi sgusciava non sai nemmeno adesso chi c'è dentro e chi non c'è, no?), va con passo domenicale a dare un'occhiata più da vicino. E quando finalmente ha gettato l'occhio distratto nella finestrella, e ha visto il pazzo che salta come un dannato sul pedofilo incaprettato, non cerca affatto di entrare subito (oh, metti che quello poi ti salta su un callo, dopo chi paga?) ma chiama dovuti rinforzi via radio, come da manuale (per fortuna almeno la radio l'aveva con sè).

Ma quando questi rinforzi arrivano - com'è, prima c'era carenza di personale, adesso di colpo ne saltano fuori sei in una volta? - si accorgono di non riuscire ad entrare, perchè la porta è bloccata dai maledettissimi tascabili. Acc...

Fermiamo i fotogrammi, ed analizziamo un attimo la situazione: per visualizzare meglio la scena, teniamo intanto presente che le porte delle sezioni di sicurezza non sono quelle specie di gabbioni scorrevoli che vediamo in tutti i film di serie B (dove ti sputano addosso, ti arrivano in testa tegamini e topi morti, e se non stai più che attento ti esce un braccio lungo due metri che ti tira dentro come un'anaconda), ma sono porte, appunto, in acciaio, spesse e resistenti, con finestrella a doppi vetri infrangibili, che praticamente sigillano (e quindi insonorizzano, fra l'altro) la stanza dall'esterno. Si devono inoltre aprire per forza verso l'esterno, per evitare che il detenuto ti si stenda contro, o te la blocchi con qualunque cosa, obbligandoti a spingere come un dannato per entrare. Mentre se apri verso l'esterno, al massimo ti casca fuori con sedia scrivania e tutto.

Veniamo ora ai famosi libri che bloccano la porta: l'assassino, in realtà, quando li avrebbe piazzati? Le possibilità sono solo due: o lo ha fatto prima di aggredire Geoghan, oppure dopo. Durante, non pare probabile. Quindi, o è entrato e ha detto "Scusi padre, in realtà ero qui per strangolarla, ma si accomodi solo un attimo, che prima blocco bene la porta." Oppure, prima lo ha strangolato e calpestato per bene, poi con calma olimpica ha piazzato il libri, uno per uno. Ma in questo caso, quanto ci ha messo ad arrivare il secondino, che era già partito alle prime urla di Geoghan?

Ovvero: se lo strangolando grida, e l'accorrente accorre, lo strangolante come fa a finirlo per bene (sarà anche pedofilo, ma i suoi bei polmoncini da svuotare ce li ha tutti pure lui), per poi andarsene allo scaffale, scegliere tre o quattro libri, non troppo spessi non troppo sottili, e piazzarli ad arte sotto la porta d'acciaio, in modo che quello quando arriva la trova bloccata?

A meno che il guardiano abbia l'asma, perda costantemente l'orientamento, non trattenga di vescica, e corra al rallentatore come nei film di Stallone, ora che ti arriva in testa il suo manganello, padre Geoghan fa ancora in tempo a rimettersi seduto e dirgli "E muoviti, cazzo, quando ti chiamo! Ancora un pò e questo mi strozza davvero!"

Ma diamogli per buona anche questa: diciamo che fra scale, griglie, serrature, cancelletti, false porte, crisi di iderntità e fermate per fare pipì, il secondino arriva che l'assassino già salta su un cadavere putrefatto.

Ma i sei agenti che non riescono ad entrare per via dei tascabili? Regalo dieci milioni a chiunque riesca, con un mese di tempo e l'intera collezione dei Gialli Mondadori a disposizione, a bloccare una porta qualunque in modo che resista alla forza di sei-più-uno-sette secondini imbufaliti per più di mezzo secondo. Ma viene giù la parete, casomai!

Veniamo infine allo stranissimo modo di esalare l'ultimo respiro di padre Geoghan: visto che i soccorritori hanno capito subito che per lui non c'era più niente da fare (in fondo, garrotato dall'Adidas, sfigurato dai tacchi a spillo del flamenco dell'assassino, e insensibile ormai ai più violenti massaggi cardiaci...), ma visto anche che è poi morto con tutta calma all'ospedale giù in città, qui si impone una domanda: a meno che i pedofili tengano il fiato per ore come le balene, o abbiano le branchie dietro le orecchie come i pescecani, che cosa ha mai respirato padre Geoghan durante l'intero tragitto?

Aria di bufala ad alta pressione?

Massimo Mazzucco