- Messaggi: 737
- Ringraziamenti ricevuti 258
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
giusavvo ha scritto: Non so se possa essere utile o no, ma proprio ieri, un mio amico a forte rischio alzheimer, mi raccontava che gli specialisti gli hanno raccomandato di dedicarsi ad attività che impegnano il ragionamento: scacchi, bridge, letture, sudoku.
Peraltro non è la prima volta che l'ho sentito dire, anche in ambiente medico, che ciò è un'ottima attività preventiva.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
giusavvo ha scritto: Non so se possa essere utile o no, ma proprio ieri, un mio amico a forte rischio alzheimer, mi raccontava che gli specialisti gli hanno raccomandato di dedicarsi ad attività che impegnano il ragionamento: scacchi, bridge, letture, sudoku.
Peraltro non è la prima volta che l'ho sentito dire, anche in ambiente medico, che ciò è un'ottima attività preventiva.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
invisibile ha scritto: Io invece ho sentito opinioni diametralmente opposte, ma non posso confermare in prima persona.
E' sempre stato un amante dei cruciverba, ma ha poi smesso in quanto non riusciva piu' a concentrarsi e la fustrazione prendeva il sopravvento.
In ambito "medicina tradizionale cinese" (tra virgolette perché non esiste un "pensiero accademico") si sostiene che una delle cause delle malattie degenerative neurologiche sia proprio l'eccessivo uso della mente.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Calvero ha scritto:
invisibile ha scritto: Io invece ho sentito opinioni diametralmente opposte, ma non posso confermare in prima persona.
Sarebbe da approfondire bene questa controversia. Un argomento delicato, vista la tragicità della vicenda, ma non da accantonarlo per questo.
Per quello che fai seguire e non lo riporto per comodità adesso - ma dopo, bisognerebbe capire cosa si intende con uso eccessivo della mente. Meglio ancora: cosa significhi USARLA.
Detto ciò, prendo le parole di un altro commento.
Non mi permetto, sia chiaro, di mettere in discussione la bontà e la buonafede del contributo di Heitz, quando scrive:
E' sempre stato un amante dei cruciverba, ma ha poi smesso in quanto non riusciva piu' a concentrarsi e la fustrazione prendeva il sopravvento.
Può essere ingannevole, e parlo della logica di quando noi TUTTI non abbiamo certezza delle cose, e cioè lo formulo con una domanda retorica:
Chi dice che senza una determinata attività mentale, la malattia non sarebbe giunta prima, invece
Perché appunto, non credo possa dipendere solo dal fattore "uso della mente", bensì, proprio da tutto l'equilibrio psicofisico e di come è bilanciato.
L'uso della mente che è assoggettata a input/output programmatici, non è una mente che indaga, ad esempio. Un matematico che per decadi ripete mostruosamente migliaia volte il programma scolastico a venti generazioni di alunni diverse (un esempio tra mille altri concetti che sono simili), non è una mente che si mette in gioco; non è una mente che dialoga con i propri equilibri e che si promuove per evolvere, può capitare invece che sedimenti informazioni su informazioni e in qualche modo le fa girare in loop. Come dicevo prima.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
invisibile ha scritto: Spero di essere stato più chiaro.
PS
Integro: in base al principio sopra spiegato qualsiasi cosa che noi possiamo fare, se fatta in modo eccessivo, porta ad un disequilibrio e quindi con il tempo ad una malattia.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Calvero ha scritto: Io credo che l'eccessivo e il non eccessivo sia un falso problema.
Credo sia - il modo e i moventi - che dicono dell'equilibrio e del disequilibrio.
Se noi parliamo di una persona che inizia a evidenziare il problema, sappiamo che il disequilibrio ha già manifestato il segnale d'allarme. Fin qui ci siamo.
Quindi cosa dovrebbe fare questa persona adesso? spegnere la mente? Non credo. Usarla di meno?
La mente è quella che la mette in comunicazione col mondo che la circonda.
Continuare a usare la mente e nella direzione giusta, non di meno o di più, ma nella direzione giusta. Se è nella direzione giusta non potrà essere un uso eccessivo, poiché si autoregola. Il problema è capire qual'è la direzione giusta. Questo è veramente difficile da comprendere.
Secondo me dietro ogni malattia c'è sofferenza, molta sofferenza. Bisognerebbe capire quella sofferenza.
Se il discorso di giusavvo non è campato in aria, e so che giusavvo è un utente che pesa assolutamente le parole e gli interventi, ritengo sane le sue osservazioni.
Come hai convenuto anche tu, l'esempio del professore ci dice di un "uso della mente sbagliato" ...e perché? ... forse non c'è libertà in quelle funzioni e computazioni; c'è il dovere, l'educazione, l'abitudine, la reiterazione, ma l'essere umano in quelle condizioni è in realtà un vegetale. Non per niente esiste il cosiddetto "logorio della vita moderna". Lo chiamano così, ma non è che nessuno si è mai domandato realmente quali siano le radici di questo logorio. Un uso passivo, lo chiamerei, e il termine non è corretto, è per approssimazione, passivo quindi - ma sempre un'elaborazione rimane. E tu ben sai che il dovere e l'educazione sono imposizioni. "Dovere ed educazione" in senso psicologico, non morale o etico. Psicologiche s'intende, cioè come la coscienza le percepisce.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
FranZeta ha scritto: Mia nonna era una persona molto pratica, manuale e religiosissima (intendendo con quest'ultima annotazione che non si è mai posta interrogativi filosofici), e sicuramente non ha fatto un uso smodato della mente, visto che era saltato fuori il discorso.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
giusavvo ha scritto: ...chissà, forse è il venir sempre meno del vivere in armonia con la natura che porta ad una maggiore incidenza di questa malattia.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
giusavvo ha scritto: Credo sia meglio che specifichi le fonti delle mie informazioni per porre Jurij nella condizione di valutare nel migliore dei modi, sperando di essere il più concreto possibile.
Quanto ho detto l’ho appreso da fonti mediche accreditate, fra le quali, anche la mia ex compagna che, sulla malattia, condusse specifiche ricerche in equipe, poi pubblicate in riviste specializzate.
Io sono un bridgista e nell'ambiente ho sentito parlare spessissimo della correlazione prevenzione Alzheimer/bridge, che è un gioco che impegna moltissimo la mente richiedendo altissima concentrazione, ragionamento e memoria a breve termine, analogamente agli scacchi, tant'è che vengono fatti specifici corsi di bridge in alcune facoltà universitarie e scuole superiori.
Non nascondo che quando anni addietro intrapresi questo sport (è così qualificato e c’è anche la FIGB), lo feci perché sono un soggetto a rischio Alzheimer.
Posso confermare, e per scienza diretta, che molti giocatori di bridge, oltre ad essere per la stragrande maggioranza tutti esercenti professioni intellettuali (professori, medici, avvocati, magistrati, ingegneri etc.), hanno un’età elevata (anche 80 in su) e nessuno di loro che in questi anni ho conosciuto ha o ha avuto, problemi con l’Alzheimer.
Dalle medesime fonti, ho anche appreso che il cervello, a differenza degli altri organi, non è soggetto ad usura, anzi più si usa meglio è.
Le stesse fonti riferiscono che le uniche attività fisiche che giovano nella prevenzione dell'Alzheimer sono il ballo e le attività correlate con la natura, ad es. giardinaggio, cura dell’orto. Non così invece, altre attività fisiche (palestra et similia), chissà, forse è il venir sempre meno del vivere in armonia con la natura che porta ad una maggiore incidenza di questa malattia.
Tutto ciò, di recente, mi è stato anche confermato da un caro amico alle soglie dell’Alzhaimer, come ho già detto nel post precedente, al quale gli specialisti hanno raccomandato vivamente di dedicarsi ad attività che richiedono concentrazione.
Ovviamente io parlo di prevenzione, che di per se implica uno stadio non conclamato della malattia.
Sul punto, quando verrò a conoscenza di altre qualificate informazioni, le riferirò puntualmente a beneficio di Jurij, al quale va tutta la mia solidarietà.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Non so cosa dire, mi basterebbe anche solo un "illusione" di poter arrestare almeno in parte il decorso di questo male.
Qualcuno sa se esiste qualche terapia alternativa che sia anche solo in grado di rallentare, se non fermare del tutto, questo male?
Perchè i danni cerebrali sono spesso causati dall'intossicazione di alluminio e mercurio.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
flor das aguas ha scritto: Ciao,
Io ho letto di questa cura alternativa con l'olio di cocco, non so quanto sia efficace, non ho fatto molte ricerche a proposito, ma vale la pena provare comunque sembra sia sorprendentemente efficace
healthimpactnews.com/2016/88-year-old-wo...s-using-coconut-oil/
Sembra che anche la cannabis sia molto efficace, sicuramente l'olio di Simpson aiuterebbe (quello resuscita pure i morti ;) ), ma non saprei come potresti procurartelo, ma all'occorrenza una soluzione si trova!
In bocca al lupo!!
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.
Accedi al sito per partecipare alle discussioni.