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Cosa significa per voi, personalmente, fare bene le cose?
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Dipende ha scritto:
Cosa significa per voi, personalmente, fare bene le cose?
Non ho letto la discussione.
Posso rispondere anche io a questa domanda?
Per me, fare bene le cose significa farle con il grado di distorsione esterna minore possibile. Cioè, sono dell'idea che ognuno di noi ha delle caratteristiche ben specifiche, un'indole ben specifica e se vogliamo, un programma ben specifico. Questo programma non nasce da una sola vita, ma si "spalma" su più vite/esperienza.
E allora, secondo il mio punto di vista non esiste un modo di fare bene le cose inteso in maniera universale, ma esiste un modo oggettivo, che spesso può risultare non valido da altre entità che hanno compiti e programmi diversi.
Non so se si comprende bene.
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TheNecrons ha scritto: Invisibile, volevo descrivere un'esperienza interessante che forse potrebbe essere un po' lunga. Se vuoi aspetto.
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Qualunque commento off topic, oltre che qualunque commento di tipo personale, sarà immediatamente punito con la sospensione.
@Slobbysta
@mc
Avete disturbato abbastanza questa discussione, che prima del vostro arrivo era stata sempre in topic.
E' palese che avete approfittato dell'episodio con Raphael per piombare come avvoltoi con il solo scopo di attaccarmi sul personale e di mandare in vacca il thread.
Vi ho avvertito più volte di smetterla, ma voi evidentemente vi sentite superiori alle regole della comunità, perché continuate a non occuparvi minimamente della discussione disturbando tutti quanti.
Reputo che ho pazientato abbastanza e visto che da parte vostra non c'è il minimo segno di vole cambiare comportamento, come annunciato vi ho segnalato a Massimo chiedendogli di sospendervi da questa discussione.
Per ora non risponderò più alle vostre accuse, menzogne e commenti denigratori personali, fino a quando non saprò cosa ha deciso di fare Massimo. Poi deciderò di conseguenza.
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Sempre pronto ad aiutare i vecchi amici.Grazie, hai messo fine ad una bella esperienza a cui non riuscivo a dire addio da solo.
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A proposito di tutto questo, quando ti sei ritrovato a calciare il pallone nel modo "perfetto" che ci hai descritto, oltre alla meraviglia che ci hai comunicato nel vedere quanto il corpo possa essere perfetto nel movimento, non hai provato anche gioia o almeno una certa "contentezza"?
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invisibile ha scritto:
Cosa significa per voi, personalmente, fare bene le cose?
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Calvero ha scritto:
invisibile ha scritto:
Cosa significa per voi, personalmente, fare bene le cose?
Seguire l'istinto.
Sì, assolutamente. Per me, quella "gioia di muoversi" è uno degli aspetti che ho tenuto più in considerazione. Pensavo che dai miei scritti si capisse...ma forse non benissimo
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Dipende ha scritto: ...
Questa èsolo la mia opinione.
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Dipende ha scritto: Lontano da me qualsiasi intenzione di far polemica, ma invisibile il tuo modo di vedere le cose, oltre ad essere poco originale, nel senso che ogni religione/filosofia terrestre nella sua espressione più tradizionale e distorta dice le stesse cose che dici tu e il risultato fu ed è una massa di inconsapevoli, timorosi, bloccati esseri, è anche il motivo principale per cui alla fine dei giochi qui quasi nessuno “passa il turno”.
Abbiate paura, non siete degni, è pericoloso, vi fate male, fate i bravi, dubitate di tutto, sembra un po' inginocchiatevi e chinate il capo che usa la chiesa e i suoi mandanti, sono le paroline magiche per farvi star fermi.
Con lo spauracchio del demonio, dell'inferno, della maledizione eterna, l'umano è riuscito a bloccare la sperimentazione dei propri simili, anche se nella maggioranza dei casi non c'era intenzione.
Su questo Pianeta si è creato il pericolo del mistero che non è sentimento naturale, ma condizionato. Il mistero deve generare curiosità, deve affascinare non terrorizzare.
Voi non siete esseri distaccati dal vostro spirito, voi siete il vostro spirito. Calvero ha scritto “seguire l'istinto”, io ho scritto “fare le cose con il minor grado di distorsioni esterne possibili” hanno lo stesso significato e credo che sia la mossa giusta.
Non bisogna sottovalutare l'importanza dell'errore come chiave per imparare e migliorarsi. Fare un errore in coscienza, cioè decidendo di agire per poi sbagliare non è danno, fare errori perché qualcuno ti dice come fare è danno grosso, stare fermi forse è pure peggio.
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invisibile ha scritto:
Ciao Calvero.
Sono d'accordo. Ma questa parola, proprio per i motivi che hai detto, faccio molta attenzione quando la uso.
Io piuttosto userei "Spirito", nel senso che "io" gli attribuisco, perché fare bene le cose è si seguire lo Spirito (istinto) ma lo è solo se lo si segue durante tutto il percorso del fare una cosa.
Quindi è come una "collaborazione" tra noi e lo Spirito, in cui in ogni "passo" del fare la cosa si chiede la sua assistenza. Questo "contatto", dialogo se preferisci anche se non è "verbale", ma appunto si può definire "istintivo", si può anche tradurre verbalmente (a parole, nella mente intendo) ma non è per forza necessario soprattutto se si ha la maestranza di questo contatto con lo Spirito.
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Ecco che il mio istinto decide per il "DO minore"
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Ma il punto è che siccome tutto è in divenire nessun "tu" può essere "principe dell'azione" istante dopo istante, perché l'atto è di una complessità infinita e perché non è mai uguale, è sempre diverso per infiniti fattori. Basta una piccola diversità di umore o di temperatura di certi muscoli, ed ecco che molte cose devono essere fatte un po' diversamente (a prescindere dal giudizio di "non importanti" che noi possiamo dare) pena il fare del male a se stessi.
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Per me l'stinto è ciò che ti dice dal profondo, e tanto più profondamente quanto immediatamente, cosa devi fare.
Prerogativa implicita, direi congenita, è che le conseguenze non sono contemplate o, per meglio dirlo: non mi riguarda sapere se ciò che si scatenerà sarà positivo/conveniente/favorevole ...oppure... negativo/sconveniente/sfavorevole - per me - come per gli altri, oltretutto.
Ma il punto è che siccome tutto è in divenire nessun "tu" può essere "principe dell'azione" istante dopo istante, perché l'atto è di una complessità infinita e perché non è mai uguale, è sempre diverso per infiniti fattori. Basta una piccola diversità di umore o di temperatura di certi muscoli, ed ecco che molte cose devono essere fatte un po' diversamente (a prescindere dal giudizio di "non importanti" che noi possiamo dare) pena il fare del male a se stessi.
... ecco che io ti dico: - non m'interessa.
Credo che tu capirai che non lo dico in senso denigratorio per quanto tu hai bene esposto, tutt'altro - ma ti sto proprio spiegando cosa intendo io con le cose fatte bene. Cioè come io intendo quando una cosa è fatta bene.
Tutto ciò poiché io ritengo che quel che seguirà a ragione del tuo istinto non è importante, sarà comunque una cosa fatta bene e, soprattutto [per me]: meglio non sarebbe stato possibile farla.
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invisibile ha scritto:
secondo me non è questione di "interesse", perché il fare è dalla A alla Z e se non curi tutto il percorso non puoi farlo bene (o magari si ma non è stato un "tuo" fare, hai avuto culo diciamo), e direi che tu non parli del "fare bene le cose", ma del "ben decidere" e sulla tua spiegazione di questo sono perfettamente d'accordo.
Invece dissento sulla non importanza di "tutto ciò che segue", perché io credo che tutto sia importante.
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Calvero ha scritto: Ok, adesso a un fraintendimento:
Invece dissento sulla non importanza di "tutto ciò che segue", perché io credo che tutto sia importante.
Non sostengo che non sia importante, attenzione, non sbagliarti; sostengo che non sia importante valutarlo come rischio e come vantaggio. Non mi interessa della sua importanza inteso come valore o disvalore tale da influenzarmi prima.
Domanda: - forse prima bisognerebbe ragionare su quali equilibri dare alla soggettività e all'oggettività in questa discussione?
Mi segui?
C'è un errore nel capire cosa si vuole identificare. Deve essere chiarito.
Perché a questo punto il discorso può essere anche: - tutta la vita intera, e anche se alla fine varrà per la tua vita, non si può considerare cosa significhi voler fare una cosa bene, in termini di tutta l'esistenza: sennò la tua domanda doveva essere "Cosa è per Te la vita?" e non ci siamo, perché non è questa la domanda.
Nel caso specifico invece di quello che io ho chiamato "Film" ti ho portato un'ipotesi di ciò che ritengo una cosa fatta bene. Quindi o adesso tu mi dici dove era il percorso in quell'ipotesi (voglio vedere dove lo trovi, se non forzando la stessa logica del tuo problema), oppure quella era una cosa fatta bene e punto. Fine del discorso, e fine della cosa fatta bene. Al limite puoi giudicare che non era stata fatta bene, ci mancherebbe, ma questo sarebbe un altro discorso.
Oppure, mi può stare bene anche un'altra contestazione, e cioè ritenere che il seguire l'istinto non possa riguardare una cosa fatta bene. Accetterei la contestazione. Ma non posso accettare una contestazione riguardo l'istinto quando cioè si vuole sostenere che è connesso con un percorso e al punto che anche lo spirito seguirà la cosa fatta bene.
Fare una cosa fatta bene a mio avviso rispecchia ciò che per Te senti come integrità. Ma mica è detto che rappresenti l'integrità di qualcun altro.
Se si fa una cosa liberi da costrutti e da maschere, hai fatto una cosa fatta bene, a patto che la senti tua. Però ci risiamo, ed ecco allora che quello che sento mio, non è detto che riguardi ciò che senti Te a differenza di Me.
Domanda: - forse prima bisognerebbe ragionare su quali equilibri dare alla soggettività e all'oggettività in questa discussione?
Mi segui?
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invisibile ha scritto: Qui c'è un punto fondamentale.
Lo Spirito non "segue una cosa fatta bene", lo Spirito è il Nulla e quindi è "fuori" dal tempo.
Per quello è la guida infallibile e totalmente affidabile.
Sei "tu" che hai intenzione di "fare bene" una data cosa e lo Spirito ti guida a farla bene (e quindi per riallacciarmi al tema in modo più vicino, ti guida anche a non creare blocchi in te di qualche tipo eccetera).
Poi, io penso che l'istinto sia una delle forme in cui lo Spirito comunichi con "noi" ed è per quello che alla fine non ci trovo grandi differenze. E' uno dei "canali di comunicazione" con cui comunica ed in questo caso è un canale che condividiamo anche con gli animali. Ma noi abbiamo accesso anche ad altri canali che gli animali non hanno, ma questo è un altro discorso, per ora.
Noi uomini siamo creatori, abbiamo il potere decisionale e varie altre facoltà uniche. Quindi lo Spirito guida noi per tutto ciò che siamo e in questo caso è la nostra decisione di fare una data cosa, e di volerla fare bene che verrà guidata in tal senso e sotto tutti i suoi aspetti.
Ma siccome per lo Spirito esiste solo la realtà, e i nostri giudizi per lui è come se non esistessero perché non sono reali in senso di oggettivi, ecco che si arriva a l'unica cosa che è effettivamente reale, ovvero che la cosa che si aveva intenzione di fare (bene) funzioni secondo le intenzioni che si avevano.
Se nel dare il calcio nei coglioni tu avevi l'intenzione di far svenire il tizio, ma lui piange solo e non sviene (o viceversa non importa), ecco che non hai fatto quella cosa bene, perché non ha funzionato secondo la tua intenzione.
Ora da quel che segue mi sembra di ravvedere una tua "aggiunta" al discorso "fare bene", ma per trovarne la definizione deve essere universale (diciamo che io cercavo quella):
Appunto, e questo è il punto (scusa il gioco). Invece la rappresenta totalmente, perché io intendo l'integrità in Natura, considerata come "disegno dell'essere umano", non altro. Per cui non sto parlando di etica, morali od opinioni, non sto parlando di "sentire come integrità", sto parlando dell'integrità oggettiva quella che è nell'ordine naturale (balsfemia! :-D ) di una data entità, in questo caso noi esseri umani.
Qui è dove mi sembra di ravvisare una tua aggiunta rispetto a come la volevo mettere io. Mica te lo contesto sia chiaro, non potrei, è solo che io la vedo così ed ecco perché il discorso "test funzionale" è quanto considero sufficiente per poter dire che una cosa è fatta bene, perché fino ad ora qualsiasi aggiunta che ho trovato non fa che far diventare soggettiva, e per cui non universale, la descrizione.
Come vedi ti seguo. Infatti il punto è quello. Io cerco una definizione che possa descrivere bene l'evento (fare bene) ed allo stesso tempo che sia libera da qualsiasi soggettività e finora quella che ho trovato è "fare quello che intendi di fare, che funzioni e che tu non ne sia danneggiato".
Tutto questo perché volevo sensibilizzare sull'importanza di fare bene le cose, perché quando quei "requisiti" sono presenti, il fare stesso diventa curativo-istruttivo, perché i blocchi progressivamente scompaiono e siccome l'Essere ne viene vivificato, per usare un termine a te caro che qui è perfetto, l'apprendimento diventa profondo e completo, e soprattutto non è più solo mentale il che rappresenta il modo di accedere alla vera conoscenza.
Ecco un aspetto pratico-spirituale del Tai Chi, in particolare, perché è un "fare in Armonia" ed i risultati sono quelli descritti sopra.
Ma noi abbiamo accesso anche ad altri canali che gli animali non hanno, ma questo è un altro discorso, per ora.
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Se lo spirito è "fuori" dal tempo e noi siamo mortali, allora lo spirito non ci appartiene ma lo usiamo.
Se lo usiamo non è nostro.
Se è così, dov'è il libero arbitrio e la responsabilità?
Invisibile: Noi uomini siamo creatori, abbiamo il potere decisionale e varie altre facoltà uniche. Quindi lo Spirito guida noi per tutto ciò che siamo e in questo caso è la nostra decisione di fare una data cosa, e di volerla fare bene che verrà guidata in tal senso e sotto tutti i suoi aspetti.
Ma siccome per lo Spirito esiste solo la realtà, e i nostri giudizi per lui è come se non esistessero perché non sono reali in senso di oggettivi, ecco che si arriva a l'unica cosa che è effettivamente reale, ovvero che la cosa che si aveva intenzione di fare (bene) funzioni secondo le intenzioni che si avevano.
Calvero: 3) Se le intenzioni sono guidate, per quanto il concetto di "guida" possa essere messo tra virgolette, non sono intenzioni, ma disposizioni.
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TheNecrons ha scritto: Ciao.
@Calvero:
Rispondo per quello che posso.
Bhe, di certo non "ci appartiene", nel senso che on fa parte dell'idea "di possesso" che abbiamo, perchè "possedere" è temporaneo e sfuggente. Infatti non è "cosa tua o sua", non è una "cosa", e infatti non ha i limiti che hai esposto. Io, basandomi solo sulle mie esperienze, ti direi che è tutto tranne che "qualcosa". Sembra che non ci sia, però in qualche modo ti guida Perchè dico che "sembra non ci sia"? Perchè sembrerebbe che in Realtà non sei guidato priorpio da niente. Perchè quando sei libero e non giudichi...senti che non c'è niente con te che influenza il tuo agire, proprio niente. Invisibile diceva che lo Spirito è il Nulla, forse è proprio così. Siamo abituati a pensarlo come "qualcosa", però in realtà è proprio il niente. Ovviamente mi sono trovato di fronte a questo quesito: "quindi c'è o è il niente?". Bho. L'esperienza diretta manda a fanculo il valore di questa domanda.
Per me non è "un oggetto di nostro possesso" e non può essere usato in ogni caso. Però non capisco la correlazione, "se non lo usiamo non è nostro?".
Il libero aribitrio lo rappresenti tu quando decidi di seguire o meno lo Spirito. La responsabilità....bho, se segui la Natura che responsabilità dovresti avere? :D Casomai è la Natura che deve avere responsabilità :D Detto più seriamente, la tua responsabilità è fare le cose bene, ossia seguire la Natura.
Invisibile ha detto che lo Spirito non tiente conto dei nostri giudizi, ma solo della Realtà. Infatti tu puoi anche avere intenzione di fare qualcosa di innaturale, ma non ti aspettare che lo Spirito ti aiuti.
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Calvero ha scritto:
1) Se lo spirito è "fuori" dal tempo e noi siamo mortali, allora lo spirito non ci appartiene ma lo usiamo. Se lo usiamo non è nostro. Se non è nostro, usiamo qualcosa che non ci appartiene, di là della facoltà di usarlo. Sì o No.
.Sei "tu" che hai intenzione di "fare bene" una data cosa e lo Spirito ti guida a farla bene (e quindi per riallacciarmi al tema in modo più vicino, ti guida anche a non creare blocchi in te di qualche tipo eccetera).
2) Se è così, dov'è il libero arbitrio e la responsabilità?
Noi uomini siamo creatori, abbiamo il potere decisionale e varie altre facoltà uniche. Quindi lo Spirito guida noi per tutto ciò che siamo e in questo caso è la nostra decisione di fare una data cosa, e di volerla fare bene che verrà guidata in tal senso e sotto tutti i suoi aspetti.
Ma siccome per lo Spirito esiste solo la realtà, e i nostri giudizi per lui è come se non esistessero perché non sono reali in senso di oggettivi, ecco che si arriva a l'unica cosa che è effettivamente reale, ovvero che la cosa che si aveva intenzione di fare (bene) funzioni secondo le intenzioni che si avevano.
3) Se le intenzioni sono guidate, per quanto il concetto di "guida" possa essere messo tra virgolette, non sono intenzioni, ma disposizioni. C'entra nulla che io sia libero di abbracciarle oppure no [dirette o indirette]: disposizioni rimangono.
.Ora da quel che segue mi sembra di ravvedere una tua "aggiunta" al discorso "fare bene", ma per trovarne la definizione deve essere universale (diciamo che io cercavo quella):
5) OK e mi sta bene. Ma devi convenire che il concetto di cercare qualcosa non significa necessariamente che stai cercando una cosa che esiste.
.Quindi due sono le cose: A) o la tua è una questione di forma nello scambio/dibattito B) o è una questione di sostanza. Cioè, la differenza è se il tuo è un ragionamento adesso pedagogico, quindi tieni a far sì di far trovare, seguendo un percorso deduttivo, ciò che tu sai già esistere; oppure stai proponendo un percorso figlio delle deduzioni in corso d'opera.
In soldoni: - la differenza sta nel costruire un ragionamento in sé - ... dal portarlo a una conclusione. Uno o l'altro.
.Appunto, e questo è il punto (scusa il gioco). Invece la rappresenta totalmente, perché io intendo l'integrità in Natura, considerata come "disegno dell'essere umano", non altro. Per cui non sto parlando di etica, morali od opinioni, non sto parlando di "sentire come integrità", sto parlando dell'integrità oggettiva quella che è nell'ordine naturale (balsfemia! :-D ) di una data entità, in questo caso noi esseri umani.
Qui è dove mi sembra di ravvisare una tua aggiunta rispetto a come la volevo mettere io. Mica te lo contesto sia chiaro, non potrei, è solo che io la vedo così ed ecco perché il discorso "test funzionale" è quanto considero sufficiente per poter dire che una cosa è fatta bene, perché fino ad ora qualsiasi aggiunta che ho trovato non fa che far diventare soggettiva, e per cui non universale, la descrizione.
6) Sono d'accordo, ma rimane la riserva sul comprendere come l'universale possa essere un fatto e non debba diventare un "fatto".
.Come vedi ti seguo. Infatti il punto è quello. Io cerco una definizione che possa descrivere bene l'evento (fare bene) ed allo stesso tempo che sia libera da qualsiasi soggettività e finora quella che ho trovato è "fare quello che intendi di fare, che funzioni e che tu non ne sia danneggiato".
7) Il problema dell'essere danneggiati o meno, è un problema di portata oserei dire infinita e non so - sinceramente - se se ne possa venire a capo. Ti porto un esempio estremo, sempre per comodità, al fine d'individuare i concetti interessati [comunque un esempio attinente la realtà]: - io ritengo che colui che decide di suicidarsi - così come sinora ho argomentato delle cose fatte bene, non è un danneggiamento; è una cosa fatta bene.
.Ma noi abbiamo accesso anche ad altri canali che gli animali non hanno, ma questo è un altro discorso, per ora.
10) Assolutamente in disaccordo
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