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Ti sei chiesto come mai questo succede?Sui social, come nella vita di tutti i giorni, le persone hanno la tendenza a vedere le cose in bianco e in nero, hanno difficoltà a vedere le sfumature della vita e questo è un grosso limite.
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le persone preferiscono credere anziche capire
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E non lo faccio per proteggerti da questo mondo brutto sporco e cattivo, ma perché, per la regola universale che dice che le lezioni da imparare si devono imparare necessariamente sulla propria pelle, utilizzando i propri metodi e la propria percezione delle cose, tu devi prima di tutto scegliere in piena autonomia di voler sapere, poi devi apprendere quel che vuoi sapere per conto tuo, per poi dubitare, riapprendere da altre fonti, confrontarti con altri, ridubitare, collegare i fili, ipotizzare scenari, ritornare sui tuoi passi per ricalibrare, per poi continuare ad apprendere e collegare. Tutto ciò ha un costo, che ognuno deve pagare di tasca propria.
Posso al massimo (Massimo) darti delle “imbeccate”, creare un tarlo che attecchirà però soltanto se il soggetto è pronto a farsi “tarlare” il cervello ed è disposto a “farsi il mazzo”, o farò più danno che altro. Comunque sia, tutto il lavoro, la fatica immane, la devi fare tu! O non serve…nemmeno se ti metti ad urlare.
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Al2012 ha scritto:
le persone preferiscono credere anziche capire
ed aggiungo "capire ... significa trasformare quello che è"
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l'origine del termine complottismo da cui poi complottista
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Il fatto che oggigiorno grazie a Internet siamo letteralmente sommersi di informazioni fa si che la maggior parte delle persone tende a non analizzarle più, e poiché su Internet non tutte le informazioni sono esatte, si tende ad accettare quelle che concordano con il nostro pensiero, le nostre idee e il nostro punto di vista.
Questo a sua volta crea una situazione di falsa sicurezza in quanto, in una discussione, ciascuno può difendere la propria posizione.
(Ho omesso volutamente un qualsiasi riferimento alle parti poiché non c'è distinzione in questo.)
Per uscire da questo impasse l'unica soluzione è ragionare con mente aperta, dando il beneficio del dubbio anche a opinioni che non ci piacciono, analizzare le cose accettando anche i risultati di queste analisi che discordano dalla nostra opinione.
Inoltre non bisogna fossilizzarsi su un argomento piuttosto che l'altro, come ho già sentito.
C'è chi è convinto che l'11/9 sia un inside job, ma contemporaneamente è convinto che gli sbarchi lunari siano realmente avvenuti e viceversa (questo è solo un esempio).
Ogni fatto fa caso a se.
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Personalmente ho notato una maggiore incapacità di discussione da parte di chi si dichiara anti-complottista, non lo dico per partito preso o per difendere la mia "categoria", ma perché è cio' che ho realmente osservato facendo la mia piccola statistica personale, è semplicemente un dato numerico libero da qualsivoglia interpretazione personale.Mig25: Ti dico una cosa, che tra l'altro tocca tutti e due perché, come ben sai, abbiamo posizioni opposte sulle scie chimiche io e te:
oggi, quello che mi preoccupa, non è tanto la marea di informazioni che ci circonda, ma l'incapacità di saperne discutere, di riuscire a imparare qualcosa quando si discute, anche se alla fine si rimane sulle posizioni che si avevano precedentemente e non si è riusciti a fare una sintesi.
Imparare qualcosa, quello è importante.
Mentre le discussioni che si fanno, sembrano sempre sterili.
Questo è frustrante.
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Personalmente ho notato una maggiore incapacità di discussione da parte di chi si dichiara anti-complottista, non lo dico per partito preso o per difendere la mia "categoria", ma perché è cio' che ho realmente osservato facendo la mia piccola statistica personale, è semplicemente un dato numerico libero da qualsivoglia interpretazione personale.
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Alla fine, hai ragione.Personalmente ho notato una maggiore incapacità di discussione da parte di chi si dichiara anti-complottista, non lo dico per partito preso o per difendere la mia "categoria", ma perché è cio' che ho realmente osservato facendo la mia piccola statistica personale, è semplicemente un dato numerico libero da qualsivoglia interpretazione personale.
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Mig25 ha scritto:
Alla fine, hai ragione.Personalmente ho notato una maggiore incapacità di discussione da parte di chi si dichiara anti-complottista, non lo dico per partito preso o per difendere la mia "categoria", ma perché è cio' che ho realmente osservato facendo la mia piccola statistica personale, è semplicemente un dato numerico libero da qualsivoglia interpretazione personale.
Cioè, è molto più incapace di discutere chi categorizza (in generale) rispetto a chi non parla per partito preso. Proprio perché parla per partito preso.
Poi ci ritroviamo nelle guerre dicendo sempre: - Eh, ma io non c'entro nulla...
Come se i complottisti avessero sempre ragione e i debunkers sempre torto, ma anche viceversa (visto dalla parte dei debunkers).
Si sono dimenticati uno dei principi di Socrate!
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Mig25: Il problema sono le fonti, le notizie che ti arrivano e il tuo senso critico.
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