ATTENZIONE: queste pagine sono state integralmente copiate dal sito di Paolo Attivissimo, nel Gennaio 2006, per poter meglio presentare una riposta completa, "punto per punto", e possibilmente esaustiva al suo lavoro di debunking sul caso del Pentagono e del Boeing mancante.

TUTTO CIO CHE APPARE SU FONDO GRIGIO E' STATO INSERITO DA NOI, IL RESTO E' TESTO ORIGINALE DI ATTIVISSIMO
, RIPORTATO INTEGRALMENTE, NELLO STESSO ORDINE E CON LA STESSA SUDDIVISIONE IN PAGINE (1-4) CHE COMPARE SUL SUO SITO (abbiamo solo dovuto rinunciare al foglio di stile, che complicava la reimpaginazione, perdendo purtroppo le simpatiche righe rosse che caratterizzano il sito originale).

Il "Boeing fantasma" dell'attacco al Pentagono (prima parte)

Indagine iniziale: marzo 2002. Ultimo aggiornamento: 27 novembre 2004.

Premessa

Queste pagine antibufala non intendono dichiarare false tutte le interpretazioni alternative (non ufficiali) dei terribili eventi dell'11 settembre 2001. Intendono smentire soltanto quelle presentate dal sito Asile.org e alcune altre ipotesi molto diffuse in Rete.

Il fatto che io smonti le argomentazioni di Asile.org, Thierry Meyssan (se non sapete chi è, leggete più avanti) e altri non significa che sostengo senza esitazione ogni dettaglio della versione ufficiale degli eventi. Significa semplicemente che queste specifiche ipotesi di complotto non stanno in piedi se esaminate con un minimo di attenzione.

Prendiamo atto che altrove nel suo sito Attivissimo ha anche affrontato aspetti della questione non presentati da Asile.org., e vedremo alla fine di fare un compendio di tutti gli argomernti da lui trattati.

Il mio obiettivo è separare il grano dal loglio: eliminare le ipotesi sciocche per concentrare l'attenzione su quelle che hanno qualche merito. Infatti esistono sì aspetti non chiariti della tragedia che meritano un'indagine più approfondita, ma non sono quelli presentati dalle teorie di Asile.org, Meyssan e molti altri sostenitori di ipotesi di complotto molto diffuse che discuterò in queste pagine. Se volete sapere quali sono questi aspetti dubbi, leggete fino in fondo.

Siamo perfettamente d'accordo. La materia è enorme, ed è giusto cercare di isolare i veri punti oscuri dalle mille imbecillità pronunciate da ambo i lati della barricata nel corso della lunga disputa.

Per contro, il fatto che io affermi che esistono aspetti non chiariti non vuol dire che ritengo che la versione ufficiale sia completamente falsa. Non vuol dire che sposo incondizionatamente le tesi di chi sostiene che la tragedia dell'11 settembre è un complotto ordito dalla CIA, da Israele, dall'associazione segreta degli Illuminati, o da chissà chi altro. Vuol dire semplicemente che esistono aspetti non chiariti. Trarre da questa constatazione delle conclusioni sui mandanti e i motivi di questa tragedia sarebbe superficiale e dilettantesco.

Questo si potrà deciderlo solo alla fine, e dipenderà da QUALI saranno effettivamente gli "aspetti non chiariti".

I fan di X-Files amano ripetere che “la verità è là fuori”, ma per trovarla bisogna guardare nella direzione giusta, senza lasciarsi distrarre dalle piste false.

Senza essere fans di X-Files, condividiamo in pieno anche questa affermazione.

Datazione

La pagina Web citata nei messaggi che parlano di questa storia risale almeno ai primi di marzo 2002: mi è stata segnalata inizialmente dalla newsletter Need to Know (www.ntk.net) del 15 marzo 2002.

Ringraziamenti

A eddo, che ha scovato la pagina di Snopes.com dedicata a questa bufala; alla Guida di Supereva Gianluca Mazzanti (http://guide.supereva.it/storia_militare/), per avermi segnalato molti dei siti citati; e ai tanti lettori (citati individualmente qui sotto e nelle pagine successive) che hanno contribuito con ulteriori critiche, commenti e segnalazioni.

Il testo della catena di sant'Antonio

In questo caso non c'è un vero e proprio messaggio standard: semplicemente c'è il passaparola allarmato degli utenti della Rete, che si segnalano a vicenda un sito (nella versione italiana è http://www.asile.org/citoyens/numero13/pentagone/erreurs_it.htm), che cito per brevità da qui in poi con il nome Asile.org. Questo sito "dimostra" che l'11 settembre 2001 il Pentagono non fu colpito da un aereo di linea pilotato da terroristi suicidi e che l'esplosione è invece dovuta ad altre misteriose cause: nientemeno che un complotto di "qualcuno" che aveva accesso al Pentagono oppure, nell'ultima versione, un missile Cruise.

Il sito pone una serie di domande inquietanti, corredandole di fotografie che sembrano avvalorare la tesi proposta.

Anche molti siti famosi della Rete hanno segnalato il sito contenente le "prove". Lo ha fatto ad esempio il rinomato Clarence.com (http://www.clarence.com/contents/cultura-spettacolo/xfiles/pentagono/), affrettandosi però a pubblicare anche la smentita dicendo (molto sportivamente) "centinaia di clarenciani ci hanno scritto per segnalarci che la vicenda del Pentagono è falsa come una moneta da tre euro. E' bastata una rapida verifica per accorgersi che si tratta realmente di una bufala e che noi siamo realmente dei ciula.".

Non conosciamo la "rapida verifica" effettuata dal "rinomato Clarence", ma ci accontentiamo di quella che ci promette Attivissimo in questa sede. Vorremmo infatti limitare questo lavoro ad uno stretto confronto fra nostre tesi oppostei, indipendentemente da quelle di terzi. Riteniamo in ogni caso il cosiddetto Argomento ad Autoritatem una fallacia da evitare con grande cura.

Più che di una bufala, in realtà, si tratta di una speculazione truffaldina: il sito pubblicizza infatti un libro, L'Effroyable Imposture di Thierry Meyssan, che "rivela" la vera natura dell'attacco al Pentagono. A pagamento, s'intende. Secondo un programma televisivo britannico, il libro avrebbe fruttato circa un milione di euro al suo autore. Sulla pelle, ovviamente, delle vittime della tragedia.

Altra fallacia fra le più diffuse al mondo: "Appello alle emozioni". Infondata, oltretutto, in questo caso, visto che i colpevoli della strage dell'11 Settembre sono ancora tutti da individuare. Mentre quindi le vittime sono morte in ogni caso, solo l'emergere della verità potrà permettere di puntare il dito su chi "lucra" davvero e su chi no. Ma fino a quel momento, ogni opinione ha lo stesso identico diritto di esistere e di essere pubblicata.

  • Le fotografie scelte da Asile.org sono autentiche e non ritoccate (sono tratte direttamente da siti militari statunitensi), ma sono scelte ad arte per non far vedere i rottami dell'aereo e il suo punto d'impatto.
  • Immaginiamo che Attivissimo ci mostrerà quelle che sono state lasciate volutamente da parte, e che mostrano invece "i rottami dell'aereo e il suo punto di impatto".
  • Esistono numerosissimi testimoni oculari che hanno visto inequivocabilmente un aereo di linea schiantarsi contro il Pentagono, che (val la pena ricordarlo) sorge in mezzo alla città ed è quindi ben visibile da un'infinità di civili.
  • Idem come sopra, per i "numerosissimi testimoni oculari che hanno visto inequivocabilmente un aereo di linea schiantarsi contro il Pentagono".

Perché è una bufala (in dettaglio)

Trovate un'analisi dettagliata di questa bufala presso questi siti:

La migliore analisi in assoluto è presso http://paulboutin.weblogger.com/2002/03/14. Anche le ricostruzioni grafiche e le centinaia di testimonianze di chi era sul luogo raccolte presso http://eric-bart.net/iwpb/ sono notevoli, pur trattandosi di un sito che sostiene varie ipotesi di complotto. O forse proprio per questo.

Se sapete il francese, presso il sito del giornale Le Monde c'è una attenta controanalisi con cifre, calcoli e testimonianze (http://www.lemonde.fr/article/0,5987,3236--267442-,00.html).

Consiglio inoltre di leggere il Pentagon Building Performance Study, scaricabile gratuitamente da Internet. E' ricco di planimetrie, ricostruzioni e dettagli che smontano con facilità le ipotesi complottiste.

C'è anche un sito complottista che però presenta alcune analisi e ricostruzioni che meritano di essere valutate perché (stranamente) confermano la presenza del velivolo: si chiama It was a Plane Bomb. Come mai un complottista conferma l'aereo? Semplice: perché la sua ipotesi di complotto è che l'aereo ci fosse davvero, ma fosse un "falso" aereo di linea imbottito di esplosivo. Anche la grafica e le ricostruzioni fatte da un altro sito complottista, Pentagon Event, sono estremamente interessanti.

Come già detto, rifiutiamo sia l'argomento ad autoritatem, sia l'invito generico a doversi leggere interi siti altrui. E' quello che sostiene Paolo Attivissimo che ci interessa.

Le domande del sito Asile.org sono riportate qui sotto e nelle pagine successive della mia indagine, con le relative risposte antibufala.

Asile.org: "Si vede chiaramente che solo il primo anello è stato toccato dall'aereo. I quattro anelli più interni sono intatti e sono stati danneggiati soltanto dall'incendio che si è sviluppato dopo l'esplosione. Riuscite a spiegare come un Boeing 757-200, del peso di circa 100 tonnellate che si schianta ad almeno 400 km/h possa aver danneggiato soltanto la facciata del Pentagono?"

In realtà non è vero che "solo il primo anello è stato toccato dall'aereo". La stessa foto usata da Asile.org (riportata qui sotto integralmente, con la sola aggiunta da parte mia del cerchio arancione) mostra che i danni si estendono fino al terzo anello. Certo il fuoco si è propagato dopo l'esplosione, come sostiene Asile.org, ma che dire di quella macchia nera isolata, lungo la fiancata interna del terzo anello, circondata da zone non bruciate? Non vi pare che sia invece la logica conseguenza di un oggetto che penetra nell'edificio?

vista dall'alto del Pentagono

Anche nella seconda foto presentata a sostegno della tesi di Asile.org i danni al secondo anello ci sono eccome: semplicemente sono mascherati dai detriti del primo anello.

Asile.org: "Si può notare che solo il piano terra è stato toccato dall'aereo. I quattro piani superiori sono crollati alle 10:10 circa. L'altezza dell'edificio è di 24m. Riuscite a spiegare come un Boeing alto 13,6m, lungo 47,3 m, apertura alare di 47,32m ed una cabina larga 3,5m possa aver toccato soltanto il piano terra dell'edificio?"

In realtà non è vero che solo il piano terra è stato toccato. Asile.org ha semplicemente scelto una foto in cui la breccia è coperta dai getti d'acqua dei pompieri, in modo che non si veda chiaramente quant'è grande. Stando ai resoconti ufficiali e ai resoconti dei testimoni, l'aereo ha colpito il primo e il secondo piano. Ma naturalmente i resoconti ufficiali e i rapporti dei testimoni possono essere falsi, argomenteranno i complottisti. Le foto mostrate nelle prossime pagine, tuttavia, confermano le testimonianze.

Inoltre l'altezza del Boeing citata (13,6 metri) si riferisce al velivolo appoggiato sul carrello e include anche le superfici verticali di coda. A carrello retratto (ossia con l'aereo appoggiato al suolo sul ventre o sui motori), e tralasciando le superfici di coda (che sono relativamente fragili e hanno poca massa, per cui causano danni trascurabili), l'altezza effettiva dell'aeroplano si riduce notevolmente.

Doppia inesattezza. Per quel che riguarda la parte inferiore dell'aereo, i motori "pendono" chiaramente al di sotto del livello della fusoliera, e si parla quindi, carrello o non carrello, di ben poca differenza.

Per quel che invece riguarda la pinna di coda, che sarebbe "relativamente fragile", auguriamo comunque ad Attivissimo di non prendersene mai una in faccia, specialmente se lanciata a 800 km/h.

In ogni caso, la sua frase non significa nulla: "relativamente", rispetto a che cosa? In termini assoluti, invece, è noto come quella pinna, grazie alla sua dorsale rinforzata, debba poter spezzare in due con facilità qualunque volatile, di qualunque dimensione, vada ad incocciare durante il volo. L'intera struttura, inoltre, deve poter sopportare enormi sollecitazioni, frontali e laterali, durante le turbolenze come durante le più banali manovre di volo. Per contrastare efficacemente la deriva di un centinaio di tonnellate, lanciate a quasi 1000 Km orari, non basta certo un telaietto di bambù con quattro teli appiccicati con la cera.

Non c'è quindi nessun motivo per pensare che la pinna di coda, alta da sola quasi 6 metri, non debba aver lasciato un segno evidente nel punto in cui ha colpito la facciata. Idem per gli alettoni di coda (stabilizzatori), la cui apertura alare si avvicina ai 10 metri. Questi segni invece non si trovano - nè si trovano peraltro gli impennaggi stessi - e la cosa non depone certo a favore della tesi del Boeing.

Le misure esatte del Boeing 757-200 sono disponibili presso http://www.janes.com/aerospace/civil/news/jawa/boeing_757-200.shtml. Il disegno in scala del velivolo mostrato qui sotto è tratto dal sito ufficiale della Boeing, presso http://www.boeing.com/commercial/757-200/ext.html. I conti sull'altezza residua una volta sottratti carrello e deriva li lascio fare a voi, ma è chiaro che siamo ben lontani dai 13,6 metri ipotizzati da Asile.org.

disegno in scala del Boeing 757

L'entità dei danni interni all'edificio è inoltre ben visibile in una foto presente presso http://www.snopes2.com/rumors/pentagon.htm, che mostra l'area interessata dai lavori di ripristino.

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