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  Anarchia

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  •  franco8
      franco8
Re: Anarchia
#1281
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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Citazione:

La giustificazione divina della sovranità è parte della parentesi medievale tra due concezioni ben diverse, e oggigiorno molto più influenti: quella greca e quella moderna.

Sarà "discutibile" quanto vuoi la necessità di una giustificazione del potere...Ma questa tua mi pare ancora più discutibile Boh?

E i faraoni?
E i miti tipo Romolo e Remo..?
E le città fondate dai semidei?

Potere politico e potere religioso son sempre state facce della stessa medaglia o poteri che si sostevano a vicenda....
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 24/1/2007 15:49
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  •  bandit
      bandit
Re: Anarchia
#1282
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 28/11/2005
Da
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"bandit, quando ti trovi in quelle condizioni è perchè sei solo un "ospite"; come tale hai delle piccole deroghe( che però non ho ben capito a dir la verità.sarebbe il non pagare i contributi per lo stato in cui vai in vacanza?), che però cessano nel momento stesso in cui tu decidi di viverci in quel luogo"
+++++++++++
nichilista, il mio spunto era solo per considerare che non è impossibile vivere sullo stesso territorio rispondendo a regole diverse. anche fissare dei limiti temporali per la conservazione di uno status diverso è una mera decisione di qualcuno e come tale discutibile e modificabile.
certo che la realizzazione attuale delle potenzialità di questo discorso è timida e incerta, si tratta di indicare delle possibilità, non di dimostrare che la soluzione è già attuata al 100%. non si tratta poi solo di "pagare di meno", come ho già detto (a parte chei se tu vai in trentino o a varese sei tu che la benzina la paghi di più, loro sono quelli che la pagano meno ).
ma sia chiaro che anche io mi addentro in questo discorso con spirito esplorativo. il mio pensiero di riferimento, come ho detto altre volte, è quello dello stato minimo (in cui lo stato è una medicina necessaria ma piena di effetti collaterali, per cui ne va preso il meno possibile e non una goccia di più).
Inviato il: 24/1/2007 16:15
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Anarchia
#1283
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/7/2006
Da marca gioiosa et amorosa
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Franco8,

giusto per precisare.

Fini parlava di pensiero politico occidentale, non di fattualità storica. Gli esempi che dai tu sono esterni alla tradizione della nostra riflessione politica.

Non è che non sia mai esistita giustificazione al potere, è solo che i greci la ricercavano nel kosmos, nell'ordine ontologico della natura di cui l'uomo fa parte, i moderni, a partire da Hobbes, nell'uguaglianza tra uomini e nella ragione.

Come vedi Dio c'entra poco.

Ciao!
_________________
Bicarlonato.
Inviato il: 24/1/2007 18:02
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  •  davlak
      davlak
Re: Anarchia
#1284
Mi sento vacillare
Iscritto il: 3/6/2006
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Citazione:

florizel ha scritto:
Ciao, davlak.
Dal brano di "Sudditi" leggo questo passaggio:

"Il Nuer è il prodotto di un'educazione dura ed egalitaria, profondamente democratico e facilmente portato alla violenza. Il suo spirito turbolento trova ogni restrizione irritabile; nessuno riconosce un superiore sopra di sé."

Trovo ambiguo che Fini attribusca il rifiuto di organismo superiore ad un'educazione dura o all'indole violenta di quella comunità.
E' piuttosto il contrario, credo: il rifiuto di un organismo superiore deriva dal riconoscimento dell'inutilità della violenza.
Metterla come la mette lui, Fini, implica la necessità della violenza per liberarsi di un potere che opprime, il che, tradotto in termini sociali, spaccia come inevitabile il suo uso.
Non so se mi spiego.

ciao Florizel.
e ambiguo in effetti appare, fatto salvo che forse un pò arbitrariamente ho estrapolato quel brano da un contesto più ampio.
cercherò quanto prima di riportare altri brani dallo stesso saggio, per ricontestualizzare al meglio.
in sostanza però posso anticipare che, almeno a mio avviso, l'inclinazione alla violenza dei Nuer è un anticorpo preventivo all'instaurazione di una gerarchia di potere.

(p.s.: non ho il testo a portata di mano ora, spero in serata).
_________________
«Proclamare il diritto all'uguaglianza in una società che ha bisogno di una massa di schiavi salariati vuol dire aver perso la testa» (F. Nietzsche)
Inviato il: 24/1/2007 18:21
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Anarchia
#1285
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
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Citazione:
Locke, però, aveva copiato da Hobbes. D'ora in poi mi autoproclamo difensore d'ufficio dell'autore del Leviathan, chiamato a rispondere di tutti i mali della politica e puntualmente scambiato con Locke quando si fa portatore di idee "giuste".


Si dice che il commettere ingiustizia sia per natura un bene, il subirla un male, e che il subirla sia un male maggiore di quanto non sia un bene commetterla; di conseguenza, quando gli uomini commettono ingiustizie reciproche e provano entrambe le condizioni, non potendo evitare l'una e a scegliere l'altra sembra loro vantaggioso accordarsi per non commettere né subire ingiustizia. Di qui cominciarono a stabilire leggi e patti tra loro e a dare a ciò che viene imposto dalla legge il nome di legittimo e di giusto. Questa è l'origine e l'essenza della giustizia, che sta a metà tra la condizione migliore, quella di chi non paga il fio delle ingiustizie commesse, e la condizione peggiore, quella di chi non può vendicarsi delle ingiustizie subite. Ma la giustizia, essendo in una posizione intermedia tra questi due estremi, viene amata non come un bene, ma come un qualcosa che è tenuto in conto per l'incapacità di commettere ingiustizia; chi infatti potesse agire così e fosse un vero uomo, non si accorderebbe mai con qualcuno per non commettere o subire ingiustizia, perché sarebbe pazzo. Tale, Socrate, è dunque la natura e l'origine della giustizia, secondo l'opinione corrente». «Ci renderemmo conto perfettamente che anche chi la pratica lo fa contro voglia, per l'impossibilità di commettere ingiustizia, se immaginassimo una prova come questa: dare a ciascuno dei due, al giusto e all'ingiusto, la facoltà di fare ciò che vuole, e poi seguirli osservando dove li condurrà il loro desiderio. Allora coglieremmo sul fatto il giusto a battere la stessa strada dell'ingiusto per spirito di soperchieria, cosa che ogni natura è portata a perseguire come un bene, mentre la legge la devia a forza a onorare l'uguaglianza.

(Platone, Repubblica, libro II)

Chi ha copiato da chi?

***

Parlando dei Nuer sono tutt'altro che un popolo anarchico ma sono l'incarnazione di quel modello di società chiamato segmentaria. Il potere dell'uomo sull'uomo c'è, eccome, e se trovo un po' di tempo vi schematizzo anche come funziona il tutto.

Ashoka
Inviato il: 24/1/2007 18:52
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  •  nichilista
      nichilista
Re: Anarchia
#1286
Mi sento vacillare
Iscritto il: 20/9/2006
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...Chi ha copiato da chi?



bene, abbiamo scoperto che il principio di conservazione di Lavoisier è applicabile anche alle idee ed alla filosofia.
credo che borges ne sarebbe felice.


inoltre, che anche nelle più piccole comunità autonome tribali il concetto di autorità è tutt altro che avulso e quasi sempre si lega a riti e consuetudini e viene giustificato spesso con attribuzioni magiche o divine(elementi di cui la società moderna è carente e che quindi vengono rimpiazzati da altre leggende e da altri riti:quali? non occorre andare lontani)
_________________
"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra
convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante
opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può
denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
Inviato il: 24/1/2007 20:13
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Anarchia
#1287
Sono certo di non sapere
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La società segmentaria funziona più o meno così (DISCLAIMER: è un modello interpretativo e quindi non rappresenta la realtà al 100% ed in ogni caso)



Gli agglomerati, man mano più grossi, stanno ad indicare segmenti via via più grandi della società.

Quando X1 combatte contro X2 nessun altro segmento della società interviene. Quando X1 combatte con Y, X2 si unisce a lui ed il conflitto viene limitato a questi due segmenti. Allo stesso modo, se Y entra combatte con Z, avrà l'aiuto di X1 ed X2 ma non di Q e così via.

Quando poi Q dovesse fare una razzia alla popolazione vicina, allora anche Z, Y, X1 ed X2 interverranno a dargli man forte.

Ashoka
Inviato il: 24/1/2007 20:36
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Anarchia
#1288
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Chi ha copiato da chi?


Il punto non era questo. Il punto era: gli uomini nascono, per natura, liberi, indipendenti e uguali.

Per Platone gli uomini sono tutti liberi, indipendenti ed uguali?

Carlo


PS: la Repubblica è un dialogo, e vi si trovano molte opinioni diverse che non necessariamente coincidono con il pensiero di Platone (generalmente messo in bocca a Socrate).

Esempio. Trasimaco: "Giusto è l'utile del più forte" (Resp. 339-b). Questo non significa che Platone accetti questa versione. Infatti, Socrate: "Il possesso di ciò che è proprio, il compiere ciascuno la propria funzione, potrà essere riconosciuto come giustizia." (Resp. 433e).

Ogni uomo ha una propria "funzione" all'interno della polis. Quindi non tutti gli uomini sono uguali. Hobbes dice l'esatto contrario.

Non prendiamo frasi estrapolate dal contesto, per cortesia!
_________________
Bicarlonato.
Inviato il: 24/1/2007 21:51
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Re: Anarchia
#1289
Sono certo di non sapere
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Quindi non tutti gli uomini sono uguali. Hobbes dice l'esatto contrario.

Tranne per il sovrano, la cui autorità è di natura divina...

E dato che alcuni uomini si sono appellati per la loro disobbedienza al sovrano a un patto stipulato non con gli uomini ma con Dio, anche questo è ingiusto poiché non ci può essere un patto stipulato con Dio, se non con la mediazione di alcuni che rappresentano la persona di Dio, il che nessuno può fare se non il luogotenente di Dio il quale ha la sovranità al di sotto di Dio.
(Th. Hobbes, Leviatano, II, cap. XVIII)
__________________________


Il contratto realizza un'unificazione di tutti i cittadini particolari in uno stato guidato dal sovrano, che riduce tutti i singoli voleri ad un'unica volontà. Lo stato è un corpo sociale, o corpo artificiale, diverso dal corpo naturale, perché è prodotto dall'arte umana. Lo stato è una specie di uomo artificiale e gigantesco, in cui il sovrano è il capo, e i cittadini sono le membra. Hobbes lo chiama "Leviatano", per sottolinearne l'aspetto di mostruosa onnipotenza. Il Leviatano è un mostro biblico, una specie di gigantesco coccodrillo descritto nel libro di Giobbe come dotato di una forza superiore a quella di ogni altro essere terreno. Il Leviatano è dunque il simbolo della potenza sovrana dello stato. Lo stato è detto anche "Dio mortale", perché è il rappresentante di Dio sulla terra, poi perché a lui, come a Dio, dobbiamo ubbidienza, e infine perché lo stato garantisce la pace e la difesa.
(Pensiero di Hobbes)
__________________________


Io mi domando e dico: ma non sarebbe ora di buttare nel cesso una volta per tutte i vaneggiamenti di questo esaltato seicentesco?
Inviato il: 24/1/2007 22:09
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Anarchia
#1290
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Tranne per il sovrano, la cui autorità è di natura divina...

E dato che alcuni uomini si sono appellati per la loro disobbedienza al sovrano a un patto stipulato non con gli uomini ma con Dio, anche questo è ingiusto poiché non ci può essere un patto stipulato con Dio, se non con la mediazione di alcuni che rappresentano la persona di Dio, il che nessuno può fare se non il luogotenente di Dio il quale ha la sovranità al di sotto di Dio.


Se io e te decidiamo che Tizio deve farci da tramite con Caio, significa che è Caio a decidere che Tizio è il nostro tramite?

Dio non c'entra un cazzo. Lo dice anche Wikipedia, al paragrafo immediatamente inferiore rispetto a quello che hai postato.

Perché il sovrano detiene il suo potere? Perché glie l'ha dato il buon Dio? No! Ma allora perché?

Perché il contratto non è stipulato fra il potere sovrano e il popolo, ma solo dai vari individui fra loro; il sovrano non ha partecipato alla stipulazione del contratto. Poi perché il sovrano non ha ricevuto nulla che non possedesse di già. Infatti, il sovrano, prima del contratto, aveva quel diritto su tutto al quale tutti, meno lui, hanno rinunciato. Inoltre, il potere del sovrano dev'essere assoluto per contrastare la natura tendenzialmente egoista degli uomini: se lo stato lasciasse agli uomini una certa libertà, seppure limitata, nascerebbero di nuovo guerra e disordini.

Citazione:
Io mi domando e dico: ma non sarebbe ora di buttare nel cesso una volta per tutte i vaneggiamenti di questo esaltato seicentesco?


C'è chi i libri li butta nel cesso, c'è chi li brucia, de gustibus...

Personalmente propongo di leggerli e capirli, prima.

Carlo
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Inviato il: 24/1/2007 22:45
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Re: Anarchia
#1291
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Se io e te decidiamo che Tizio deve farci da tramite con Caio, significa che è Caio a decidere che Tizio è il nostro tramite?

Significa intanto che io e te abbiamo deciso che Caio esiste, e poi che non è affatto detto che Caio – sempre ammesso che esista e non sia una nostra invenzione – sia d'accordo con la nostra decisione che Tizio debba essere il suo luogotenente.
Da quello che si racconta su Caio, tenderei ad escluderlo.

il sovrano non ha partecipato alla stipulazione del contratto.

Manco io! Vuol dire che sono il sovrano? Prostrati di fronte a me, pezzente!



se lo stato lasciasse agli uomini una certa libertà, seppure limitata, nascerebbero di nuovo guerra e disordini.

E se lo dice Hobbes, sarà certamente vero, non c'è bisogno di alcuna dimostrazione!

C'è chi i libri li butta nel cesso, c'è chi li brucia, de gustibus...

Personalmente propongo di leggerli e capirli, prima.


Anch'io, ma non mi aspetto granché...
Inviato il: 24/1/2007 22:55
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  •  carloooooo
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Re: Anarchia
#1292
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Manco io! Vuol dire che sono il sovrano? Prostrati di fronte a me, pezzente!


Questa è bella, davvero!

Carlo
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Bicarlonato.
Inviato il: 24/1/2007 23:26
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  •  LoneWolf58
      LoneWolf58
Re: Anarchia
#1293
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/11/2005
Da Padova
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Citazione:
Quando X1 combatte contro X2 nessun altro segmento della società interviene. Quando X1 combatte con Y, X2 si unisce a lui ed il conflitto viene limitato a questi due segmenti. Allo stesso modo, se Y entra combatte con Z, avrà l'aiuto di X1 ed X2 ma non di Q e così via.
Cavolo Ashoka m'hai fatto veni' il mal di testa non bastava riportare quello che dovrebbe essere un proverbio africano (non ne ho la certezza... infatti se ci fai caso comincio a dubitare anch'io )
" io contro mio fratello; io e mio fratello contro mio cugino; io, mio fratello e mio cugino contro la mia tribù; io, mio fratello, mio cugino, la mia tribù contro la tribù del villaggio vicino..."
Per l'argomento del 3d mi stò documentando, poi torno... intanto un salutone a tutti e non fate troppi casini
_________________
La storia, come un'idiota, meccanicamente si ripete. (Paul Morand)
Il problema, però, è che ci sono degli idioti che continuano a credere che la storia non si ripeta. (LoneWolf58)
Inviato il: 25/1/2007 10:40
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Anarchia
#1294
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Il punto non era questo. Il punto era: gli uomini nascono, per natura, liberi, indipendenti e uguali.

Per Platone gli uomini sono tutti liberi, indipendenti ed uguali?


Il fatto che questi uomini descritti da Hobbes siano uguali, nel corpo e nella mente, e che quindi la bellum omnium contra omnes non possa essere vinta da nessuno è una dichiarazione dei diritti ante litteram o forse è una creazione strumentale ?
Dopotutto lo stesso Hobbes afferma che è la legge civile a rendere gli uomini disuguali (The inequality that now is has been introduced by the laws civil. ).

E' chiaro che per Platone gli uomini non sono tutti uguali “nel corpo e nella mente” e nemmeno per il Glaucone della Repubblica. Eppure perviene ad una conclusione simile: naturalmente gli uomini tendono a fare violenza e commettere ingiustizia verso gli altri, ma poiché più spesso ricevono ingiustizia che farla allora si accordano in un patto sociale ed era quello che mi interessava.

La catena logica “desiderio di sopraffazione” - “guerra di tutti contro tutti” - “nessun vincitore” - “patto sociale” è molto simile.

Glaucone continua dicendo che se esistessero due anelli che danno l'invisibilità e fossero dati all'uomo giusto ed a quello ingiusto il primo si troverebbe a comportarsi esattamente come il secondo ed è questa affermazione che Platone tenterà di confutare nei libri seguenti, per bocca di Socrate (specialmente nei libri VIII e IX)

Citazione:
PS: la Repubblica è un dialogo, e vi si trovano molte opinioni diverse che non necessariamente coincidono con il pensiero di Platone (generalmente messo in bocca a Socrate).

Esempio. Trasimaco: "Giusto è l'utile del più forte" (Resp. 339-b). Questo non significa che Platone accetti questa versione. Infatti, Socrate: "Il possesso di ciò che è proprio, il compiere ciascuno la propria funzione, potrà essere riconosciuto come giustizia." (Resp. 433e).


Pensa che per qualcuno, ovvero Leo Strauss, questo sarebbe il pensiero di Platone, messo in bocca a Trasimaco e non a Socrate

Citazione:

Ogni uomo ha una propria "funzione" all'interno della polis. Quindi non tutti gli uomini sono uguali. Hobbes dice l'esatto contrario.


Ma nemmeno per Hobbes nella società gli uomini sono uguali, tutt'altro. Le disuguaglianze sono proprio frutto della legge civile. Il riconoscimento di essere tutti uguali porterà, secondo Hobbes, ad uscire dallo Stato di Natura affidando ad una persone il privilegio di essere “ab solutus legibus”, ed ecco i nostri uomini cessare di essere tutti uguali (il sovrano non lo è) e diventare cellule del Leviatano.

Ashoka
Inviato il: 25/1/2007 11:19
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Anarchia
#1295
Dubito ormai di tutto
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Ashoka,

non ho qui il Leviathan sottomano. Per cui non posso citare.

Citazione:
Il fatto che questi uomini descritti da Hobbes siano uguali, nel corpo e nella mente, e che quindi la bellum omnium contra omnes non possa essere vinta da nessuno è una dichiarazione dei diritti ante litteram o forse è una creazione strumentale ?


E' semplicemente il frutto di una concezione nuova e diversa dell'individuo rispetto all'antichità e al Medioevo, che Hobbes inserisce nella sua filosofia politica. Individuo come atomo isolato e perciò libero (non esiste infatti nulla che non gli spetti di diritto, non esisteno un ordine ontologico cui si deve sottomettere.)

L'etica e la fisica di Hobbes sono strettamente collegate con la politica: l'individualismo hobbesiano prende vita dalla sua concezione di uomo, inteso come macchina, caratteristica del pensiero moderno a partire da Cartesio.

Poi è vero che è la legge a rendere gli uomini disuguali, ma lo fa proprio perché inizialmente sono "liberi, indipendenti, uguali." Contrariamente quanto dice Fini (infatti era a lui che era rivolta la mia critica), non è stato Locke a teorizzare per primo questa uguaglianza, da noi oggi data per scontata, ma Hobbes, anche se non necessariamente quel presupposto dovrà giustificare l'assolutismo, come mostra Locke.

Io volevo solo mettere in evidenza questo.

Carlo
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Bicarlonato.
Inviato il: 25/1/2007 15:56
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  •  franco8
      franco8
Re: Anarchia
#1296
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Franco8,
giusto per precisare...

(Forse) Ho capito la distinzione..
Boh ...bisogna vedere cosa intendeva dire Fini, però con:
" il pensiero orientale ma anche occidentale... "
Se si interpreta "pensiero" nel senso di pensiero e scritti dei filosofi.. hai ragione tu... (ammetto la mia ignoranza)
Se si intende in versione più "lasca".... "culturale", il rimando ad una origine divina del potere è (oserei dire) quasi una costante storica...
Dai Faraoni, agli imperatori romani ... ai Califfi, ai "re per volontà divina" dei tempi moderni... Mi pare chiaro... Forse
(forse la "rottura" è con la rivolzione francese? )
Ciao.
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.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 26/1/2007 15:23
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  •  orkid
      orkid
Re: Anarchia
#1297
Mi sento vacillare
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Da La Beverly Hills italiana
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mi inserisco alla discussione con questa citazione da un libro letto di recente:

Svuotare i corridoi del potere

Dice un vecchio adagio: "Non votare, serve solo ad incoraggiarli". Vero, ma molte nazioni hanno reso obbligatorio il voto, e quelli che non lo danno assumono i colori della "maggioranza" quando meno di un quarto della popolazione si suppone abbia conferito loro un mandato. Dico "si suppone", perchè spesso la bilancia viene fatta pendere più dalla parte di quelli che votano contro qualcuno, piuttosto che da quelli che votano per qualcuno. Molti di quelli che oggi non votano, lo fanno (o non lo fanno) a causa del disgusto per tutta la sciarada, ma il sistema li conta semplicemente come apatici, ignorando il loro non-voto. Intanto il sistema va avanti come se tutto andasse secondo i piani, e un partito viene messo al lavoro per trovare il modo di far sì che più persone apprezzino il valore del voto.
Gran parte della nuova genia degli attivisti "morbidi", in Gran Bretagna, ha trovato il modo di irretire e confondere lo Stato nelle sue stesse leggi e regolamenti contorti, che deve regolarmente infrangere per poter avere a che fare con i contestatori. Notate quanto spesso le accuse vengono lasciate cadere poco dopo l'arresto. Forse c'è un modo per usare il "sacro" diritto di voto come uno strumento per togliere potere allo Stato. Forse c'è un modo per ritrattare del tutto il mandato del popolo. Che cosa succederebbe se ci fosse un modo per votare contro, invece che per sceglirne uno dalla selezione offerta?
Ebbene, ne ebbi un'idea alcuni anni fa, il cui ricordo mi è tornato in mente scrivendo questo libro. Fu il risultato di un impegno che mi assunsi con il mio eccentrico amico Rainbow George una notte. In qualche modo convinse me, un apolitico convinto, ad accettare di lanciare un partito politico di qualche genere alla prossima conferenza stampa della sua Rainbow Alliance. Erano coinvolte le elezioni politiche locali, e George continuò telefonandomi per ricordarmi la mia promessa.
Mentre la data fissata si avvicinava, mi concentrai sul problema una sera e schizzai l'abbozzo di un programma che sembrasse meritare il voto. In seguito fu chiamato il Partito Nessun Candidato (No-Candidate Party) e io divenni "Gregory Sams, non aspirante al parlamento". Stampai un comunicato stampa e dei biglietti da visita con la dicitura "De-attivista politico" stampato sotto il mio nome. La cosa fu menzionata in alcuni giornali e ci fu un'intervista radiofonica, ma all'epoca non si andò oltre.
Questo partito potrebbe essere ribattezzato come il Partito dei Posti Vuoti (Bare Seat Party) oppure Partito NOTA (None Of The Above) [Nessuno di quelli sopra N.d.T.). La sede del partito avrebbe contratti standard impegnativi firmati da ogni aspirante candidato. Questo contratto di una sola pagina dovrebbe essere qualcosa del genere: "Io mi impegno, qualora fossi eletto, a non partecipare mai ad alcuna sessione del Parlamento, a non votare mai su alcuna proposta e a non svolgere alcuna delle mansioni attinenti a questa carica. Mi impegno a non incassare alcuna forma di pagamento per questo lavoro sotto forma di stipendio, salario o remunerazione dallo Stato, a non reclamare diritti di trasferta, spese o lavori per parenti, amici ed estranei".
Ogni voto per il Partito dei Posti Vuoti sarebbe un voto per un politico in meno, spedito con un brivido giù per i corridoi del potere, seguito da un fremito fastidioso se anche un solo posto in Parlamento dovesse essere liberato in questo modo. E' un voto contro tutti i partiti usualmente in competizione per il potere. Impedisce anche a chiunque di sostenere che non votate solo perchè siete troppo pigri o apatici per prendere parte all'eccitante processo di scegliere un sacco di nuovi volti per creare ancora più leggi e infrangere tutte le promesse impossibili per i prossimi anni, per quanti siano.
Questo nuovo partito non viene presentato come una specie di tecnica estrema per sradicare lo Stato, ma come una parte semplice ed efficace per fare in modo che il processo vada avanti - un catalizzatore e uno stimolo per altre azioni più importanti e rilevanti che non si possono determinare in questo momento. Potrebbe anche spingere il mondo degli affari e la comunità in generale a iniziare a costruire alternative funzionanti a quel 20% del lavoro dello Stato che è essenziale alla nostra società. Un politico in meno non è una gran cosa in sè, ma il fatto che venga mandato via col voto e non con una pallottola o una bomba è una cosa davvero nuova nel mondo politico, e un segnale per coloro che ne fanno parte che farebbero meglio a iniziare a cercarsi un vero lavoro per il futuro a medio-termine.
I suggerimenti presentati fin qui trasformerebbero il voto in un potente segnale allo Stato e una garanzia che non sarete mai male rappresentati dal vostro candidato. Un voto per il Partito dei Posti Vuoti invia il più forte messaggio possibile allo Stato sul fatto che ne abbiamo delle loro pagliacciate e che il loro potere sta calando.
NOn esiste alcun Partito dei Posti Vuoti nel momento in cui scrivo, e l'autore non è competente nè esperto nella creazione di simili strutture. Il concetto è molto semplice e potrebbe in teoria essere applicato ovunque nel mondo.

Declino ogni responsabilità: per il loro bene e felicità, come per i nostri, tutti i lettori sono avvisati di non immischiarsi in faccende politiche, e di non candidarsi mai per cariche pubbliche.

Dal manifesto del No-Candidate Party:

"E' più che non votare, è votare per nessuno di loro!
La nostra affiliazione è costituita da persone che ora comprendono che la destra e la sinistra sono entrambe ali dello stesso uccello - che per quanto si vada lontano a destra o a sinistra o se si opti per il centro - L'UCCELLO NON VOLA!
Il nostro programma non è complicato: no alla politica. Vota per noi se non vuoi attivamente essere rappresentato dagli stravaganti e dai lunatici che danno ad intendere di governare il paese. Tutto quello a cui aspiriamo è di riavere indietro i nostri risparmi. Non prosciugheremo, controlleremo o manipoleremo l'economia.
UN VOTO PER UN BUROCRATE IN MENO.

Tratto dal libro "Fuori dalla Norma" di Gregory Sams

qui
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Autodidatta Bonsai


"Quando l'uomo comune capisce diventa saggio, quando il saggio capisce diventa un uomo comune."
Inviato il: 4/2/2007 22:10
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Re: Anarchia
#1298
Mi sento vacillare
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Ciao Orkid,
ho letto quanto hai postato e mi riprometto di leggere interamente il libro.
Esprimo comunque qualche considerazione a caldo. Sinceramente un'iniziativa del genere mi lascia molto perplesso.

Il succo e il risultato sarebbe far andare a votare anche chi ha deciso che non vuole più votare.

Facciamo caso che il 15-20% voti per il no candidate.. secondo me truccherebbero e farebbero diventare il no candidate 0,2%-1%.. e la democrazia sarebbe bella e rinforzata.. facendo finta di dar voce perfino a chi non la vuole..
Il punto sarebbe questo: canalizzare un dissenso sempre maggiore: anche se voti un "no-candidate" esprimi comunque sempre un voto..
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Inviato il: 4/2/2007 23:02
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  •  orkid
      orkid
Re: Anarchia
#1299
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Citazione:
Facciamo caso che il 15-20% voti per il no candidate.. secondo me truccherebbero e farebbero diventare il no candidate 0,2%-1%..


Lo sapevo che qui è una "torcida" di complottisti sfegatati!!!

Se voti un no-candidate esprimi un voto...contro... solo che a me rompe non votare e essere considerato da tutti ciò che conosco un idiota...è solo un anno che "ho preso la pillola rossa" e le mie idee si sono completamente ribaltate, sono andate oltre, mentre tutti intorno a me sono rimasti fermi.
Servirà a canalizzare un dissenso sempre maggiore? bè non mi sembra male...

Comunque il libro te lo consiglio... tra l'altro lo preso in omaggio acquistando Inganno Globale!!!

Ciao
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Autodidatta Bonsai


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Inviato il: 4/2/2007 23:15
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Re: Anarchia
#1300
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Citazione:
solo che a me rompe non votare e essere considerato da tutti ciò che conosco un idiota...è solo un anno che "ho preso la pillola rossa" e le mie idee si sono completamente ribaltate, sono andate oltre, mentre tutti intorno a me sono rimasti fermi.



uhm... prendere "la pillola rossa" credo voglia dire ingoiarla interamente, cercare di aprire gli occhi a 360 gradi.. E se ragioni ancora "per come sei considerato" forse il processo di auto-consapevolezza è abbastanza lungo..

è una bella lotta essere libertari..

e quando lo sei veramente è probabile che tu riesca a smuovere qualcuna delle persone che ti è accanto..


p.s. come hai fatto ad avere il libro in omaggio?
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Inviato il: 4/2/2007 23:29
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  •  orkid
      orkid
Re: Anarchia
#1301
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Citazione:
uhm... prendere "la pillola rossa" credo voglia dire ingoiarla interamente, cercare di aprire gli occhi a 360 gradi.. E se ragioni ancora "per come sei considerato" forse il processo di auto-consapevolezza è abbastanza lungo..


non sono d'accordo... per me la pillola rossa ha aperto una porta, da dove giornalmente entrano stimoli ed idee nuove, gradualmente e con discernimento, in fondo qualsiasi processo di auto-consapevolezza deve e dico deve essere lungo per essere definito tale.

E rifiuto di essere etichettato in qualsiasi modo che sia idiota, apatico, ingnorante o ... libertario!!

Maledetto orgoglio!

E poi prova te a far ragionare certa gente... io mollo l'osso e infatti non a caso sono qui!!!

Il link al libro è di MacroLibrarsi ed è distribuito solo in omaggio con un altro acquisto... solo che hanno parecchi libri...come dire...fuffa!!! l'unico che merita è inganno globale!

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Autodidatta Bonsai


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Inviato il: 4/2/2007 23:42
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Re: Anarchia
#1302
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Citazione:
E rifiuto di essere etichettato in qualsiasi modo che sia idiota, apatico, ingnorante o ... libertario!!


ok, orkid.. non era una "critica" con "libertario" cercavo proprio di trovare un termine per indicare il rifiuto di ogni etichetta e verità predefinite e il tentativo di costruire visione delle cose autonoma e forte.

io ci provo.. e l'osso non lo mollo nè qui su lc nè, a maggior ragione, fuori di qui.

ciao e a presto,
piero


p.s. grazie per le informazioni sul libro
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Inviato il: 5/2/2007 0:02
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  •  torquemajo
      torquemajo
Re: Anarchia
#1303
Ho qualche dubbio
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Una semplice domanda:
Chi garantisce materialmente il singolo contro le ingiustizie nella società anarchica, perpetrate dall'esterno e/o dall'interno della sua stessa società?
Inviato il: 31/5/2007 0:17
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Anarchia
#1304
Mi sento vacillare
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Torquemajo
Citazione:
Una semplice domanda:
Chi garantisce materialmente il singolo contro le ingiustizie nella società anarchica, perpetrate dall'esterno e/o dall'interno della sua stessa società?


Ciao, Torquemajo.

Effettivamente la tua domanda è semplice (é una curiosità che ho anch’io).

Forse non altrettanto la risposta.


Prealbe
Inviato il: 31/5/2007 7:12
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Anarchia
#1305
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Chi garantisce materialmente il singolo contro le ingiustizie nella società anarchica, perpetrate dall'esterno e/o dall'interno della sua stessa società?

E in una società non anarchica? Lo Stato? La Madonna di Medju Gorie?

Comunque essendo la "società anarchica" essenzialmente una libera associazione di uomini, saranno quegli stessi uomini a definire i modi per preservarsi dalle ingiustizie, mi sembra evidente.

La domanda dimostra che non ti è ancora chiara l'idea che sta alla base del pensiero anarchico, che non è semplicemente "l'assenza di Stato": è l'idea che ognuno di noi è libero e responsabile della propria vita e non ha bisogno di qualcuno o qualcosa che garantisca per lui.

Nel momento in cui l'individuo crede di dover affidare a qualcuno la gestione della sua vita perde in quel momento la libertà, perché rinuncia alla responsabilità.

Quindi si potrebbe rispondere che nessuno garantisce il singolo contro qualcosa o qualcuno, ma che i singoli sono responsabili della propria vita.
Inviato il: 31/5/2007 8:23
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#1306
Sono certo di non sapere
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Da dove potrei stare meglio.
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Citazione:
Chi garantisce materialmente il singolo contro le ingiustizie nella società anarchica, perpetrate dall'esterno e/o dall'interno della sua stessa società?

Intanto, non mi pare che una società NON anarchica garantisca il singolo, tutt'altro. Garantisce semmai le LEGGI che regolamentano la vita dei singoli riassumendoli in una sola moltitudine.

Come descrive Pausania, è nella diretta organizzazione dei diretti interessati che si stabiliscono i modi per preservarsi da eventuali "attacchi"; dal momento che chi sceglie di aderire ad una società del genere non vi sarà mai costretto,reputo più probabile che eventuali attacchi vengano dall'esterno, non dal suo interno.
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Inviato il: 31/5/2007 9:24
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Re: Anarchia
#1307
Sono certo di non sapere
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Per scaricare in inglese in formato PDF il libro citato da orkid andare QUI
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Inviato il: 31/5/2007 11:51
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  •  torquemajo
      torquemajo
Re: Anarchia
#1308
Ho qualche dubbio
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Grazie a quanti hanno risposto, anche se mi avete dato delle non-risposte...
Infatti dire semplicemente:

Citazione:
Comunque essendo la "società anarchica" essenzialmente una libera associazione di uomini, saranno quegli stessi uomini a definire i modi per preservarsi dalle ingiustizie, mi sembra evidente.


non spiega nulla. Quali modi usaranno per difendersi? Quali e quanti potranno utilizzare la forza per far valere i loro diritti, se soggetti al sopruso? Che garanzie ci sono che chi è più forte, nella comunità, non usi la propria forza per prevalere sugli altri?

In democrazia, e perfavore non guardate solo agli esempi di democrazia esistenti adesso, parlo in linea generale, la garanzia che una forza non prevalga sulle altre viene dalla divisione dei poteri e dal controllo degli uni sugli altri. L'anarchismo rigetta questa possibilità di controllo.
Inviato il: 31/5/2007 13:40
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  •  SENTIERO
      SENTIERO
Re: Anarchia
#1309
Dubito ormai di tutto
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Da ROMA
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Citazione:

torquemajo ha scritto:
Grazie a quanti hanno risposto, anche se mi avete dato delle non-risposte...
Infatti dire semplicemente:

Citazione:
Comunque essendo la "società anarchica" essenzialmente una libera associazione di uomini, saranno quegli stessi uomini a definire i modi per preservarsi dalle ingiustizie, mi sembra evidente.


non spiega nulla. Quali modi usaranno per difendersi? Quali e quanti potranno utilizzare la forza per far valere i loro diritti, se soggetti al sopruso? Che garanzie ci sono che chi è più forte, nella comunità, non usi la propria forza per prevalere sugli altri?

In democrazia, e perfavore non guardate solo agli esempi di democrazia esistenti adesso, parlo in linea generale, la garanzia che una forza non prevalga sulle altre viene dalla divisione dei poteri e dal controllo degli uni sugli altri. L'anarchismo rigetta questa possibilità di controllo.


In effetti torquemajo tutti i torti non li ha..........
Descritta cosi' l'anarchia sembra la Casa delle liberta'
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La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele
servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha
dimenticato il dono

A.Einstein
Inviato il: 31/5/2007 14:02
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Anarchia
#1310
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 6/4/2006
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Torquemajo, sono solo 1300 post, fai uno sforzo


Citazione:
Che garanzie ci sono che chi è più forte, nella comunità, non usi la propria forza per prevalere sugli altri?

Semplice: poichè il tizio più forte non avrà obbligato tutti i bambini dai sei ai 16 anni ad andare a scuola, dove gli spiegano per dieci anni che il tizio più forte deve comandare e che tutti lo devono temere e rispettare e devono dargli una parte dei loro guadagni e devono permettergli di assoldare altri cittadini che facciano rispettare la sua legge ed altri per conquistare con la forza territori nemici; insomma, se il tipo è più forte gli altri sono tanti, e lo prendono a roncolate sulla testa.

Scherzi a parte. Davvero ti consiglio di leggere, non solo questo forum, ma le tante pubblicazioni a riguardo. E ti assicuro che questi dubbi non ti verrebbero, per il semplice motivo che "anarchia" non è una costituzione o un codice di leggi. Ti ripeto che è il concetto è quello della libera associazioni di uomini, che decidono come organizzare la loro convivenza come meglio credono e come meglio si conforma al luogo e alle attività. Non esiste la formula magica per cui la "società anarchica" funziona. Esiste solo questo principio.


Citazione:
In democrazia, e perfavore non guardate solo agli esempi di democrazia esistenti adesso, parlo in linea generale, la garanzia che una forza non prevalga sulle altre viene dalla divisione dei poteri e dal controllo degli uni sugli altri. L'anarchismo rigetta questa possibilità di controllo.

Non esiste la democrazia in generale. Esistono queste democrazie esistenti, e i libri. Sui libri puoi far accadere di tutto, la realtà è sotto gli occhi di tutti.

La democrazia, come tutte le dottrine politiche moderne, si basa sull'assioma dell'esistenza del Leviatano, lo Stato, e da lì parte con tutte le teorie del voto e dei pesi e contrappesi.

L'anarchia considera invece il fondamento stesso della democrazia un arbitrio violento ed ingiustificato, e quindi, rigettando il fondamento, non sa che farsene dei "pesi e contrappesi".

Anche volendo limitarci alla speculazione teorica, il pensiero anarchico sostanzialmente si disinteressa del fatto che il Governo sia limitato nel suo agire dal Parlamento, perché entrambi debbono la loro esistenza alla violenza che lo Stato esercita sui cittadini, cui viene negata ogni possibilità di scegliere come gestire la loro vita privata e sociale.

Se il cittadino non è libero, ma costretto con la forza o con la minaccia della violenza ad accettare che lo Stato limiti senza diritto o peggio senza ragione le sue libertà, il fatto che gli organi dello Stato tra di loro siano in equilibrio è del tutto irrilevante.
Inviato il: 31/5/2007 14:09
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