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   Scienze Economiche
  Abraham Hitler

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  •  horselover
      horselover
Re: Abraham Hitler
#14
Dubito ormai di tutto
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a.hitler ha copiato da h. ford
Inviato il: 31/7/2013 18:28
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Abraham Hitler
#13
Dubito ormai di tutto
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Ciao a tutti:

@Calvero: leggi l'articolo introduttivo del mio topic sulla IIWW. Credo di essere molto più vicino io alla verità di Ellen Brown.

@Pikebishop: abbastanza d'accordo. Tuttavia bisogna cmq. ribadire che la Germania non avrebbe mai potuto acquisire la potenza economica e militare senza CONSISTENTI appoggi internazionali (quasi certo USA), finanziamenti e importazione di beni primari come acciaio e petrolio. Anche a te consiglio di leggere l'articolo introduttivo del mio topic sulla IIWW.

@ Maksi: Germania distrutta? A me non pareche sia messa peggio della Francia o della Gran Bretagna...
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Inviato il: 31/7/2013 18:26
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Re: Abraham Hitler
#12
Sono certo di non sapere
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Citazione:
IL BABAU: VITA E OPERE

Per una volta (di molte) non sono d'accordo con quanto postato da Freda. Il "miracolo" economico tedesco fu esattamente come il New Deal di Roosevelt: per cavartela devi vincere una guerra, subito dopo, altrimenti sei nella merda piu' totale.
Roosevelt la vinse. Hitler la perse: fine del "miracolo" del gioco delle 3 carte.

I miracoli li fa solo Nostro Signore Gesu' Cristo, gli altri fanno giochi di prestigio: non esistono pasti gratis o energia gratis.
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Inviato il: 31/7/2013 17:26
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Re: Abraham Hitler
#11
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Il generale britannico J. P. C. Fuller
...
Era un nazista. Ando' in pensione nel 1933 e fu costantemente tenuto sotto sorveglianza dal Servizio Segreto britannico. La sua opinione e' l'opinione di un Nazista. Tanto valeva chiedere l'opinione di Hitler.

La citazione di Churchill e' fuori contesto.
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Inviato il: 31/7/2013 17:21
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Re: Abraham Hitler
#10
Sono certo di non sapere
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Citazione:
In Germania andavano a lavorare anche molti stranieri

Chi? Prima del '39?

Citazione:
Anche lavoatori inglesi rimasero stupiti delle condizioni dei lavoratori tedeschi.

Inglesi che lavoravano in Germania durante il nazismo???? Non risulta (4 gatti fascisti non fanno testo, a meno che tu non abbia documentazione del contrario).
Non che in Inghilterra ci fosse piena occupazione, ma non mi risulta che Inglesi emigrassero in Germania per lavorarci, almeno fino agli anni '70 e '80. In inghilterra, pero', nonostante tutto quel che di peggio si possa dire, non esisteva la schiavitu' dei servi della gleba, negli anni '30.

Citazione:
i "beni confiscati agli ebrei" poi furono rispediti al mittente

Si, come no. Anche quelli dei 100.000 scomparsi dalla faccia della terra durante l'imprigionamento nei Lager, immagino.

Quando il revisionismo e' IDEOLOGIA...

Citazione:
Tutti questi discorsi per mantenere quel l'uncio dogma che ancora nessuno vuole demolire.

Personalmente (e parlo anche per chi ha postato l'articolo sul Gongoro), non abbiamo Dogmi da mantenere. Nessuno. Altri si, mi pare.
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Inviato il: 31/7/2013 17:16
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  •  polaris
      polaris
Re: Abraham Hitler
#9
Dubito ormai di tutto
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Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi.. - Shakespeare
Inviato il: 31/7/2013 14:46
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  •  Maksi
      Maksi
Re: Abraham Hitler
#8
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«L’errore imperdonabile della Germania prima della seconda guerra mondiale fu il suo tentativo di sganciare la sua economia dal sistema di commercio mondiale, e di costruire un sistema di cambi indipendente dal quale la finanza mondiale non poteva più trarre profitto».

Winston Churchill, The Second World War

Il generale britannico J. P. C. Fuller:«Quel che ci spinse in guerra contro Hitler non fu la sua dottrina politica; la vera causa fu il suo tentativo, coronato da successo, di dare vita a una nuova economia. La prosperità della finanza internazionale dipende dall'emissione di prestiti a interesse a nazioni in difficoltà economica. Il progetto di Hitler significava la rovina della finanza internazionale. Se gli fosse stato permesso di completarlo con successo, altre nazioni avrebbero certo seguito il suo esempio, e sarebbe venuto il momento in cui tutti gli Stati privi di riserve auree si sarebbero scambiati beni contro beni. In tal modo, non solo la richiesta di prestiti sarebbe cessata e l'oro avrebbe perso valore, ma i prestatori finanziari avrebbero dovuto chiudere bottega. Questa pistola finanziaria era puntata in modo particolare alla tempia degli Stati Uniti».

Non c'e' poi molto da aggiungere.
Inviato il: 31/7/2013 14:20
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  •  Maksi
      Maksi
Re: Abraham Hitler
#7
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@PikeBishop

La storia della schiavitu imposta ai lavoratori tedeschi e' questa si una stronzata.
In Germania andavano a lavorare anche molti stranieri e tutti apresero cosa effetivamente significasse la socializzazione reale. Anche lavoatori inglesi rimasero stupiti delle condizioni dei lavoratori tedeschi. In Inghilterra la situazione era ben diversa.

Citazione:
Una situazione sufficiente a far crollare l'economia tedesca su se stessa anche prima dell'inizio della guerra, evento rimandato grazie soltanto ai beni confiscati agli ebrei ed alla schiavitù degli slavi.

Hahaha... ma per piacere. Beni confiscati, schiavi slavi... certo, certo. Peccato che i "beni confiscati agli ebrei" poi furono rispediti al mittente, durante l'espatrio in Palestina. Era nell'accordo del Havaara.

Tutti questi discorsi per mantenere quel l'uncio dogma che ancora nessuno vuole demolire.
Inviato il: 31/7/2013 14:14
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  •  Maksi
      Maksi
Re: Abraham Hitler
#6
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
l'articolo non sta in piedi.
Non è possibile che la Germania, che aveva perso la sovranità in ogni ambito politico, non solo avesse potuto riacquisire la sovranità monetaria, ma addirittura ricreare una valuta "forte".

Per questo e' stata distrutta.
Non e' il fatto che avesse una valuta "forte", ma che avesse una valuta nazionale, o meglio nazionalista. Il marco era svalutatissimo riguardo alla Sterlina o al Dollaro e quindi debole. L'unica cosa da fare era svincolare il marco dal circuito finanziario internaZIONale... ovvero: far girare il Marco solo all'interno della Germania, mentre impedire che forme speculative monetarie potessero intaccare la sovranita economica del Reich (come era successo nell'era Weimer). Da qui la moneta MEFO - che non era nient'altro che moneta-baratto - che impediva ai capitali stranieri di riinvestire al di fuori della Germania: tutti gli investimenti che un impresa straniera avesse ricevuto dal Reich, doveva essere "riciclata" dentro l'economia tedesca... all'incontrario di oggi. Un'altra invenzione, per impedire speculazioni finanziarie, fu' l'invezione del petrolio sintetico, con il quale la Germania poteva garantirsi da sola le risevrve petrolifere e quindi impedire la necessita' di comprarsi riserve di Dollari per comprarselo nel mercato internazionale.

In un primo tempo, questo stato delle cose, disturbava parzialmente i circuiti internaZIONali (anche se il boicottaggio delle merci tedesche fu' attuato gia' dal '33), almeno finche' potevano usufruire della tecnologia tedesca come contropartita. Quindi continuarono gli investimenti esteri per affettuare anche un certo controllo, usufrunedo anche dei grandi potentati industriali tedeschi. Dopo la nazionalizzazione della Reichsbank ('39), tutto il circuito finanziario internaZIONale viene messo fuori gioco e la Germania riaquista l'autarchia completa. Da li' a pochi mesi le fu dichiarata guerra dalla Francia e dall'Inghilterra.

Se ci si chiede come mai un'esperimento simile potesse essere affetuato nel cuore dell''Europa, allora bisogna constatare le forze in gioco che erano - e ci sono - in ballo: il Terzo Reich e' un'emanazione della tradizione teutonica, espresso da Ordini cavallereschi e aristocratici anti-semiti (non nel senso prettaemnte razziale del termine, ma spirituale), per avviare l'Europa verso quell'era imperiale perduta nella rigenerazione del sangue... IL nemico del sangue rimane l'oro, perche' determina la ricchezza solo in ambiti materialistici, espandendo la degenarzione su tutti i livelli.
Inviato il: 31/7/2013 14:01
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Re: Abraham Hitler
#5
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Dopo anni ancora a sparare queste CAGATE PAZZESCHE?

E' mai possibile che si debba sempre cominciare TUTTO daccapo?

E poi dicono che qualche decina di famiglie non puo' essere in grado di governare tutto il bestiame umano...
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Inviato il: 31/7/2013 13:59
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Re: Abraham Hitler
#4
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@Davide71:
Citazione:
Non è possibile che la Germania, che aveva perso la sovranità in ogni ambito politico, non solo avesse potuto riacquisire la sovranità monetaria, ma addirittura ricreare una valuta "forte".


in 10 anni Hitler porto' la germania dal fallimento totale ad essere la prima potenza
europea. Come ha fatto secondo te se non avesse potuto riprendersi la
sovranita' monetaria ??
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Meglio un dubbio certo che una falsa certezza !!(Nisoli Damiano)
Da oggi chiamatemi Top Gun Su A320 !!

Il rispetto nasce dal rispetto
Inviato il: 31/7/2013 13:30
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  •  Calvero
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Re: Abraham Hitler
#3
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Per l'amor di Dio, Davide, non lo so, l'ho trovato molto interessante. Sto cercando di raccapezzarmici e non è facile.
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Inviato il: 31/7/2013 13:09
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  •  Davide71
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Re: Abraham Hitler
#2
Dubito ormai di tutto
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Ciao a tutti:

l'articolo non sta in piedi.
Non è possibile che la Germania, che aveva perso la sovranità in ogni ambito politico, non solo avesse potuto riacquisire la sovranità monetaria, ma addirittura ricreare una valuta "forte".
Se vogliamo capire le ragioni profonde dell'ascesa del nazismo dobbiamo prepararci a riscrivere tutta la Storia come ce l'hanno insegnata a scuola.
Peraltro ho scritto un topic tentando di dipanare la matassa di assurdità che ci propinano continuamente sul nazismo, ma ammetto che ce ne sarebbe ancora da scrivere...
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Inviato il: 31/7/2013 13:03
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  •  Calvero
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AVVISO

Non si tollerano derive dal Tema, né allusioni sarcastiche e/o provocatorie.


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IL SISTEMA MONETARIO "DI" HITLER

“Non siamo stati così sciocchi da creare una valuta collegata all’oro, di cui non abbiamo disponibilità, ma per ogni marco stampato abbiamo richiesto l’equivalente di un marco in lavoro o in beni prodotti. Ci viene da ridere tutte le volte che i nostri finanzieri nazionali sostengono che il valore della valuta deve essere regolato dall’oro o da beni conservati nei forzieri della banca di stato“. (Adolf Hitler, citato in Hitler’s Monetary System, www.rense.com, che riprende C.C.Veith, Citadels of Chaos, Meador, 1949).

Quello di Guernsey (politico del Minnesota, ndr), non fu dunque l’unico governo a risolvere i propri problemi infrastrutturali stampando da solo la propria moneta. Un modello assai più noto si può trovarlo nella Germania uscita dalla Prima Guerra Mondiale. Quando Hitler arrivò al potere, il Paese era completamente, disperatamente, in rovina.
Il Trattato di Versailles aveva imposto al popolo tedesco risarcimenti che lo avevano distrutto, con i quali si intendeva rimborsare i costi sostenuti nella partecipazione alla guerra per tutti i Paesi belligeranti. Costi che ammontavano al triplo del valore di tutte le proprietà esistenti nella Germania. La speculazione sul marco tedesco aveva provocato il suo crollo, affrettando l’evento di uno dei fenomeni d’inflazione più rovinosi della modernità. Al suo apice, una carriola piena di banconote, per l’equivalente di 100 miliardi di marchi, non bastava a comprare nemmeno un tozzo di pane. Le casse dello Stato erano vuote ed enormi quantità di case e di fattorie erano state sequestrate dalle banche e dagli speculatori. La gente viveva nelle baracche e moriva di fame. Nulla di simile era mai accaduto in precedenza: la totale distruzione di una moneta nazionale, che aveva spazzato via i risparmi della gente, le loro attività e l’economia in generale. A peggiorare le cose arrivò, alla fine del decennio, la depressione globale. La Germania non poteva far altro che soccombere alla schiavitù del debito e agli strozzini internazionali. O almeno così sembrava.

Hitler e i Nazional-Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. In questo presero esempio da Abraham Lincoln, che aveva finanziato la Guerra Civile Americana con banconote stampate dallo Stato, che venivano chiamate “Greenbacks“. Hitler iniziò il suo programma di credito nazionale elaborando un piano di lavori pubblici. I progetti destinati a essere finanziati comprendevano le infrastrutture contro gli allagamenti, la ristrutturazione di edifici pubblici e case private e la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e strutture portuali. Il costo di tutti questi progetti fu fissato a un miliardo di di unità della valuta nazionale. Un miliardo di biglietti di cambio non inflazionati, chiamati Certificati Lavorativi del Tesoro. Questa moneta stampata dal governo non aveva come riferimento l’oro, ma tutto ciò che possedeva un valore concreto. Essenzialmente si trattava di una ricevuta rilasciata in cambio del lavoro e delle opere che venivano consegnate al governo. Hitler diceva: “Per ogni marco che viene stampato, noi abbiamo richiesto l’equivalente di un marco di lavoro svolto o di beni prodotti“. I lavoratori spendevano poi i certificati in altri beni e servizi, creando lavoro per altre persone.

Nell’arco di due anni, il problema della disoccupazione era stato risolto e il Paese si era rimesso in piedi. Possedeva una valuta solida e stabile, niente debito, niente inflazione, in un momento in cui negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali erano ancora senza lavoro e vivevano di assistenza. La Germania riuscì anche a ripristinare i suoi commerci con l’estero, nonostante le banche estere negassero credito e dovesse fronteggiare un boicottaggio economico internazionale. Ci riuscì utilizzando il sistema del baratto: beni e servizi venivano scambiati direttamente con gli altri paesi, aggirando le banche internazionali. Questo sistema di scambio diretto avveniva senza creare debito nè deficit commerciale. L’esperimento economico della Germania lasciò alcuni durevoli monumenti al suo processo, come la famosa Autobahn, la prima rete del mondo di autostrade a larga estensione.

Di Hjalmar Schacht, che era all’epoca a capo della banca centrale tedesca, viene spesso citato un motto che riassume la versione tedesca del miracolo del “Greenback”. Un banchiere americano gli aveva detto: “Dottor Schacht, lei dovrebbe venire in America. Lì abbiamo un sacco di denaro ed è questo il vero modo di gestire un sistema bancario“. Schacht replicò: “Lei dovrebbe venire a Berlino. Lì non abbiamo denaro. E’ questo il vero modo di gestire un sistema bancario” (John Weitz, Hitler’s Banker Warner Books, 1999).

Benchè Hitler sia citato con infamia nei libri di storia, egli fu popolare presso il popolo tedesco. Stephen Zarlenga, in The Lost Science of Money, afferma che ciò era dovuto al fatto che egli salvò la Germania dalle teorie economiche inglesi. Le teorie secondo le quali il denaro deve essere scambiato sulla base delle riserve aurifere in possesso di un cartello di banche private piuttosto che stampato direttamente dal governo. Secondo il ricercatore canadese Henry Makow, questo fu probabilmente il motivo principale per cui Hitler doveva essere fermato; egli era riuscito a scavalcare i banchieri internazionali e creare una propria moneta. Makow cita un interrogatorio del 1938 di C.G. Rakowsky, uno dei fondatori del bolscevismo sovietico e intimo di Trotzky, che finì sotto processo nell’URSS di Stalin. Secondo Rakowsky, “[Hitler] si era impadronito del privilegio di fabbricare il denaro, e non solo il denaro fisico, ma anche quello finanziario; si era impadronito dell’intoccabile meccanismo della falsificazione e lo aveva messo a lavoro per il bene dello Stato. Se questa situazione fosse arrivata a infettare anche altri Stati, potete ben immaginare le implicazioni controrivoluzionarie” (Henry Makow, “Hitler Did Not Want War”, www.savethemales.com).

L’economista inglese Henry C.K. Liu ha scritto sull’incredibile trasformazione tedesca: “I nazisti arrivarono al potere in Germania nel 1933, in un momento in cui l’economia era al collasso totale, con rovinosi obblighi di risarcimento postbellico e zero prospettive per il credito e gli investimenti stranieri. Eppure, attraverso una politica di sovranità monetaria indipendente e un programma di lavori pubblici che garantiva la piena occupazione, il Terzo Reich riuscì a trasformare una Germania in bancarotta, privata perfino di colonie da poter sfruttare, nell’economia più forte d’Europa, in soli quattro anni, ancor prima che iniziassero le spese per gli armamenti“. In Billions for the Bankers, Debts for the People (Miliardi per le Banche, Debito per i Popoli, 1984), Sheldon Hemry commenta: “Dal 1935 in poi, la Germania iniziò a stampare una moneta libera dal debito e dagli interessi, ed è questo che spiega la sua travolgente ascesa dalla depressione alla condizione di potenza mondiale in soli 5 anni. La Germania finanziò il proprio governo e tutte le operazioni belliche, dal 1935 al 1945, senza aver bisogno di oro nè debito, e fu necessaria l’unione di tutto il mondo capitalista e comunista per distruggere il potere della Germania sull’Europa e riportare l’Europa sotto il tallone dei banchieri“.

L’IPERINFLAZIONE DI WEIMAR
Nei testi moderni si parla della disastrosa inflazione che colpì nel 1923 la Repubblica di Weimar (nome con cui è conosciuta la repubblica che governò la Germania dal 1919 al 1933). La radicale svalutazione del marco tedesco è citata nei testi come esempio di ciò che può accadere quando ai governi viene conferito il potere incontrollato di stampare da soli la propria moneta. Questo è il motivo per cui viene citata, ma nel complesso mondo dell’economia le cose non sono come sembrano. La crisi finanziaria di Weimar ebbe inizio con gli impossibili obblighi di risarcimento imposti dal Trattato di Versailles.

Schacht, che all’epoca era il responsabile della zecca della repubblica, si lamentava: “Il Trattato di Versailles è un ingegnoso sistema di provvedimenti che hanno per fine la distruzione economica della Germania. Il Reich non è riuscito a trovare un sistema per tenersi a galla diverso dall’espediente inflazionistico di continuare a stampare banconote“. Questo era quello che egli dichiarava all’inizio. Ma Zarlenga scrive che Schacht, nel suo libro del 1967 The Magic of Money, decise “di tarar fuori la verità, scrivendo in lingua tedesca alcune notevoli rivelazioni che fanno a pezzi la saggezza comune propagandata dalla comunità finanziaria riguardo all’iperinflazione tedesca“. Schacht rivelò che era la Banca del Reich, posseduta da privati, e non il governo tedesco che pompava nuova valuta all’economia. Nel meccanismo finanziario conosciuto come vendita a breve termine, gli speculatori prendono in prestito qualcosa che non possiedono, la vendono e poi “coprono” le spese ricomprandola a prezzo inferiore. La speculazione sul marco tedesco fu resa possibile dal fatto che la Banca del Reich rendeva disponibili massicce quantità di denaro liquido per i prestiti, marchi che venivano creati dal nulla annotando entrate sui registri bancari e poi prestati ad interessi vantaggiosi.

Quando la Banca del Reich non riuscì più a far fronte alla vorace richiesta di marchi, ad altre banche private fu permesso di crearli dal nulla e di prestarli, a loro volta, a interesse. Secondo Schacht, quindi, non solo non fu il governo a provocare l’iperinflazione di Weimar, ma fu proprio il governo che la tenne sotto controllo. Alla Banca del Reich furono imposti severi regolamenti governativi e vennero prese immediate misure correttive per bloccare le speculazioni straniere, eliminando la possibilità di facile accesso ai prestiti del denaro fabbricato dalle banche. Hitler poi rimise in sesto il paese con i suoi Certificati del Tesoro, stampati dal governo su modello del Greenback americano. Schacht disapprovava l’emissione di moneta da parte del governo e fu rimosso dal suo incarico alla Banca del Reich quando si rifiutò di sostenerlo (cosa che probabilmente lo salvò dal processo di Norimberga). Ma nelle sue memorie più tarde, egli dovette riconoscere che consentire al governo di stampare la moneta di cui aveva bisogno non aveva prodotto affatto l’inflazione prevista dalla teoria economica classica. Teorizzò che essa fosse dovuta al fatto che le fattorie erano ancora inoperose e la gente senza lavoro. In questo si trovò d’accordo con John Maynard Keynes: quando le risorse per incrementare la produzione furono disponibili, aggiungere liquidità all’economia non provocò affatto l’aumento dei prezzi; provocò invece la crescita dei beni e di servizi. Offerta e domanda crebbero di pari passo, lasciando i prezzi inalterati.
(da Webofdebt)

di Ellen Brown

FONTE
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