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  Cossiga colpisce ancora

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  •  edo
      edo
Re: Cossiga colpisce ancora
#109
Sono certo di non sapere
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Da casa
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- «Non dico né ho mai detto questo. Il problema resta quello che denunziai a suo tempo: gli agenti Cia che hanno rapito Abu Omar erano protetti dalle leggi americane».

Credo che purtroppo sia vero.

Da queste parti si presta molta attenzione alle macchine targate "AFI" (american force in italy), che notoriamente sfrecciano come razzi e... naturalmente se ti "beccano" se ne fottono di qualunque conseguenza.
Se non ricordo male, tempo fa qui su luogocomune, fu pubblicato un articolo riguardante il caso di una ragazza ridotta sulla sedia a rotelle da un militare americano, del quale non ha potuto sapere nemmeno il nome. Figuriamoci il resto.

Cossiga è utile perchè ti fa capire il vero senso della parola "democrazia" (in italia).
Inviato il: 28/1/2009 8:49
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  •  Descartes
      Descartes
Re: Cossiga colpisce ancora
#108
Dubito ormai di tutto
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Da Christ = Sun God
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In vista delle recenti discussioni sul ruolo chiave della figura di Giancarlo Elia Valori nella massoneria italiana (si vedano gli articoli: GIANCARLO ELIA VALORI IL POTERE E IL DOMINIO , De Magistris: “Ho scoperto una nuova P2″ e La massoneria è un cancro che affligge PDL e PD), ho trovato interessante ripescare questa vecchia intervista a Cossiga, dove l'ex presidente lo dichiara uno dei suoi migliori amici.

Cossiga: non scherziamo, Stay Behind era una cosa seria
Il presidente emerito della Repubblica: due cialtroni, mi inquieta la coincidenza con il caso dell’ imam rapito

L’ INTERVISTA

- Presidente Cossiga, visto cosa combinano i suoi gladiatori?
- «Lei mi onora. I gladiatori sono patrioti. Sono fiero di averli protetti e di continuare a farlo».
- Ne hanno arrestati due.
- «Non è vero. Gladio, Stay Behind, era una cosa seria, concepita e realizzata in momenti serissimi. Questa sedicente polizia segreta è palesemente una frescaccia. Infatti nessuno dei due arrestati ha mai fatto parte di Stay Behind».
- Loro dicono di sì.
- «Mentono. In compenso uno dei due ha indicato in Andreotti il mandante dell’ assassinio di Dalla Chiesa. Un’ altra frescaccia. Creda a me: quelli sono due matti».
Matti?
- «Matti e cialtroni. Talmente pericolosi per i terroristi islamici da raccontare le loro tecniche di antiterrorismo su Internet. Eppure, la vicenda del loro arresto mi inquieta molto».
- Perché?
- «Per una serie di motivi. Innanzitutto, chi ha fatto filtrare la falsa notizia secondo cui sarebbero gladiatori? Mi auguro siano stati i magistrati; che la magistratura faccia filtrare notizie false e tendenziose è ormai nella norma. Sarei più preoccupato se fosse stata la Digos di Genova. Vorrebbe dire che la Digos ha paura dei giudici».
- Per quale motivo la Digos dovrebbe aver paura?
- «Perché ha sotto gli occhi i 47 incriminati per il G8».
- Che cosa altro la inquieta?
- «La coincidenza tra il caso delle spie immaginarie, dei poliziotti fai-da-te, e il caso Abu Omar. Non vorrei che a scatenare la concomitanza sia il fatto che finalmente il Parlamento sta affrontando la questione del riconoscimento dei gladiatori come volontari».
- La sua visione di Gladio è molto contestata.
- «E’ contestata da imbecilli e da uomini malati di dietrologia e di ideologia, persuasi che le cose debbono essere come loro le desiderano. I gladiatori sono sempre stati assolti. Assolti! L’ ultimo è stato l’ ammiraglio Martini. Assolti dal giudice Pellegrino che non aveva nulla da farsi perdonare, a differenza da quel repubblicano che voleva condannarli per ingraziarsi i comunisti... ma lasciamo perdere. Sono storie vecchie, e riguardano morti».
- Sono morti anche i carabinieri di Peteano. Uccisi da un’ autobomba i cui inneschi, come ha provato il giudice Casson, venivano da un nascondiglio di Gladio.
- «Uno dei motivi per cui ammiro Cacciari è che ci ha evitato di avere Casson sindaco di Venezia. Anche se devo confessare che ho contribuito per via indiretta a costruire la candidatura Casson, allo scopo di bruciarlo».
- Per via indiretta?
- «Abbiamo un amico comune».
- Chi?
-«Giancarlo Elia Valori è uno dei migliori amici di Casson e miei».

- Lei collega l’ arresto delle «spie immaginarie» alla polemica sul rapimento di Abu Omar. Ma qui siamo in presenza di una violazione della sovranità nazionale.
- «L’ indignazione italiana non sarebbe compresa in nessuna parte del mondo. Anche perché i governi di tutti gli altri Paesi teatro di operazioni segrete americane sono stati avvertiti. Tutti, compreso quello della civilissima socialdemocrazia svedese. Tranne il nostro».
- Gli americani non si fidano?
- «Non si fidano. E forse non si sbagliano. Tra tutte queste inchieste, alcune cominciate due anni fa, nessuno ha pensato ad arrestare l’ imam; e ora siamo di fronte alla ridicola farsa dell’ ordine di custodia cautelare, per interrogare l’ egiziano non sulle sue eventuali responsabilità, ma sul suo rapimento. Altra fregnaccia».
- Quindi ha ragione il governo degli Stati Uniti?
- «Non dico né ho mai detto questo. Il problema resta quello che denunziai a suo tempo: gli agenti Cia che hanno rapito Abu Omar erano protetti dalle leggi americane».
- Resta il fatto che gli Stati Uniti non hanno avvertito l’ Italia.
- «Conoscendo il mio Paese, meglio così. Si rende conto che l’ ordinanza di custodia cautelare per l’ imam non era conosciuta né dal Sismi, né dal Sisde, né dai carabinieri? In Italia il segreto istruttorio prevale sulla difesa dal terrorismo. Considero la tortura ingiustificabile, a differenza della Corte suprema di Israele che ha giustificato moderate torture per evitare il compimento di atti terroristici. Ma cosa sarebbe accaduto in Italia se il mite Letta, il mite Pollari e il meno mite ma mio amico Mori fossero stati informati dell’ azione della Cia?».
- Cosa sarebbe accaduto?
- «Il rapimento dell’ imam sarebbe diventato il punto centrale della campagna elettorale. Si conferma l’ insegnamento del caso Calipari: gli americani si considerano in guerra; noi no. Noi armiamo le truppe di cacciavite e le incarichiamo di ricostruire acquedotti. Gli Usa non ci capiscono, e si regolano di conseguenza. Con queste regole di ingaggio meglio sarebbe stato restare a casa e non andare né a Kabul né a Nassiriya».
- Sta dicendo che il prezzo di sangue è stato pagato inutilmente?
- «Purtroppo è così. Prendiamo atto che la guerra non è cosa per noi. Non siamo abbastanza coraggiosi e siamo troppo furbi. Ad esempio, quelli che si lamentano per l’ azione della Cia dovrebbero sapere che noi abbiamo fatto lo stesso. Quand’ ero ministro dell’ Interno, con la collaborazione di una potenza straniera riportammo in Italia quattro terroristi neri dal Sud America, senza estradizione. Ce li consegnò la polizia sulla scaletta dell’ aereo».
- Quale potenza?
- «La Spagna».
- Quali terroristi?
- «Non me lo ricordo. Né ricordo il nome di quel terrorista rosso che fu preso dai nostri agenti a Nizza, con la collaborazione della polizia criminale francese. E quando una magistrata di Nizza aprì il fascicolo, il ministero della Giustizia di Parigi le ordinò di ritirare l’ azione penale. Ma questo accade nella patria di Robespierre e del terrore di Stato. Noi siamo solo la patria di Prodi e di Berlusconi».

fonte: http://www.almanaccodeimisteri.info/p22005.htm
Inviato il: 28/1/2009 3:13
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  •  redna
      redna
Re: Cossiga colpisce ancora
#107
Sono certo di non sapere
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5262

Citazione:
Cossiga continua a darci la certezza che alcune caratteristiche agghiaccianti del sistema o alcuni episodi di natura truffaldina e criminale non sono fantasie ma una tragica realtà. Sul Britannia, personaggi di destra e sinistra si piegarono al gruppo di potere anglo-americano, facendosi beffe dei diritti di sovranità degli italiani e della “democrazia”.
Inviato il: 21/11/2008 18:26
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Cossiga colpisce ancora
#106
Dubito ormai di tutto
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Da marca gioiosa et amorosa
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Cossiga chiede la Commissione d’inchiesta

Il presidente emerito della Repubblica vuole sia fatta luce sull’operato dell’allora vice presidente del Consiglio Fini, del Ministro dell’Interno Scajola e del capo della polizia De Gennaro

l presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga dichiara «di essere favorevole alla istituzione di una commissione d’inchiesta su i fatti del G8 del luglio 2001 svoltosi a Genova».

Secondo il senatore a vita, «l’istituzione di questa Commissione non solo è opportuna, ma è ora assolutamente necessaria, a tutela della credibilità della Repubblica Italiana come Stato democratico e di diritto e del prestigio e dell’onore delle forze dell’ordine: Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e reparti militari dispiegati in servizio di ordine pubblico».

«La Commissione - afferma Cossiga - dovrà fare piena luce su i dolorosi fatti accaduti, compresa l’uccisione del giovane Giuliani ad opera di un carabiniere e piena chiarezza sull’operato del Governo, ed in particolare dell’allora Vice Presidente del Consiglio onorevole Gianfranco Fini, stranamente presente in Questura durante l’accadimento dei dolorosi fatti, dell’allora Ministro dell’Interno Claudio Scajola e soprattutto, specie dopo le dichiarazioni dell’attuale Capo della Polizia Manganelli, sull’operato dell’ex Capo della Polizia Gianni De Gennaro, perché fu egli, secondo il significato complessivo delle dichiarazioni del dottor Manganelli, il responsabile massimo della gestione operativa di vertice in quelle giornate e perché oggi è al vertice del Sistema per la Sicurezza della Repubblica ed è suo interesse che piena luce si faccia sul suo operato. Si deve per legge disporre la sospensione dei processi di appello e in Corte di Cassazione e l’automatica revisione dei processi conclusi in modo che i giudici possano utilizzare gli accertamenti operati dalla futura Commissione parlamentare d’inchiesta. E si deve anche rinviare il processo a carico dell’ex-Capo della Polizia, perché in esso possano acquisiti i risultati della Commissione parlamentare d’inchiesta». [Il secolo XIX]
Inviato il: 21/11/2008 13:27
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  •  Notturno
      Notturno
Re: Cossiga colpisce ancora
#105
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 21/8/2008
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Ma Kossi ce l'ha un blog???

Lo metterei tra i preferiti!!!

Inviato il: 14/11/2008 14:47
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  •  Descartes
      Descartes
Re: Cossiga colpisce ancora
#104
Dubito ormai di tutto
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Da Christ = Sun God
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Inviato il: 14/11/2008 13:53
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  •  redna
      redna
Re: Cossiga colpisce ancora
#103
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/4/2007
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Citazione:
C'è chi sostiene che in realtà Kossiga stia facendo un gioco molto più astuto di quello che sembra.


Il gioco Cossiga lo sta facendo da molti ma molti anni.
Pertanto non c'è da stupirsi.
Già nel 1978 il gioco lo aveva fatto e bene (visto che è anche diventato presidente della repubblica) ma a farne le spese lo sai chi è/sono stati....


Citazione:
Rendendo, di fatto, pubbliche tutte queste sue "idee" rende impossibile, per il governo, applicare questo tipo di strategie.
in poche parole, si spaccia per il vecchio pazzo che tutti credono che sia (Cossiga è Cossiga...) e sputtanando al vento le tattiche già collaudate della repressione dei movimenti, fa in modo che chiunque le seguisse sembrerebbe pazzo come lui se non di più!


Non era stato il presidente picconatore?(così lui diceva...)
Non era stato 'preso' dal giudice Casson, quando era ancora presidente, per Gladio che era una struttura clandestina?
E'meglio fare il pazzo ora che ha l'età.
Non lo poteva fare nel '78 che aveva 50anni.Ora lo fa e gode di questo.
Tanto le cose che contano non le dirà mai.
Lo ha detto lui stesso. Ha paura che gli arrivi qualche pallottola 'trasversale'...



Citazione:
Non trovate un pò strano che discorsi di una gravità impressionante vengano pubblicati da tutti i giornali con tale "leggerezza"?


Trovo strano che la stampa sia diventata così e che un ex presdelrepp sia diventato così...
Più che leggerezza penso che entrambi vogliano 'sopravvivere'...


Citazione:
Ricordo che il sardo in questione non ha mai amato Bruscoloni...


Infatti il sardo fa il pazzo come Amleto....
...c'è del marcio nel regno di Danimarca....
Inviato il: 10/11/2008 13:53
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Cossiga colpisce ancora
#102
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 4/12/2006
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Ciao Redna, hai letto i commenti all'articolo?
C'è chi sostiene che in realtà Kossiga stia facendo un gioco molto più astuto di quello che sembra.
Rendendo, di fatto, pubbliche tutte queste sue "idee" rende impossibile, per il governo, applicare questo tipo di strategie.
in poche parole, si spaccia per il vecchio pazzo che tutti credono che sia (Cossiga è Cossiga...) e sputtanando al vento le tattiche già collaudate della repressione dei movimenti, fa in modo che chiunque le seguisse sembrerebbe pazzo come lui se non di più!
Non trovate un pò strano che discorsi di una gravità impressionante vengano pubblicati da tutti i giornali con tale "leggerezza"?
Ricordo che il sardo in questione non ha mai amato Bruscoloni...
Inviato il: 10/11/2008 3:05
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  •  redna
      redna
Re: Cossiga colpisce ancora
#101
Sono certo di non sapere
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LETTERA APERTA AL CAPO DELLA POLIZIA ANTONIO MANGANELLI

DI FRANCESCO COSSIGA

Caro Capo, per alcune dichiarazioni paradossali e provocatorie da me rese sul come gestire l'ordine pubblico in questa ripresa di massicce manifestazioni e come, spengendo tempestivamente i focarelli, si possa evitare che divampino poi gli incendi, mi sono beccato denunzie da molte persone, sacerdoti, frati e suore comprese, e sembra che me sia in arrivo una da parte di S.Em.za il Card. Tettamanzi, firmata anche dai alcuni suoi fedeli adepti dei Centri Sociali, dei No Global e dei Black Bloc.
Ma osando contro l'osabile, caro Capo, vorrei darLe un consiglio. Gli studenti piu' grandi, anche se in qualche caso facendosi scudo con i bambini, hanno cominciato a sfidare le forze di polizia, a lanciare bombe carta e bottiglie contro di esse e a tentare occupazioni di infrastrutture pubbliche, e ovviamente, ma non saggiamente, hanno reagito con cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante. E' stato, mi creda! un grande errore strategico.

Io ritengo che, data anche la posizione dell'opposizione (non abbiamo piu' il Partito Comunista e il ferreo servizio d'ordine della CGIL), queste manifestazioni aumenteranno nel numero, in gravita' e nel consenso dell'opposizione. Un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti. A mio avviso, dato che un lancio di bottiglie contro le forze di polizia, insulti rivolti a poliziotti e carabinieri, a loro madri, figlie e sorelle, l'occupazione di stazioni ferroviarie, qualche automobile bruciata non e' cosa poi tanto grave, il mio consiglio e' che in attesa di tempi peggiori, che certamente verranno, Lei disponga che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino, in modo che qualche commerciante, qualche proprietario di automobili, e anche qualche passante, meglio se donna, vecchio o bambino, siano danneggiati, se fosse possibile la sede dell'arcivescovo di Milano, qualche sede della Caritas o di Pax Christi, da queste manifestazioni,e cresca nella gente comune la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unita', li sorregge.

L'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio come ho gia' detto un vecchio, una donna o un bambino , rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita.
Io aspetterei ancora un po', adottando straordinarie misure di protezione nei confronti delle sedi di organizzazioni di sinistra. E solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di ''Bella ciao'', devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno.
E il comunicato del Viminale dovrebbe dire che si e' intervenuto contro manifestazioni violente del Blocco Studentesco,di Casa Pound e di altri manifestanti di estrema destra, compresi gruppi di naziskin che manifestavano al grido di ''Hitler! Hitler!''. Questo il mio consiglio.

Cordialmente Francesco Cossiga'.
8.11.08

(tratto da :comedonchisciotte.org)
Inviato il: 9/11/2008 13:42
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  •  ivan
      ivan
Re: Cossiga colpisce ancora
#100
Sono certo di non sapere
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Il bello è (per modo di dire) che nessuno dice niente di queste esternazioni: non mi pare siano giunte notizie dall'opposizione del tipo "onorevoli colleghi chiedo spiegazioni dettagliate su ...", nè mi pare di aver visto filippiche moralizzatrici in giro sui mass media ("e' uno scandalo che ...").

Niente, tutto tace, come se si parlasse del tempo ("oggi piove, domani chissà ...") .

C'è un clima di indifferenza come già segnalato dalla Guzzanti (http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=34303&sez=HOME_INITALIA ) "... senza che nessuno dica niente".
Inviato il: 9/11/2008 13:22
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  •  redna
      redna
Re: Cossiga colpisce ancora
#99
Sono certo di non sapere
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http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=80709

Cossiga ci riprova!

Citazione:
Il piano che Cossiga ha in mente è preciso e dettagliato. L'ideale, spiega, sarebbe che «qualche commerciante, qualche proprietario di automobili, e anche qualche passante, meglio se donna, vecchio o bambino» fossero feriti o «danneggiate, se fosse possibile, la sede dell'arcivescovo di Milano, qualche sede della Caritas o di Pax Christi».

Finora, infatti, secondo la teoria di Cossiga ha sbagliato a reagire: «Gli studenti più grandi, anche se in qualche caso facendosi scudo con i bambini – spiega – hanno cominciato a sfidare le forze di polizia, a lanciare bombe carta e bottiglie contro di esse e a tentare occupazioni di infrastrutture pubbliche, e ovviamente, ma non saggiamente, le forze di polizia hanno reagito con cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante. È stato, mi creda un grande errore strategico. Io ritengo che, data anche la posizione dell'opposizione queste manifestazioni aumenteranno nel numero, in gravità e nel consenso dell'opposizione».



e qui ci spiega meglio il suo 'pensiero'...

Citazione:
Secondo Cossiga «un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti.


casomai non l'avessimo capito.

Citazione:
A quel punto «io aspetterei ancora un po’ - dice - adottando straordinarie misure di protezione nei confronti delle sedi di organizzazioni di sinistra. E solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di Bella ciao, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno».


E questo personaggio lo dobbiamo pagare a vita perchè è stato presidente della repubblica (perchè qualcuno si doveva sdebitare per i servigi resi nel 1978...)????
Inviato il: 8/11/2008 21:54
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  •  Al2012
      Al2012
Re: Cossiga colpisce ancora
#98
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Una cosa mi sembra d’aver capito, ovvero che Kossiga può dire quello che vuole, intanto non lo (caga) considera nessuno e tanto meno gli organi istituzionali …

Sarebbe utile fare dei volantini con questa sua ultima intervista e farli girare tra le scuole, sarebbe utile che crescesse sempre di più la coscienza che i consigli di Kossiga sono sempre stati attivati nelle manifestazioni “fastidiose” …..

Non so se nelle uscite di Kossiga c’è una strategia politica, o sono solo uscite senili senza disegno politico, è sconcertante come comunque dica qualcosa che si avvicina molto alla realtà dei fatti .

Mah ?????
Inviato il: 27/10/2008 14:19
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  •  Descartes
      Descartes
Re: Cossiga colpisce ancora
#97
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Una testimonianza letta tra i commenti del blog di Grillo:

"Finalmente il nostro Kossiga ammette quello che noi sapevamo già. Me lo ricordo quando era Ministro degli Interni. Sapevamo che il suo comportamento era quello che oggi ammette. Me li ricordo i "suoi" poliziotti infiltrati tra di noi la sera del 12 maggio 1977. Uno di loro mi rimarrà sempre nei ricordi,col suo maglione bianco e striscia blu, jeans e borsa di cuoio. E la pistola agitata verso la polizia. La stessa persona che si scoprirà essere un agente di polizia da il libro bianco del Partito Radicale alcuni giorni dopo. Il libro che parlava di quella maledetta notte. Quando morì GIORGIANA MASI. Colpita alle spalle mentre scappava da una carica dei Carabinieri."
Inviato il: 24/10/2008 20:05
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  •  Teba
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Re: Cossiga colpisce ancora
#96
Dubito ormai di tutto
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( ma se non sapessi che sono parole di Cossiga avrei messo: questo.)
Inviato il: 23/10/2008 20:39
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  •  LoneWolf58
      LoneWolf58
Re: Cossiga colpisce ancora
#95
Sono certo di non sapere
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Azz... è un mito... santo subito.
Inviato il: 23/10/2008 15:48
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  •  Descartes
      Descartes
Re: Cossiga colpisce ancora
#94
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Riporto qui la famosa intervista di Cossiga oggi, perchè è illuminante sul modo in cui pensa la massoneria, cosa intende per democrazia e come la manovra esasperando i contrasti tramite l'infiltrazione.

giovedì, 23 ottobre 2008
I consigli di Cossiga: infiltrare tra gli studenti agenti provocatori pronti a tutto

Ho conosciuto personalmente Cossiga quando era presidente della Repubblica. Eravamo a Milano, era il 1994, all’Ispi, durante una presentazione. Arrivò con un’aria euforica, l’aria di chi con evidenza sta facendo un uso spinto di psicofarmaci. L’occhio spiritato mal nascosto dalle lenti presidenziali denunciava uno stato d’animo che mal si confaceva con l’occasione, molto istituzionale. Ricordo che il compianto Carlo Maria Santoro, che allora aveva un incarico all’Ispi e prendeva la cosa molto sul serio, era in grande imbarazzo alle battute del presidente.

A distanza di molti anni, quindi, non mi stupisce più di tanto l’intervista rilasciata da Cossiga a proposito dei manganelli in scuole e università.

Ma un po’ mi stupisce, e credo dovrebbe stupire tutti. Anche perché c’è il rischio che l’attuale governo prenda molto sul serio i suoi suggerimenti.

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

«Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché è l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitito Pci ma l'evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà quantomeno una figuraccia».

Quali fatti dovrebbero seguire?

«A questo punto, Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».

Ossia?

«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?

«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?

«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?

«Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».

Quale incendio?

«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E' dunque possibile che la storia si ripeta?

«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all'inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com'era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c'è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».


Fonte: Intervista di Andrea Cangini per «Quotidiano nazionale»
Inviato il: 23/10/2008 15:43
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Re: Cossiga colpisce ancora
#93
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GIUSTIZIA: COSSIGA, SU FALCONE HA RAGIONE BERLUSCONI

"Premetto che non mi impiccio nelle polemiche tra Antonino Di Pietro, che quando era giovane inquisitore si auguro' di aver tempo libero per leggere di nuovo il codice penale e leggere per la prima volta il nuovo codice di procedura penale, e l'amico Silvio Berlusconi sulla riforma della giustizia, perche' essa non si fara' e a non farla fare saranno per primi la Lega e Alleanza Nazionale. Ma per quello che riguarda Giovanni Falcone ha ragione Berlusconi". Lo dichiara, in una nota, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. "Giovanni era non solo per la separazione delle carriere e per la non obbligatorieta' dell'azione penale ma per la dipendenza del pm dal ministro della giustizia che avrebbe dovuto risponderne al Parlamento - prosegue Cossiga -. Per queste idee non venne eletto al Consiglio Superiore della Magistratura e gli fu dato il bando dalla sinistra. Quando fu ucciso io, appena dimessomi da Capo dello Stato, mi trovavo a Tolosa e ricordo che quando vidi alcuni dei suoi nemici, magistrati e politici, che piangevano attorno alla sua bara, ebbi subito la nausea e vomitai nel cesso! E non posso dimenticare che quando egli fu chiamato dal Consiglio Superiore della Magistratura a "discolparsi", venne da me al Quirinale umiliato e piangente". "Che c'entra Di Pietro con Giovanni Falcone? Non mi consta che Giovanni abbia mai ricevuto "in prestito" cento milioni di lire da alcuno con il quale avesse ragioni anche se indirette di interessi, ne' Mercedes ne' l'uso di garconniere o che si sia dovuto dimettere dalla magistratura al primo odore di inchiesta disciplinare e cosi' via - conclude Cossiga -. Antonino e' un bravo ragazzo e tutti gli vogliamo un gran bene, ma purche' lasci stare Giovanni Falcone!". (AGI)

(21 agosto 2008 ore 22.51)


Inviato il: 22/8/2008 22:05
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Re: Cossiga colpisce ancora
#92
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http://www.effedieffe.com/content/view/4119/182/

Le rivelazioni di Galloni sul presunto coinvolgimento dei servizi segreti americani nella vicenda Moro sono suffragate dalla testimonianza del professor Francesco Ferracuti, docente di Psicologia Giuridica all’Università La Sapienza di Roma, un uomo legato ai servizi segreti ed alla loggia massonica P2.
Per le sue provate capacità professionali era stato chiamato a far parte della Commissione Consultiva (Gruppo Gestione Crisi) istituita, al tempo del sequestro Moro, dal ministro degli Interni Francesco Cossiga.
Il professore, parlando con il giornalista de L’Unità Luigi Cancrini, ha rivelato, preso da scrupoli di coscienza, che le riunioni della Commissione, che coordinava al massimo livello le azioni di tutte le forze dell’ordine, erano «non solo frequentate, ma sostanzialmente dirette da due funzionari della CIA».
Questa Comissione era presieduta dal professor Vincenzo Cappelletti, vicedirettore dell’Enciclopedia Treccani e amico fraterno di Cossiga.
Il professor Cappelletti era un adepto della setta del reverendo Moon, una congrega americana anticomunista perinde ac cadaver che veniva largamente sovvenzionata dalla CIA.
Il professore aveva anche detto che Moro non avrebbe dovuto lottare per cercare un improbabile salvezza, ma accettare serenamente la morte come avevano fatto i martiri nel circo Flavio del Colosseo romano.
Un altro consulente del Viminale, un americano convocato direttamente dal ministro degli Interni Cossiga, è stato il professor Steve Pieczenik, vice assistente del segretario di Stato americano (Kissinger) e all’epoca del delitto Moro uno dei maggiori esperti mondiali nel combattere i sequestri di persona.
Come il professor Cappelletti anche il consulente psichiatra statunitense non venne in Italia per contribuire, da luminare nel campo dei rapimenti qual’era, a liberare l’illustre prigioniero, ma per garantire, attraverso il «martirio» di Moro, che la linea politica morotea di coinvolgimento del PCI nella maggioranza governativa non prendesse mai piede.

Cossiga ed i suoi consulenti privati, italiani e USA, aveva approvato un piano (piano Mike, M come «morto») da attuare nel caso in cui Moro fosse stato ucciso.
Il piano venne trasmesso alle autorità competenti il 5 maggio 1978, quattro giorni prima dell’avvenuta esecuzione.
Strana coincidenza il quanto il leader democristiano era prigioniero da 51 giorni e mai prima di allora il Viminale aveva predisposto iniziative da mettere in cantiere se si fosse verificato l’epilogo infausto.
Qualora il presidente della DC fosse sopravvissuto al sequestro era previsto il suo internamento in un Istituto psichiatrico (Policlinico Gemelli) (piano Viktor, V come «vivo») dove sarebbe stato sottoposto ad un trattamento psicologico riabilitativo che avrebbe curato la presunta sintomatologia da lui presentata durante la reclusione (una diagnosi di comodo), ossia i disturbi emotivi conseguenziali alla «Sindrome di Stoccolma», una patologia in cui la vittima diventa oggetto di facile plagio da parte dei suoi carcerieri («lavaggio del cervello»).
Nell’ottobre del 1978, pochi mesi dopo la morte di Moro, il Partito Popolare Europeo (PPE), il movimento di Lyndon La Rouche, pubblicò un volume intitolato «Chi ha ucciso Aldo Moro?».
Il documento del PPE attribuiva la strage di via Fani e l’omicidio di Moro ai servizi segreti britannici, i capifila del terrorismo e delle strutture «deviate» presenti negli altri organismi d’Intelligence occidentali.
Nel libro del PPE , Cossiga viene definito «una pedina fondamentale nello scenario terrorista britannico in Italia».
Una opinione che si evince anche leggendo l’opera di Sergio Flamigni intitolata «Convergenze parallele» (Kaos, 1998).
Cossiga è stato allevato politicamente da Antonio Segni che insieme a Mario Scelba rappresentava la corrente anglofila della DC (la destra oligarchica democristiana).
Segni si formò ideologicamente in compagnia di Dino Grandi, il gerarca fascista amico degli inglesi, con il quale fondò e diresse una rivista giuridica.
Da Segni, Cossiga ricevette in eredità la rappresentanza politica dell’oltranzismo atlantista, impersonificato dalla CIA e dal suo equivalente anglosassone (MI6), che cercò di innestare con successo negli apparati dei servizi di sicurezza e nelle più alte gerarchie militari italiane.

edit
---
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=4930

un pò lungo da leggere ma ci parla sempre dell'emerito che continua a raccontare...

E anche noi poniamo la domanda che Cossiga pone alla sinistra nella sua lettera al Tempo: come mai questo Pd, in gran parte formato da ex comunisti [cioè piciisti], tutto sommato difensori dell’Urss, oggi si pone in gran parte sul fronte sostanzialmente antirusso e favorevole alla Georgia, cioè agli Usa?

----
bella domanda vista la situazione attuale internazionale.


====
dalla lettera di Cossiga:
Vuoi un consiglio, caro Direttore? «Si taccia!», come da questo momento farò anch'io, perché, pur avendo ottant'anni, io a conservarmi la pellaccia ci tengo e voglio evitare bombe o sventagliate di mitra, islamiche o israeliane che siano.
----

...e qui non c'è bisogno di dire altro!

Inviato il: 19/8/2008 12:56
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Re: Cossiga colpisce ancora
#91
Dubito ormai di tutto
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In un'intervista ad Odifreddi (ARGH) pescata qui si legge:

Cossiga dice che rappresenta il Vaticano in Italia.[parlano di Andreotti]
«Dice anche: "Andreotti è convinto che la storia la faccia Dio". Ma Cossiga è un tipo strano… è massone…».

Lui nega di essere massone.
«Gli iscritti alle logge segrete negano di essere massoni. Credimi, Cossiga è massone».
Inviato il: 19/8/2008 4:34
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Re: Cossiga colpisce ancora
#90
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http://dagospia.excite.it/articolo_index_42835.html

Francesco Cossiga, in un'intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, parla di un accordo tra l'Italia e i palestinesi. Lo chiama «lodo Moro». Esisteva un'intesa con il Fronte popolare, potevate trasportare armi e esplosivi, garantendo in cambio immunità dagli attacchi?
«Ho seguito personalmente le trattative per l'accordo. Aldo Moro era un grande uomo, un vero patriota. Voleva risparmiare all'Italia qualche mal di testa. Non l'ho mai incontrato. Abbiamo discusso i dettagli con un ammiraglio, gente dei servizi segreti, e con Stefano Giovannone (capocentro del Sid e poi del Sismi a Beirut, ndr). Incontri a Roma e in Libano. L'intesa venne definita e da allora l'abbiamo sempre rispettata».

Che cosa prevedeva?
«Ci veniva concesso di organizzare piccoli transiti, passaggi, operazioni puramente palestinesi, senza coinvolgere italiani. Dovevamo informare le persone opportune: stiamo trasportando A, B, C... Dopo il patto, ogni volta che venivo a Roma, due auto di scorta mi aspettavano per proteggermi. Da parte nostra, garantivamo anche di evitare imbarazzi al vostro Paese, attacchi che partissero direttamente dal suolo italiano ».

Chi dovevate informare dei transiti?
«I servizi segreti. Chi altro? Non il ministero del Turismo».

L'intesa era valida anche per altre organizzazioni palestinesi?
«Posso parlare per il Fronte popolare ».

Qual era il ruolo di Saleh Abu Anzeh in Italia? Viene arrestato dopo il sequestro di due lanciamissili, destinati al Fronte popolare, e trovati in possesso di militanti di Autonomia Operaia.
«Saleh, Saleh... Adesso è grassissimo (ride). L'incidente è avvenuto prima dell'accordo, altrimenti l'avrei giustiziato personalmente, perché contravveniva al patto che io avevo sottoscritto ».

Il caso è del '79, l'accordo doveva essere già in vigore.
«E' vero era già in vigore. Vuol dire che Saleh aveva ricevuto ordini da altri ».



Durante il processo, il Fronte popolare chiede la restituzione dei lanciamissili e la scarcerazione di Abu Anzeh. Avete minacciato ritorsioni contro l'Italia?
«No. Mai. Saleh è stato trattato bene e noi non siamo mai venuti meno al patto».

Nessuna trasgressione?
«Diciamo che se un ex Brigate Rosse stava scappando, aveva bisogno di un rifugio per qualche tempo e ci chiedeva aiuto, non potevamo cacciarlo. Gli preparavamo un passaporto e lo facevamo andare via. Piccoli militanti, non gente importante. Le autorità italiane lo sapevano: il povero Giovannone veniva a protestare da me».

In che modo le Brigate Rosse erano collegate al Fronte popolare?
«Qualcuno di loro faceva parte dell'" Alleanza" che venne stabilita nel 1972, assieme a organizzazioni di tutto il mondo. Erano le "operazioni speciali" guidate da Wadie Haddad. Questi gruppi stranieri non sono mai stati ai nostri ordini, c'era solo coordinamento ».

Cossiga ha detto, sempre al Corriere: «La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della "resistenza palestinese", che si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo ».
«In che anno è avvenuta la strage?»

Il 2 agosto del 1980.
«Non c'entriamo niente. Nessuno ordine è venuto da me. Il massacro non ha niente a che vedere con organizzazioni palestinesi. Neppure un incidente. Non c'era nessuna ragione per farlo, soprattutto a Bologna».

Carlos ha dichiarato: «Siamo convinti che la strage di Bologna sia stata organizzata dai servizi americani e israeliani».
«Io posso parlare dei fatti che conosco. Vuole un'analisi? La Cia o il Mossad potrebbero aver usato un palestinese, un loro agente. E' stato fatto esplodere, senza che lo sapesse, per accusare noi. Gli americani non erano affatto felici della nostra cooperazione con l'Italia. Soprattutto perché passavamo agli italiani informazioni top secret su quello che gli americani stavano facendo nel vostro Paese».

Ancora Carlos ha raccontato all'Ansa che l'ultimo tentativo del Sismi per salvare Moro è saltato per una sua «imprudenza ». Ci sarebbe stato un accordo per scarcerare alcuni brigatisti e portarli a Beirut.
«Avrei potuto salvare Moro. Nessuna imprudenza. Ho chiamato un numero, ho lasciato un messaggio dopo l'altro. Nessuna risposta. Davvero strano: una linea speciale e nessuno risponde ».

Qual è stato il ruolo del Fronte popolare nella trattativa con le Brigate Rosse?
«E' complicato. Posso dire che eravamo pronti a fare quello che veniva richiesto »



Dagospia 14 Agosto 2008
----
Carlos racconta di un numero su di una linea speciale che non rispondeva.
Probabilmente ce lo ha ancora quel numero. E sa anche chi glielo ha dato.
Ma di queste cose Cossiga (che era ministro dell'interno nel 78) non dice nulla.
Preferisce andare a farsi vedere sulla tomba a piangere.Sia per i cinque uomini della scorta che moro.
Per tutti gli italiani non resta che piangere su questa italietta da operetta.
Inviato il: 19/8/2008 0:18
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Re: Cossiga colpisce ancora
#89
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A questo punto io sono preoccupato. Preoccupato che un giorno ci possa dire
il vero motivo per cui è caduto il DC9 di Ustica.
----
tranquillo...non ci ha ancora detto dove tenevano Moro, molti dicono che proprio lui lo sapeva perchè glielo avevano detto.
Pertanto dopo l'uccisione di Moro proprio l'emerito e la sua omertà hanno dato l'avvio alla stagione delle stragi.
E'diventato presidente perchè non ha parlato o perchè deve sempre star zitto?
Infatti a destra e sinistra dice che Ustica è stato perchè, che Bologna è stato per come. Ma di prove concrete nessuna.
Strano modo di agire. Strano modo anche perchè ci sono le famiglie delle vittime che da tanto tempo aspettano giustizia.

Roma, 18:15
LODO MORO: PRIORE, "ESISTEVA ED E' ESISTITO PER ANNI"
"Il patto Moro esisteva ed e' esistito per anni". Rosario Priore, ex giudice istruttore del Caso Moro, commenta con l'AGI l'intervista pubblicata giovedi' scorso sul Corriere in cui l'ex portavoce del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), Bassam Abu Sharif, parla del "lodo Moro", ovvero il presunto accordo che negli anni Settanta autorizzava i militanti palestinesi a utilizzare l'Italia come terra di transito di esplosivi e armi. In cambio, Roma otteneva l'immunita' da eventuali attacchi terroristici.
Inviato il: 16/8/2008 20:29
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Re: Cossiga colpisce ancora
#88
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Mmmm...
Due valigie scoppiate per caso al passaggio in una stazione.

A questo punto io sono preoccupato. Preoccupato che un giorno ci possa dire
il vero motivo per cui è caduto il DC9 di Ustica.
Inviato il: 16/8/2008 17:30
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Re: Cossiga colpisce ancora
#87
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Su Bologna ho qualche dubbio che l'attentato sia stato così "involontario" come viene indicato in questo periodo. Certo è che la dinamica della strage è incredibile, visto che fu un treno (in ritardo) a riflettere l'onda d'urto dell'esplosione, moltiplicando danni e vittime...

Saludos
Kolza
Inviato il: 16/8/2008 17:00
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Re: Cossiga colpisce ancora
#86
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....anche qui si parla di uno scoppio involontario alla stazione di bologna:
http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_15/moro_br_brigate_rosse_palestinesi_pellegrino_strage_bologna_bassam_abu_sharif_509c9e22-6ab8-11dd-86d0-00144f02aabc.shtml


STRAGE DI BOLOGNA - Due anni dopo, il 2 agosto del 1980, la strage di Bologna (85 morti e 200 feriti) per la quale verranno condannati i terroristi neri Mambro, Fioravanti e Ciavardini ma che è ancora oggetto di polemiche a causa della pista palestinese secondo la quale uno o più terroristi mediorientali stavano trasportando una bomba che poi sarebbe accidentalmente esplosa


Francesco Cossiga era all’epoca della strage di Bologna presidente del Consiglio.
Fu proprio lui, riferendo alle Camere, ad indirizzare le indagini solamente nella direzione del terrorismo di estrema destra.
Ma il 15 marzo 1991, al tempo della sua presidente della Repubblica, affermò di essersi sbagliato a definire «fascista» la strage alla stazione di Bologna e di essere stato mal indicato dai servizi segreti.
Oggi chiarisce che «la strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della ‘resistenza palestinese’ che, autorizzata dal ‘lodo Moro’ a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese, si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo. Quanto agli innocenti condannati, in Italia i magistrati, salvo qualcuno, non sono mai stati eroi. E nella rossa Bologna la strage doveva essere fascista» (3).
Cossiga non è pazzo e non si smentisce, la tecnica pare quella di sempre: nascondere le vere responsabilità della strage, anzi delle stragi, dietro una cortina di ipotesi giustificative ormai lontana nel tempo.

fonte:effedieffe
Inviato il: 16/8/2008 15:02
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Re: Cossiga colpisce ancora
#85
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Ed ecco il commento dell'ineffabile, apparso sul Corriere (pag. 21) del 15 agosto 2008:

«Non vidi le carte, ma l'ho sempre saputo» di Francesco Cossiga

Caro Direttore,
accade talvolta che un uomo politico o che abbia fatto parte di apparati dello Stato quando dice qualcosa che non sia stata resa nota con una nota stampa ufficiale sia considerato un millantatore o un "intossicatore". Ho sempre saputo non da carte o informazioni ufficiali - che mi sono state sempre tenute segrete -, dell'esistenza di un "patto di non belligeranza" segreto tra lo Stato italiano e le organizzazioni della resistenza palestinese, comprese quelle terroristiche quali la Fplp, che si è fatta viva nuovamente in questi giorni. Questo patto fu ideato e concluso da Aldo Moro, che padroneggiava in modo eccezionale la materia e che aveva una straordinaria capacità di guida dei servizi di intelligence nonché delle forze speciali poste a loro ausilio e di cui disponeva direttamente saltando
la scala normale gerarchica, a motivo della totale fiducia che gliuomini di questi apparati avevano per lui. Le clausole di questo patto prevedevano che le organizzazioni palestinesi potessero avere basi anche di armamento nel Paese,che avessero libertà di entrata e uscita e di circolazione senza essere assoggettati ai normali controlli di polizia perché«gestiti dai servizi segreti, in pratica l'unico servizio segreto, ieri come oggi, funzionante
e legibus solutus. Nessuno mai disse di tutto ciò né quando fui sottosegretario alla Difesa con una delega politica, voluta da Moro, per la struttura Gladio, né da ministro dell'Interno, da presidente del consiglio e da inutile inquilino del Palazzo del Quirinale. Me ne accorsi però quando Moro mandò me, allora ministro, fortemente riluttante per scrupoli di correttezza e legalità di cui lui sorrise, ad incontrare la moglie e il figlio del generale Miceli, capo del servizio segreto militare,arrestato e in carcere con il mandato di che cosa egli dovesse dire o non dire o occultare sotto l'eccezione del
segreto all'autorità giudiziaria.
Me ne accorsi quando da ministro dell'Intemo il Sds del Ministero scopri
che gli uomini dell'Olp erano dotati a difesa delle loro residenze di armi pesanti; poiché erano coperti da immunità diplomatica in quanto inquadrati nella rappresentanza diplomatica della Lega araba: mi fu detto di non preoccuparmi ed io riuscii a convincerli a dismettere l'artiglieria pesante e accontentarsi di quella leggera! Me ne accorsi durante il sequestro di Moro quando la polizia e i carabinieri mi riferirono che avevano sentore che si sviluppassero azioni parallele e vere e proprie trattative via terrorismo internazionale di sinistra sostenuto dall'Est- servizi segreti della Jugoslavia e
della Ddr-resistenza palestinese, con l'ausilio di strutture militari italiane,
azioni aventi come scopo la liberazione di Moro attraverso scambi di prigionieri
a livello internazionale. Infruttuosi i tentativi di un sottosegretario nominato ad hoc, di un ministro dell'Interno, di un presidente del consiglio e poi di un, se pur inutile, capo dello Stato, di sapere qualcosa Certo mi meravigliai quando il capo di una organizzazione terroristica palestinese con un telegramma inviatomi tramite la nostra residenza del Sismi a Beirut mi intimò di restituirgli un missile terra-aria intercettato da una normale pattuglia della Stradale e pilotato per la strada da un noto esponente della sinistra extra-parlamentare! In questo quadro è non solo verosimile ma probabile assai che la strage di Bologna sia stata causata dallo scoppio involontario
di una-due valigie di esplosivo trasportate in base ad un accordo» da esponenti palestinesi e destinata a obiettivi esteri e non, come da accordi, italiani.
E sorrido quando vedo gli uomini politici misurarsi tra di loro sui punti e le
virgole delle leggi di riforma dei servizi di informazione, quando la riforma se la
faranno «loro» quando vorranno e come riusciranno a farla anche in relazione
ai rapporti di forza, non certo determinati del potere politico! E non pretendano i politici di conoscerei veri segreti di Stato: purtroppo non c'è più neanche la vigilanza del Partito Comunista che qualche volta ce ne metteva a parte!
Inviato il: 16/8/2008 12:43
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Re: Cossiga colpisce ancora
#84
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Altra piccola perla sui rapporti italiani con le Organizzazioni del Medio Oriente...

http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/14/Trattai_lodo_Moro_Mani_libere_co_9_080814018.shtml
L' intervista Parla Bassam Abu Sharif, leader storico del Fronte popolare Il patto «Vi passavamo notizie su quel che gli Usa facevano nel vostro Paese»
«Trattai io il lodo Moro Mani libere a noi palestinesi»
«Trasportavamo armi e l' Italia era immune dai nostri attacchi»

DAL NOSTRO INVIATO GERICO - L' occhio di Bassam Abu Sharif vaga verso le montagne di roccia rossa che circondano Gerico. L' altro è fisso da oltre trent' anni nello stesso sguardo cristallizzato. «Un regalo del Mossad», dice. Nel 1970, era il portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, finito sulla copertina di Time come il «volto del terrore», durante i dirottamenti di Dawson' s Field. Quel volto viene devastato da un pacco bomba, spedito a Beirut due anni dopo. Con la mano destra mutilata, si sforza di infilare le piccole pile nell' apparecchio acustico. Ora è pronto a ricordare il periodo a fianco di George Habash, nell' ufficio politico del Fronte. E' lui che ha reclutato Ilich Ramirez Sanchez (e lo ha battezzato con il nome di battaglia Carlos), è lui che ha seguito, tra gli anni Settanta e Ottanta, la «politica estera» dell' Fplp, i rapporti internazionali, compresi quelli con l' Italia. Fino alla rottura con il gruppo e al ruolo di consigliere per Yasser Arafat. E' un uomo di 62 anni che, dopo la conversione a sostenitore della pace, ha voglia di raccontare. A volte fatica a ricordare le date, a volte le usa come appiglio per la memoria. Premette di poter parlare della «strategia generale», senza dettagli sulle operazioni. «Quello che le dico è la verità, non tutta la verità». Francesco Cossiga, in un' intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, parla di un accordo tra l' Italia e i palestinesi. Lo chiama «lodo Moro». Esisteva un' intesa con il Fronte popolare, potevate trasportare armi e esplosivi, garantendo in cambio immunità dagli attacchi? «Ho seguito personalmente le trattative per l' accordo. Aldo Moro era un grande uomo, un vero patriota. Voleva risparmiare all' Italia qualche mal di testa. Non l' ho mai incontrato. Abbiamo discusso i dettagli con un ammiraglio, gente dei servizi segreti, e con Stefano Giovannone (capocentro del Sid e poi del Sismi a Beirut, ndr). Incontri a Roma e in Libano. L' intesa venne definita e da allora l' abbiamo sempre rispettata». Che cosa prevedeva? «Ci veniva concesso di organizzare piccoli transiti, passaggi, operazioni puramente palestinesi, senza coinvolgere italiani. Dovevamo informare le persone opportune: stiamo trasportando A, B, C... Dopo il patto, ogni volta che venivo a Roma, due auto di scorta mi aspettavano per proteggermi. Da parte nostra, garantivamo anche di evitare imbarazzi al vostro Paese, attacchi che partissero direttamente dal suolo italiano». Chi dovevate informare dei transiti? «I servizi segreti. Chi altro? Non il ministero del Turismo». L' intesa era valida anche per altre organizzazioni palestinesi? «Posso parlare per il Fronte popolare». Qual era il ruolo di Saleh Abu Anzeh in Italia? Viene arrestato dopo il sequestro di due lanciamissili, destinati al Fronte popolare, e trovati in possesso di militanti di Autonomia Operaia. «Saleh, Saleh... Adesso è grassissimo (ride). L' incidente è avvenuto prima dell' accordo, altrimenti l' avrei giustiziato personalmente, perché contravveniva al patto che io avevo sottoscritto». Il caso è del ' 79, l' accordo doveva essere già in vigore. «E' vero era già in vigore. Vuol dire che Saleh aveva ricevuto ordini da altri». Durante il processo, il Fronte popolare chiede la restituzione dei lanciamissili e la scarcerazione di Abu Anzeh. Avete minacciato ritorsioni contro l' Italia? «No. Mai. Saleh è stato trattato bene e noi non siamo mai venuti meno al patto». Nessuna trasgressione? «Diciamo che se un ex Brigate Rosse stava scappando, aveva bisogno di un rifugio per qualche tempo e ci chiedeva aiuto, non potevamo cacciarlo. Gli preparavamo un passaporto e lo facevamo andare via. Piccoli militanti, non gente importante. Le autorità italiane lo sapevano: il povero Giovannone veniva a protestare da me». In che modo le Brigate Rosse erano collegate al Fronte popolare? «Qualcuno di loro faceva parte dell' "Alleanza" che venne stabilita nel 1972, assieme a organizzazioni di tutto il mondo. Erano le "operazioni speciali" guidate da Wadie Haddad. Questi gruppi stranieri non sono mai stati ai nostri ordini, c' era solo coordinamento». Cossiga ha detto, sempre al Corriere: «La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della "resistenza palestinese", che si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo». «In che anno è avvenuta la strage?» Il 2 agosto del 1980. «Non c' entriamo niente. Nessuno ordine è venuto da me. Il massacro non ha niente a che vedere con organizzazioni palestinesi. Neppure un incidente. Non c' era nessuna ragione per farlo, soprattutto a Bologna». Carlos ha dichiarato: «Siamo convinti che la strage di Bologna sia stata organizzata dai servizi americani e israeliani». «Io posso parlare dei fatti che conosco. Vuole un' analisi? La Cia o il Mossad potrebbero aver usato un palestinese, un loro agente. E' stato fatto esplodere, senza che lo sapesse, per accusare noi. Gli americani non erano affatto felici della nostra cooperazione con l' Italia. Soprattutto perché passavamo agli italiani informazioni top secret su quello che gli americani stavano facendo nel vostro Paese». Ancora Carlos ha raccontato all' Ansa che l' ultimo tentativo del Sismi per salvare Moro è saltato per una sua «imprudenza». Ci sarebbe stato un accordo per scarcerare alcuni brigatisti e portarli a Beirut. «Avrei potuto salvare Moro. Nessuna imprudenza. Ho chiamato un numero, ho lasciato un messaggio dopo l' altro. Nessuna risposta. Davvero strano: una linea speciale e nessuno risponde». Qual è stato il ruolo del Fronte popolare nella trattativa con le Brigate Rosse? «E' complicato. Posso dire che eravamo pronti a fare quello che veniva richiesto» * * * Personaggi e riferimenti * * * Chi è Ex portavoce Bassam Abu Sharif, nato nel 1946, è stato portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, consigliere speciale di Yasser Arafat. Nel 1970 finì sulla copertina della rivista Time come il «volto del terrore», durante i dirottamenti di Dawson' s Field La lettera-bomba Nel 1972 rimase vittima di un attentato a Beirut, in Libano, nel quale perse quattro dita e un occhio: ha sempre attribuito il pacco bomba al Mossad. È lui che ha reclutato Ilich Ramirez Sanchez (e lo ha battezzato Carlos), è lui che ha seguito, tra gli anni Settanta e Ottanta, la «politica estera» dell' Fplp.

Frattini Davide

Pagina 19
(14 agosto 2008) - Corriere della Sera
Inviato il: 16/8/2008 12:13
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Re: Cossiga colpisce ancora
#83
Sono certo di non sapere
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Una rinfrescatina sui due fratelli bisaglia...


http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=384


Ancora più inquietante rimangono comunque le circostanze sulla morte di Don Mario Bisaglia: in quei luoghi ove trovò la morte, oltre a Karol Woytila, si trovavano in vacanza Cossiga, Gelli ed Andreotti. Una domanda, al di là delle congetture, delle teorie e delle ipotesi, rimbalza nelle menti di quanti si sono interessati alla vicenda: perchè suicidarsi a centinaia di km da casa, quando nella provincia di Rovigo ci sono due fiumi come l'Adige e il Po?
Probabilmente perchè il sacerdote non aveva nessuna intenzione di uccidersi: pochi giorni prima aveva conosciuto particolari essenziali sulla morte del fratello, ma le sue informazioni provenivano dal confessionale; allora, dopo aver chiesto invano al vescovo di Rovigo la dispensa dal segreto, è plausibile ipotizzare che si volesse recare in Cadore proprio per chiedere tale dispensa all'unica persona che potesse concedergliela, e cioè, al Papa.

Ed è significativo che, ad onta della versione ufficiale, la Chiesa abbia optato per ricordare Don Mario con un funerale solenne in Duomo: strano per un sacerdote suicida

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e ritroviamo segreti, confessionali, vaticano, politici e P2.

Nessuno di questo ha ancora parlato.
Interessante anche notare che Cossiga passava le ferie nei luoghi di Gelli e Andreotti...coincidenze...?
E tutti erano li giusto quando c'era Woytila.


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http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/bisaglia.htm


edit

http://www.movisol.org/moro.htm

Il libro di Flamigni, "Convergenze Parallele", ha animato il dibattito perché ha colpito un bersaglio preciso, Francesco Cossiga. Nel dossier del POE, la figura di Cossiga era già ben messa a fuoco come "una pedina fondamentale nello scenario terrorista britannico in Italia". Nel suo libro, Flamigni lo identifica come massimo responsabile del fallimento del tentativo di liberare Moro, e qualcosa di più. Naturalmente, una discussione spassionata sul ruolo di Cossiga nella vicenda Moro è nella attuale situazione politica italiana quasi impossibile. Essendo la verità bandita dalla politica, qualsiasi intervento si presta a essere interpretato come pro o contro questo o quello schieramento. È purtroppo ciò che è avvenuto, anche se lo stesso Flamigni e il figlio di Moro, Giovanni, sono intervenuti sul quotidiano La Repubblica per alzare i toni del dibattito.

Nonostante tutto, è doveroso rifiutare la "verità" cossighiana (che corrisponde a quella dei brigatisti in carcere) e inchiodare l'ex Presidente alle sue responsabilità. Occorre anche dire che, se ci fu un complotto per uccidere Moro, Cossiga non rappresenta il centro di quel complotto ma un semplice fiduciario di un complesso apparato di cui facevano parte anche le reti della P2. In questo senso, come scrisse il POE, Cossiga rappresenta la continuità politica del potere britannico in Italia. Cossiga è un britannico di mentalità: si definisce cattolico liberale e si vanta di coltivare studi di "teologia inglese", su testi come quelli del Cardinale Newman, un nemico del Rinascimento e un ammiratore dell'Impero Romano. Cossiga fu politicamente allevato da Segni, che a sua volta rappresentava l'infiltrazione della corrente filobritannica nella Democrazia Cristiana. Segni si formò ideologicamente assieme a Dino Grandi, il gerarca fascista filo-britannico, con il quale fondò e diresse una rivista giuridica. Da Segni, Cossiga ricevette in eredità la rappresentanza politica di quegli interessi, e della loro forte presenza negli apparati dei servizi di sicurezza e militari.

....
Come è noto, la vittoria repubblicana nel referendum non era affatto scontata. La monarchia ottenne quasi undici milioni di voti, solo due in meno della repubblica. Questo risultato spinse il re, Umberto II, a tentare il colpo di mano rifiutandosi di riconoscere la vittoria repubblicana. Si sfiorò la guerra civile, quella guerra civile desiderata dagli inglesi per balcanizzare il paese. Fu probabilmente dovuto a pressioni americane, se Umberto finalmente recedé dalle sue intenzioni e in seguito, promulgata la Costituzione, si recò in esilio.

Ciò non significò che da un giorno all'altro il potere monarchico (oligarchico) scomparve dall'Italia; subì semplicemente una metamorfosi, attrezzandosi per la guerra irregolare con l'obiettivo di rovesciare le istituzioni repubblicane alla prima occasione.
Inviato il: 6/8/2008 21:10
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Re: Cossiga colpisce ancora
#82
Mi sento vacillare
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A proposito di Kossiga, sapete chi andò in Liguria a prelevare (con tanto di aereo ufficiale) il cadavere di Antonio "Toni" Biasaglia, n.5 (reale, non farlocco come quelli di Al Qaeda) della DC, facendo saltare l'autopsia?
Vi do un indizio... è di Sassari e ha appena compiuto 80 anni :) nel mentre chiedetevi perché Bisaglia era così "interessante"... fatto?
Tra i vari motivi di interesse, il politico diccì (della corrente moro-dorotea) fu il primo che collegò Ustica a Bologna (le stragi del 1980)... e la sua morte, casualmente, è ancora avvolta nel mistero, visto e considerato che nessuno lo vide cadere in acqua (era sul suo yacht, il Rosalù) e, soprattutto, che le testimonianze raccolte nella striminzita inchiesta sono contraddittorie.

Saludos
Kolza
Inviato il: 6/8/2008 20:21
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Re: Cossiga colpisce ancora
#81
Sono certo di non sapere
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Non ho avuto tempo per intervenire, ma penso che questa sia una delle discussioni più "dense".

Ottimi interventi ed innumerevoli spunti.
Inviato il: 6/8/2008 12:56
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      redna
Re: Cossiga colpisce ancora
#80
Sono certo di non sapere
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http://www.effedieffe.com/content/view/4090/182/


E’ facile capire, oltre agli USA, quale altro «piccolo Paese» del Mediterraneo non poteva tollerare questa strategia.
E chi si oppone a questa strategia, prima o poi, paga.

Cossiga rivela e probabilmente manda obliquamente un messaggio, non solo parlando direttamente di Moro.
L’eliminazione di Craxi e Andreotti con Tangentopoli sarebbe stata la conseguenza di questa scarsa «fedeltà Atlantica»: «Credo che gli Stati Uniti e la CIA non ne siano stati estranei; così come certo non sono stati estranei alle ‘disgrazie’ di Andreotti e di Craxi. […] Andreotti e Craxi sono stati i più filopalestinesi tra i leader europei. I miliardi di All Iberian furono dirottati da Craxi all’OLP. E questo a Fort Langley non lo dimenticano. In più, gli anni dal ‘92 in avanti sono sotto amministrazioni democratiche: le più interventiste e implacabili».
Cossiga non è pazzo, non ha cambiato idea, non ha tradito.


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....i miliardi di All Iberian furno dirottati da Craxi all'OLP....Strano che lui lo sappia e che la magistratura brancoli ancora nel buio.
Anche perchè siedono in molti al parlamento che hanno fatto fortuna solo per il fatto che la magistratura si è arenata in molte vicende della recente politica.
Come per esempio i 21 miliardi che Berlusconi ha versato a Craxi....di cui Cossiga,al momento non ci da informazioni precise. E i denari di all iberian hanno avuto degli scopi diversi di quelli versati sul conto di Craxi?
Nella prossima puntata ci verrà raccontata un altra verità, probabilmente.
Perchè Cossiga continua, indisturbato, a parlare.
Inviato il: 6/8/2008 11:31
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