Nell’arco di poche settimane si è verificato il passaggio dei poteri nelle mani del centro destra. Quello che fino a poco tempo fa per la destra era un sogno apparentemente irraggiungibile – avere una solida maggioranza con cui controllare il parlamento – oggi è diventato realtà.
Ma c’è tutta una categoria di persone, in Italia, per le quali questo passaggio di poteri è inaccettabile.
Non sto dicendo che sono scontenti. No, per loro è proprio inaccettabile, nel senso che non riescono ad accettarlo.
Lo si è visto chiaramente nelle dozzine di dibattiti televisivi degli ultimi giorni. Lo “scandalo” è iniziato con le elezioni alla presidenza del senato e della camera di La Russa e Fontana: due persone legittimamente elette, da un parlamento a sua volta legittimamente eletto, che secondo Letta e i suoi seguaci “offendevano” l’immagine dell’Italia nel mondo. Poi è venuto il momento della formazione del governo, con altre scelte “irricevibili” a causa del passato poco simpatico di alcuni neo-ministri.
Epilogo drammatico dopo le elezioni flop: si sono dimessi il 50% dei fondatori del partito VITA e i candidati più votati. Negato il congresso nazionale e la riorganizzazione interna del partito, un “ufficio di collocamento elettorale”. Ecco le motivazioni dello strappo.
di Maurizio Martucci
All’indomani del clamoroso flop elettorale, una grave emorragia interna colpisce il partito presieduto dalla parlamentare d’opposizione uscente Sara Cunial: in una settimana si sono infatti dimessi il 50% dei fondatori e i candidati più votati alle recenti elezioni politiche. Tra i fondatori, il primo ad andarsene è stato Luca Teodori del Movimento 3V, seguito poi da Paolo Sensini (No Paura Day) e Maurizio Martucci (Alleanza Italiana Stop5G). Tra i candidati, lasciano anche l’Avv. Renate Holzeisen (per VITA la più votata in Italia ,suo il 6,6% a Bolzano), il ricercatore Stefano Montanari, la nota scienziata Antonietta Gatti e il medico Massimo Fioranelli. Molteplici le motivazioni dello strappo.
Per i grandi partiti, è andato tutto più o meno come previsto, con la variante di una Lega molto penalizzata all’interno del centro-destra, e dei 5 Stelle in vistosa rimonta nel campo opposto.
Ma la vera sorpresa – almeno per noi che facciamo parte di questa “area di pensiero” - è stato il completo flop dei cosiddetti partiti antitistema. Di tutte queste persone – Paragone, Montanari, Toscano, Cunial, Schilirò, Rizzo, Frajese, Grimaldi, Puzzer, Teodori, Bianchi, Messora, ecc. – nessuno di loro siederà in parlamento nella prossima legislatura. Nessuno.
I motivi di questa debacle sono molteplici, e ci sono certamente delle valide scusanti: la prima, è la fretta con cui sono state organizzate le elezioni (che gli hanno impedito di organizzare una campagna elettorale decente). La seconda è stata l’impossibilità per gli italiani all’estero di votare per uno di questi partiti. Bene o male, quasi sei milioni di elettori non hanno avuto la possibilità di scegliere Italexit, ISP o Vita, semplicemente perchè sulle schede il loro simbolo non compariva. (Già questo, in un paese normale, dovrebbe comportare l’anullamento delle elezioni).
Ma il vero problema, questo lo sappiamo tutti, è stata la frammentazione stessa con cui queste nuove forze si sono presentate al voto.
Un'ultima carrellata di riflessioni prima del "grande parto" nazionale.
[Grazie a Sertes, che mi ha aiutato a preparare questo video]
Dài che manca poco...
Continua qui la discussione sulle prossime elezioni politiche.
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Lo pubblico in home, perchè mi piacerebbe sentire i vostri commenti. Grazie-.