Negli ultimi anni sta prendendo piede una nuova tecnica per confondere il pubblico ed allontanarlo dalla verità. È la menzogna spudorata, che viene usata contro un fatto palese, con lo scopo di confondere le idee al grande pubblico. Anche se la menzogna cozza platealmente con i fatti riscontrabili.

Prendiamo tre esempi: il sabotaggio al NorthStream 2, il bombardamento dell’ospedale di Al-Shifa a Gaza, l’abbattimento dell’Iliushin dell’altro ieri.

In tutti e tre i casi, il colpevole sembra evidente, perchè lo dice la logica del cui prodest. A chi, se non agli americani, può interessare distruggere un gasdotto che porta gas dalla Russia all’europa? Non certo ai russi. A chi, se non a Israele, può interessare bombardare un ospedale di Gaza? Non certo ai palestinesi. A chi può interessare che venga abbattuto un aereo militare russo? Nuovamente, non certo ai russi (che mai manderebbero un aereo carico di missili in zona nemica).

 

Eppure, con una menzogna spudorata, data in pasto ai media in tempi brevissimi, si riesce in qualche modo ad annacquare l’evidenza dei fatti, e a creare se non altro quel tanto di dubbio – nello spettatore medio – che la verità eclatante non possa essere dichiarata.

Nel caso del gasdotto, la menzogna spudorata fu che erano stati gli stessi russi a farlo saltare. Non c’era logica, ma tanto bastò a confondere le idee che il telespettatore medio rimase confuso.

Nel caso di Al-Shifa, la menzogna spudorata fu che era stato lo stesso Hamas a colpire l’ospedale con un lancio sbagliato. Anche lì, tutte le evidenze indicavano il contrario, ma il putiferio mediatico che ne conseguì fu sufficiente a nascondere la verità palese.

E ora con l’Iliushin accade una cosa simile: i russi dichiarano che c’erano dei prigionieri a bordo, e che quindi il volo era “in chiaro”, senza rischio di abbattimento, mentre gli ucraini sostengono che l’abbattimento sia legittimo perchè “l’aereo trasportava missili”. E così, nuovamente, il gesto criminale degli ucraini viene annacquato dal dubbio.

Una cosa va chiarita: quando si usa questa tecnica non si intende “vincere” la battaglia mediatica, nel senso che non si spera di convincere l’opinione pubblica che la menzogna sia vera. Basta semplicemente creare quel minimo di confusione iniziale, per impedire che la polvere si depositi subito e che la verità palese emerga in tutta la sua chiarezza.

Naturalmente, tutto questo può avvenire solo con la complictità dei nostri giornalisti, che fingono ogni volta di credere alla menzogna, e le attribuiscono lo stesso valore della verità palese.

Come dimenticare la beneamata Lilli Gruber, la sera dell’attentato al Nord Stream, quando disse con il suo sorrisetto di plastica “sono stati i russi, ovviamente”?

Massimo Mazzucco