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Aldilà e casi di pre-morte
Sodaro e Pacciolla ebbero a riassumere un documento informativo (vedi Ospedali Fatebenefratelli, rivista medico-scientifica-di "Vita Ospedaliera, Roma 1990) tutto quanto si potesse indicare per tali fenomeni. In una tabella schematizzarono quanto segue:
1- Esperienze Cenestesiche, ovvero la "solita"... visione della stanza, spesso dall'alto. Visione di locali adiacenti o lontani (questo mi porta a considerare una linea, una visione-percezione che sta al di là dei nostri attuali sensi). Percezione dei discorsi dei medici, infermieri e parenti. Vision degli apparecchi e procedure mediche. Visione del proprio corpo.
2- Esperienze Trascendenti, ovvero del "solito" tunnel, percezione di luci,visioni di paesaggi, spesso pastorali. Visione panoramica della propria vita. Diversa percezione di tempo e spazio. Incontro con esseri disincarnati. Comunicazione telepatica. (interessantissima) Non desiderio di ritornare. Percezione di Dio (o chi per Lui) in sè.
Ovviamente esistevano ed esistono ipotesi interpretative di carattere per così dire "RAZIONALI", che i due studiosi così sintetizzano come ipotesi "organiche": Variazione pressione endocranica, aumento di CO2, alterazioni del metabolismo cerebrale, scarica endorfinica, allucinazioni.
Ipotesi "psicologiche", ovvero: difesa contro la morte, regressione al servizio dell'io, riattivazione ricordi di nascita, archetipi di Jung, logoterapia e analisi esistenziali.
Continua...
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Il cardiologo M.Sabom mise a suo tempo in evidenza casi dove (in corso di NDE) la CO2 era molto più alta della norma, con alterazione del metabolismo cerebrale conseguente ad arresto temporaneo della circolazione. Esistono però casi di pre- morte SENZA arresto della circolazione cerebrale. Note sono anche per le NDE, le interpretazioni come frutto di allucinazioni derivate dallo stress. Ma questa è una ipotesi che non può essere accettata, sia perchè le allucinazioni non potrebbero rispecchiare la realtà vissuta in fase d'incoscienza del paziente che INVECE, è spesso in grado di descrivere con precisione assoluta le procedure mediche e gli apparecchi usati, e sia perchè il fenomeno si è verificato ANCHE in persone con EEG piatto, senza contare che anche le allucinazioni vengono registrate nell'EEG.
Si è voluto poi spiegare le NDE come frutto di una scarica endorfinica. Anche questa ipotesi è inaccettabile, perchè nella "trance" ipnotica profonda, si hanno notevoli scariche endorfiniche, ma mai però i pazienti hanno riferito vere assonanze con le NDE, come non esiste un rapporto di causa ed effetto tra endorfine e allucinazioni. Si dice anche di tener presente le cause psicologiche che si vorrebbe comprendessero la difesa contro la morte, ovvero la sostituzione, in prossimità di un evento inevitabile come la morte, ovvero di una fantasia spiacevole, sostituendola con una serie di "fantasie piacevoli", immaginando così di sopravvivere... Ma anche questa ipotesi va a ramengo in considerazione dell'inaccettabilità delle NDE di bambini al di sotto di un anno.
Questa delle NDE o casi di pre-morte che dir si voglia, è una fenomenologia che dovrebbe interessare tutti i medici del mondo ospedaliero, senza pregiudizi, costituendo la chiave specifica del più radicale problema dell'esistenza umana. Ovvero: può la coscienza sopravvivere alla morte del cervello attraverso un'altra modalità dell"IO"? la autoconsapevolezza, la memoria e l'attività mentale possono davvero estrinsecarsi ed operare mediante un "doppione" astrale, ossia attraverso un campo energetico a sè stante (magari quantistico...) e staccabile dal cervello?
Continua (forse...)
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Togliere ogni speranza di un continuo "migliore" e fideizzare l'uomo a questa nostra vita,dà loro un grande potere sulle persone che li ascoltano inebetiti o terrorizzati(lo abbiamo visto chiaramente in questi due anni)
E' il grandissimo limite della cosidetta "scienzah" al servizio del potere,che invece di farsi domande e cercare risposte,che magari non arriveranno mai,si chiude dietro a parole come credenze,superstizioni ecc.....
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In assoluto le NDE, viste anche come correnti spiritualistiche/scientifiche della "Gnosi" è, di fatto, una corrente della quale fanno parte anche scienziati detentori del Premio Nobel. Ai casi di pre-morte, mi interessai come componente di un gruppo circa 27 anni fa, ma prima ancora quando un amico di liceo, con fatica, ebbe il "coraggio di confidarsi". Perchè ancora oggi si verifica quella famosa e nota reticenza che attanaglia chi abbia vissuto un'esperienza fuori dal normale e che crea il timore, (quando la si voglia confidare) di non essere creduto o di essere considerato uno squilibrato.
Il caso del mio amico è come tanti altri emblematico. Dato per morto, si riprese, ebbe a confidarmi che appena ebbe la sensazione di perdere conoscenza, quasi nel contempo ebbe l'impressione di essere di nuovo sveglio, ma al di fuori di sè stesso. Si ritrovò di colpo sospeso verso il soffitto, e si sorprese nel vedere il suo corpo inerte sul letto (è un classico...). Sentiva le urla disperate di sua madre appena si accorse che il suo corpo era immobile e senza respiro. Lui cominciò a gridare che non era morto e che stranamente si trovava addossato sul soffitto della stanza. Ben presto si rese conto che era come se gridasse dentro sè stesso, comprendendo che non poteva parlare, se non illusoriamente.
I suoi sensi funzionavano. Poi scoprì che poteva camminare, anche sospeso dal suolo, ed attraversare pareti e persone. Si rifugiò per un pò in salotto per non vedere e non sentire il pianto di sua madre. Ebbe il tempo di riflettere che in effetti era morto, e che quello doveva essere il tipo di vita dopo la morte . Esaminò la sua nuova situazione ed anzichè impressionarsi trovò ch'era piacevole per la scoperta che non esiste la morte... "Vide" e sentì quel che accadeva in ogni stanza di casa sua, che si fece in seguito raccontare da sua madre per controllare, ma senza farle capire il vero motivo...
Mi disse che vide il medico che esaminava il suo corpo e comunicava la sua fine. Poi uscì di casa... e appena in strada tra le persone, notò che passavano come se lui non ci fosse, stava per provare a chiedere loro qualcosa quando ad un tratto si sentì risucchiare nella sua stanza e poi dentro il suo corpo disteso sul letto, con sensazioni di terribile sofferenza fisica.
Simili esperienze le confidò uno zio di mia moglie, in seguito deceduto davvero, così come mi disse un primario d'ospedale (Prof. Baldi, che dopo un infarto descrisse il suo "aldilà" in un libro).
Un saluto
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Anche io iniziai ad interessarmi a questo "fenomeno" in seguito al ricordo di un racconto fatto da un amico di mio padre,che, una volta investito, si era ritrovato fuori dal proprio corpo osservando tutta la scena,le sue gravissime ferite(aveva il cuoio capelluto staccato dal cranio)la gente che accorreva ed il trasporto in ospedale,lui raccontò di essere arrivato fino alla luce perfetta(era un artista di un certo livello,pittore e scultore)ma di essere stato rimandato indietro.
Avevo 15 anni,quindi 35 anni or sono e l'argomento era abbastanza fuori dal comune all'epoca,ma il fatto che diede il via a tutto questo fu la morte di mio padre a 47 anni,che, dopo una breve malattia,un paio di mesi,se ne andò dicendo, poco prima di esalare l'ultimo respiro,che erano venuti a prenderlo morendo molto serenamente.
Un saluto.
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C'è poi chi, da positivista logico come il filosofo Alfred Ayer, aveva speso tutta una vita per sostenere dalla sua prestigiosa cattedra di Oxford che la realtà della vita è soltanto ciò che può cadere sotto i nostri sensi. Definiva ridicoli i resoconti dei medium nelle sedute spiritiche e impossibile l'esistenza dell'anima. Ma... gli accade che durante i 4 minuti di "morte clinica", per un arresto cardiaco, potesse staccarsi con la "mente" dal proprio corpo, e potesse vedere cose che accadevano altrove.
Al "ritorno in vita" dovette ammettere, pur controvoglia, che la sua esperienza extracorporea poteva spiegarsi soltanto ipotizzando l'esistenza di un "QUID" staccabile dal nostro cervello: l'anima. Ed al filosofo non rimase che sentirsi amareggiato, poi, per un paradossale motivo: a suo dire aveva ormai raggiunto la certezza che dopo la morte doveva andare a far parte di quell'aldilà descritto da tanti spiritisti, da lui deriso, qualificato "squallido" ed "assurdo".
Situazioni ultime di pace, di serenità verso l'imminente distacco che ha riguardato tuo padre lo posso confermare per lo zio di mia moglie, incosciente da tempo, ma che riprese le sue facoltà nell'imminenza della morte, trovando addirittura la forza di sedersi sul letto, tendere le braccia e sorridere verso un'invisibile (per noi) figura da lui amata: la madre.
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Ciao ...... Permettimi alcune brevi considerazioni.
Prima di tutto sappi che ti sono vicino. Comprendo il tuo intimo stato d'animo per la perdita subita. Ho 51 anni ed ho da tempo una famiglia mia. Nacqui in una composta da 6 persone (sono il più giovane) che nell'arco di 13 anni (dall'inizio 1998) si disintegrò per tutta una serie di circostanze, sono l'ultimo rimasto, fui e sono tuttora sofferente, seppur dalla mia attuale visione, ancorate all'egoismo terreno. Capisco che l'aldilà per te rappresenti un mito, e non sei il solo ovviamente, anzi. Se si può tollerare di non darsi una risposta alla domanda "da dove vengo?", ingannandoci con la frettolosa teoria che l'origine riguarda un passato non più nostro, se si può sorvolare sul pretendere di sapere "chi siamo"?, consolandoci con l'osservazione che l'esserci sia comunque (qualche volta...) un privilegio, difficilmente si smette di chiederci "dove vado"?, terzo ed ultimo dei tre grandi interrogativi che hanno spaccato la capoccia a scienziati, filosofi, gente qualsiasi. A tutti. Mi avvicino, del tutto parzialmente, alla tua personalità, convinto come sono che anche l'ateo più convinto, il materialista più coerente, lo scientista più coriaceo ha ceduto, almeno una volta, alla tentazione di figurarsela quella impercettibile idea di "mondo altro", quello da frequentare dopo questo che può piacere o meno seppur breve di tempo.
Personalmente, come già ti dissi in altre circostanze, la morte e la sopravvivenza dell'essere umano (ma non solo questi) andrebbe trattata non solo con la fede o con la negazione di questa, ma anche con la scienza (per restare nel campo che più ti aggrada). Certo ci vorrebbe una rivoluzione olistica integrata per una visione globale e unitaria dell'uomo nella sua triplice natura: corpora, psichica, spirituale. Il problema è immenso, io ho avuto conferme positive, assolute, come già ti dissi, e quindi mi tiro un attimo fuori. Il problema è millenario, fra l'immanente e il trascendente, fra il noto e l'ignoto, fra il certo e l'incerto anche se probabile..., fra ragione e fede. Il problema "sopravvivenza" infatti, continua ad essere risolto nell'ambito fideistico o dogmatico delle varie religioni o tutt'alpiù in qualche frangia residua di studi filosofici.
Per quanto mi riguarda, sono andato oltre la sola ipotesi dell' "IO" che continua dopo la morte, e passo troppo spesso per uno che vuole forzare tutte le barriere della umana "prigione prometeica" promulgando altresì spazi ai contributi parapsicologici, apparendo con ciò, polemico ed accusatorio nei confronti di quel diffuso atteggiamento culturale-materialistico di maniera o di comodo che dir si voglia (cito NON a caso tal Polidoro & C.). Forse sono polemico, pur considerando un incoraggiante indirizzo scientifico attivo da pochi decenni in ambito medico sui casi di pre-morte.
Dovresti convenire, pur in un momento per te così triste, che la conoscenza (sull'aldilà) andrebbe considerata in una visione più globale ed unitaria dell'uomo nella sua tridimensionalità, che nulla toglierebbe nè impedirebbe, ma anzi imporrebbe ch'essa investisse ed affrontasse NON soltanto l'uomo corporeo, fisico, ma anche quello psichico ed altresì l'uomo spirituale. Ciò anche se ovviamente si debbano mutare gli strumenti le modalità di ricerca e di indagine, usando i mezzi più consoni a ciascuna dimensione, per cui, se necessario, alla "logica sensoriale", si sostituisca la "logica extrasensoriale", per esprimere un giudizio più libero di un più elevato "livello di coscienza".
Una forte stretta di mano
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Un caro saluto Volano.
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Ecco, queste sue parole mi risuonano tutti i santi giorni.
Un saluto
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Riporto uno stralcio del suo pensiero: "Vivendo in manicomio io credo d'aver scoperto che, oltre l'intelletto, c'è nell'uomo l'anima, e che nessuna malattia, nemmeno la più terribile, può arrivare ad incenerire l'anima. Non a caso, del resto, come si legge nei libri di psichiatria, e come io ho potuto constatare di persona, molti malati di mente, quando si avvicina per loro la morte, diventano quasi di colpo tranquilli, si liberano del carcere della propria follia, tornano sereni. Allora ritrovano anche il linguaggio perduto e chiedono per prima cosa di rivedere i parenti, di riannodar quei legami d'amore che parevano aver infranto per sempre. E tutto questo, da che cosa dipende se non dall'anima che riprende il suo dominio sul corpo ottenebrato dalla malattia?"
Fin qui M. Tobino
Confermo il cambiamento mentale citato da Tobino, ma anche fisico per quanto mi consta, avendo osservato di persona, che prima di morire molte persone con la mente devastata da patologie inguaribili o da deterioramenti senili, cambiano atteggiamento, seppur per pochi attimi, ritrovando una vigoria fisica perduta da tempo, al punto di sedersi sul letto, di parlare correttamente, allungando infine le braccia in avanti citando un parente, per gli astanti invisibile, giunto per accompagnarlo fuori da questa realtà.
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Già solamente con il tono di voce, non è monotona ma parla con differenti modulazioni. Odia l'ordine sociale, le o.gerarchie, non sottostà a niente e nessun.
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Parliamo di attitudini (animiche e non) completamente diverse. I manicomi non c'entrano nulla nel contesto. Volevo semplicemente far considerare l'errore che si configura quando si mettono davanti all'uomo una vista parziale a discapito della sua "equivalenza" spirituale. Non esiste solo una prospettiva espressiva, questo resta un punto di vista parziale, erroneo, come quello di chi, vedendo lontano un uomo, lo prenda per un tronco d'albero. E' come considerare la rappresentazione o lo spettacolo dello schermo cinematografico o televisivo, con tutte le sue sfumature, come fosse una realtà in sé sufficiente, senza considerare il PROIETTORE da cui proviene.
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Parliamo una lingua diversa. Non intendiamo la stessa cosa con la parola "anima". Quel che avevo da dire in questo contesto l'ho detto. Buona continuazione.
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Di norma queste persone che stanno vivendo un vero e proprio effetto pre-morte, si sentono come stordite, frastornate, ma NON impaurite, senza alcuna percezione del tempo, trasportati infine in piena luce fuori dal "tunnel". Una gran luce piena che però non ferisce i loro occhi, così come la mancanza di sensazioni che prima avevano nel corpo fisico. Trovano spesso difficoltà a raccontarsi, alcuni propendono quasi come fossero un pulviscolo, un atomo immersi in quella splendida luminosità irreale, mai vista così "brillante", come facessero parte di una luminosità "sonora", una fusione di luce sonora di cui fanno parte, luce e gioia infinita, immersi in colori indescrivibili ed ebrezza musicale…
Riportano che non avevano più bisogno di guardarsi attorno, perché la sonora musica iridata li penetrava in ogni parte del loro essere (che determinavano come non più fisico), in un'estasi di perfetta felicità, in un non tempo ma nell'infinito. Il loro ritorno nella materia, non è mai felice. Niente per loro sarà più come prima, tantopiù se nel loro vivido "viaggio" hanno avuto l'opportunità di dialogare con persone e conoscenti che non sapevano fossero morti. Che dire, esperienze molto simili per tanti "protagonisti" di pre-morte non possono a mio avviso essere relegate alle coincidenze o al caso, dal momento che alla base di ogni avvenimento esiste sempre un motivo, per quanto oscuro, nascosto o ignorato esso sia.
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Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Malgrado le osservazioni di critici ad oltranza (Polidoro, per dirne uno....), certe visioni dei moribondi si prestano, secondo il mio giudizio, ad essere inevitabilmente considerate indizi di ben altro, di un "quid" reale vicino a loro e da essi percepito effettivamente. Impressionanti, come dicevo, sono gli atteggiamenti di tanti morenti che tendono in avanti le braccia verso "qualcuno" pronunciando un nome, di una persona defunta che conoscevano quando questi era ancora in vita. Ancora più impressionante, anche se più raro, è quando una parte o tutti i presenti sembrano anch'essi scorgere un "qualcosa" più o meno distinto nei pressi del morente
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Non considerando affatto le innumerevoli prove documentate, addirittura di persone cieche fin dalla nascita che hanno descritto le tipologie di strumenti usati dai medici per rianimarli dopo un ECG e/o EEG piatti. "Morenti" in coma che non avrebbero mai potuto spostarsi dalla sala rianimazione, ma che erano in grado di descrivere frasi, volti e vestiari di persone presenti in altre stanze. Molti spiegano questo come "prove" di un distacco (temporaneo), di un "quid" o anima che dir si voglia che, come un terminale argentato che si dilunga in astrale dal corpo fisico. Il già citato Prof. Van Lommel ha a suo tempo dichiarato che casi del genere hanno avuto come prova le dichiarazioni di medici ed infermieri di un intero ospedale.
La LUCE INTENSA visualizzata dai testimoni di pre-morte, viene identificato per i cattolici come la presenza del proprio Dio. Ma è la stessa cosa per i buddisti, per i protestanti, gli indù, i shintoisti, i pai-marire (i Maori), ecc. Almeno così sembra dalle svariate centinaia di migliaia di NDE che si verificano nel mondo. Dagli studiosi, ma anche i semplici ricercatori, la sensazione di "cadere", sono sensazioni che vengono considerati tipici: il suono e il "sibilo" intenso, collegabili al momento che vede l'anima staccarsi dal corpo, la luce vivida emanata da un amore e da una compassione incredibili, con un susseguente (dopo il "ritorno") ragionamento che il fatto di "cadere" e non di salire verso l'alto, è tipico nella casistica di chi ha tentato il suicidio. è accertato che in questi casi è forte la sensazione di "scendere" e non di "salire".
Nelle persone che non sono riuscite a suicidarsi, acquistano la consapevolezza che non ripeteranno mai più quel gesto, con conseguente motivo di apprezzare di più la vita. E' molto importante questo, perchè coloro che esperimentano una NDE dopo un mancato suicidio, considerano il loro gesto un errore. Di più: molti dei "suicidi" hanno sperimentato le cosidette pene "infernali". Da questo si ricava che il "luogo" dove finiscono chi ha intentato un suicidio, non è affatto il conclamato "paradiso", ma qualcosa di simile a ciò che noi rapportiamo all'inferno.
Questo senza fare le pulci all'indottrinamento cattolico.
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Quando non si usano più gli occhi del corpo, ma quelli della mente, la prima cosa di cui ci avvede è che non esistono sorgenti di luce. La luce è ovunque e tutta della stessa gradazione. Non è brillante come raccontato, ma colpisce perchè non produce alcuna ombra, laddove la realtà in cui ci si muove è ancora quella del corpo da dove si esce.
Se da vivi ogni oggetto si manifesta riflettendo la luce che riceve, nel mondo "specchio" (come lo chiamo io) sono gli oggetti che emanano luce, sotto forma di energia vivente se di origine biologica, o sotto forma energia vibrante se materia non biologica.
Ad esempio un armadio ci appare nella forma che conosciamo, ma con tutte le parti lisce che si mostrano come micro-particelle fluttuanti e cangianti (forse gli stessi atomi) e con le linee di forma che invece appaiono scure come se l'energia venisse meno.
In pratica vediamo le forme delle cose come in un negativo, ma le parti libere sembrano muoversi nell'infinitamente piccolo.
Volendo sintetizzare, mentre da questa parte la luce ci consente di vedere le forme e i colori delle cose, con il nostro cervello che elabora la profondità di campo e la tridimensionalità, dall'altra parte vediamo le forme che si propongono direttamente come energia vibrante, fornendoci direttamente l'informazione che ce le fa comprendere interamente.
Difficile spiegarlo meglio. Bisogna andarci per capire.
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