Il cosiddetto “piano di pace” di Donald Trump, tanto lodato dai sostenitori del presidente americano (la Meloni lo ha definito “uno spiraglio di luce nel buio”) si sta mostrando al mondo per quello che era: un bluff basato sul nulla. Da parte sua, Hamas ha fatto sapere che mancano sia la tempistica precisa per il ritiro di Israele, sia le garanzie stesse che Israele si ritirerà. E’ quindi un piano vuoto, ben difficile per Hamas da accettare nei termini attuali. Netanyahu a sua volta si è premurato di far sapere che “senza il rilascio completo degli ostaggi” non inizierà ad implementare nemmeno uno dei 20 punti previsti. Che equivale a dire “non se ne fa nulla”.
A questo punto ci si domanda perchè Trump abbia voluto annunciare al mondo quello che lui ha addirittura definito con solennità “l’imminente soluzione di un problema millenario”. Perchè ha messo tutta questa fretta ad Hamas (“72 ore per accettarlo, altrimenti sarà l’inferno”), imponendogli in tempi strettissimi un piano impossibile da accettare? E perchè ha cercato di imporre a tutti i costi a Netanyahu un piano che lo stesso primo ministro di Israele non ha chiaramente nessuna voglia di implementare?
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
****************************************************************
Aggiornamenti in tempo reale - gli utenti possono commentare.
********************************************************************
Vedere Trump e Netanyahu insieme che parlavano al mondo è stato qualcosa di profondamente inquietante.
Bene o male sono due fra i leader più importanti del mondo, e il loro sodalizio d’acciaio disturba profondamente, perchè diffonde un senso di impotenza e di mancanza di giustizia eclatanti. Soprattutto, disturba la chiara disparità di intelligenza fra i due. Da un lato abbiamo un Netanyahu, astuto e cinico calcolatore, che sta già avanti di dieci mosse rispetto alla partita che viene giocata. Dall’altra abbiamo un bambino viziato cresciuto male, illuso di essere direttamente Figlio di Dio, che basta ammorbidire con lusinghe di tipo personale per ottenere da lui tutto ciò che si vuole. Quando senti Trump che dice “Spero tanto che mi diano il Nobel per la pace; se non me lo daranno, l’America sarà molto arrabbiata”, tu capisci che questo personaggio ha perso ogni possibile contatto con il mondo reale.
E quando si osserva il sorrisetto satanico con il quale Netanyahu gli dice “Le nostre nazioni spalla a spalla possono ottenere risultati impensabili”, e si vede Trump che socchiude gli occhi e annuisce come se fosse un complimento personale – mentre in realtà Netanyahu gli sta dicendo “ti tengo in pugno e ti faccio fare quello che voglio” – è qualcosa di decisamente inquietante.
Che cosa dice il diritto internazionale sul blocco navale di Israele.
di Fabrizio Poggi
Al Consiglio europeo in programma per la prossima settimana in Danimarca, i furfanti guerrafondai della UE si apprestano a discutere del cosiddetto “muro anti-droni” e del fantomatico “Eastern Flank Watch” per la «difesa del confine orientale», informa il Corriere della Sera del 27 settembre, riferendosi ovviamente, quando parla di “confine orientale”, a quello della NATO, che fa il paio coi cosiddetti “cieli della NATO”, entità, entrambe, che trascendono coordinate puramente geografiche, fluttuando in un malinteso spazio liberal-bellicista.
Tale “confine orientale”, dicono, sarebbe “presidiato” da diversi paesi tra quelli membri dell'alleanza di guerra. “Presidiato”, si dice; manca solo che si parli di “scolta a poppa” per le navi dell'Alleanza atlantica che incrociano nei mari a nord e a sud delle acque territoriali russe ed è fatta. I termini specifici, oltre che il linguaggio generale, sono ormai quelli più militaristi e a via Solferino si danno come “accertati” (da chi? come? quando?) origine, obiettivi, traiettorie degli «sconfinamenti da parte di droni e jet russi». Questo, quando lo stesso segretario NATO, Mark Rutte, dice non esserci alcuna chiarezza sulla questione.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
*****************************************************************
di Pierluigi Palazzi
Nato a Brescia nel '29 e morto nel 2020, è stato il contrastatissimo, contestato promotore del cosiddetto neoparmenidismo, definizione che in verità gli stava pure stretta, e cioè dell’eternità dell’ente. In linea ma anche in discontinuità col filosofo di Elea, Severino richiamava alla logica implacabile dell’eternità dell’essere già espressa appunto da Parmenide duemila anni fa: secondo l’eleate, dacché l’essere non può MAI trasformarsi nel proprio contrario, e non può finire o provenire dal nulla pena la coincidenza, assurda logicamente, tra essere e nulla, Parmenide concludeva che dunque l’essere fosse eterno. Assistendo però noi allo ‘’spettacolo’’ o al panorama del divenire altro/nulla degli enti, ne consegue necessariamente, aggiungeva sempre Parmenide, che il tutto fosse legato alla ''doxa'', cioè l’opinione ovvero l’illusione dacché il mondo dell’essere non può essere in nessun caso coinvolto/scalfito nel divenire. Ergo il divenir altro appunto a cui assistiamo, secondo Parmenide non può essere altro che doxa, errore...
Ed è qui che subentra, con una dose di scandalo che gli costò l’espulsione dalla Cattolica di Milano per incompatibilità del suo pensiero con la fede cristiana (motivo per cui fondò la facoltà di filosofia a Venezia), il pensiero di Severino che, ricollegandosi alla logica parmenidea dell’essere eterno, confuta però quello che parrebbe impossibile da smentire: cioè la certezza che assistiamo davvero al divenire delle cose.
E’ probabile che gli stessi organizzatori dell’operazione flottiglia, all’inizio, non avessero previsto quelle che sta succedendo, e quello che probabilmente succederà, nei prossimi giorni.
Inizialmente, devono aver pensato: “Facciamo una azione dimostrativa: arriviamo fino a Gaza, ci facciamo arrestare, e in questo modo attireremo l’attenzione del mondo sul genocidio in corso”.
Ma quello che sta succedendo è ben altro: ciò che non avevano previsto, infatti, è la stupidità di Israele che, invece di ignorarli fino all’ultimo momento, sta facendo di tutto per attirare l’attenzione del mondo sulla flotta in avvicinamento. Nel tentativo di scoraggiare i partecipanti ad avvicinarsi a Gaza, li stanno attaccando addirittura con i droni, quando ancora si trovano a centinaia di miglia dalla loro destinazione. Evidentemente questa flottiglia deve aver toccato un nervo scoperto in Israele, perchè in questo modo le prime pagine di mezzo mondo parlano già del problema, prima ancora che diventi tale.
C’è qualcosa di peggio di un primo ministro che si renda complice, con il suo prolungato silenzio (e con la vendita di armi allo stato criminale di Israele), del genocidio in corso a Gaza? Sì, c’è: è un primo ministro che, nonostante nella sostanza continui a restare complice, cerchi di salvarsi la faccia con una dichiarazione ipocrita e surreale: “Siamo disposti a riconoscere la Palestina, ma solo senza Hamas”.
Meloni sa benissimo che Hamas resterà ancora a lungo sulla scena, perchè è interesse dello stesso Netanyahu mantenerla in vita il più a lungo possibile. Quindi, la frase “riconoscere la Palestina, ma solo senza Hamas” equivale a nascondersi dietro ad una foglia di fico, per continuare a dire di no senza dover dire apertamente di no.
Leggi tutto: 7 OTTOBRE 2023: chi lo ha voluto?