Analizzando le foto "marziane", Corrado Malanga ha trovato delle anomalie grossolane (rottami, strumenti meccanici, un'intera "macchinina" volante, manipolazioni digitali), che la NASA riesce a spiegare solo coprendosi di ridicolo.
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AVVISO: la puntata di oggi di Bordernights non ci sarà. Riprendiamo la prossima settimana.
Ieri abbiamo pubblicato un video favorevole a Bitcoin. Oggi pubblichiamo un articolo che critica (in parte) quel video.
di Andrea Cavalleri (Stolypin)
Il video pubblicato su Luogocomune il 14 marzo, volto ad esaltare le magnifiche sorti e progressive del Bitcoin, contiene errori e confusioni abbastanza gravi non sull'essenza del Bitcoin (che l'autore conosce sicuramente meglio di me) ma sul concetto di moneta in generale.
Per questa ragione sento il bisogno di intervenire, correggendo gli errori e spostando i ragionamenti dai "binari morti" suggeriti dal video, a quelli che conducono a conclusioni significative.
Cominciamo dal fatto che la moneta sia un bene fiduciario.
Lo scorso 11 marzo ho partecipato alla “maratona live” per il 1° Giorno della Memoria dell’Olocausto Sanitario, organizzato da Massimo Citro sul canale 9mq. Nel mio intervento di 15 minuti ho cercato di riassumere quella che è la mia visione di insieme dell’operazione Covid, e di come questa si inserisca nel più ampio tentativo di condurre l’intera popolazione occidentale allo stato di schiavitù digitale.
Qui trovate il video completo, di circa 9 ore, con tutti gli interventi.
Con sette voti favorevoli e dodici contrari, il consiglio comunale di Milano ha negato la cittadinanza onoraria a Julian Assange.
Si sarebbe trattato di un gesto meramente simbolico, che però avrebbe avuto grande importanza, visto che siamo in attesa del verdetto dell’Alta Corte inglese sull’estradizione del giornalista australiano in USA.
Altre città italiane, come Roma o Napoli, avevano già assegnato ad Assange la cittadinanza onoraria. Ma evidentemente fra i consiglieri milanesi ci devono essere molti servi del potere americano, che hanno preferito negare il supporto ad Assange, pur di non fare un dispetto ai loro padroni.
Io non riesco a vedere altre spiegazioni per questo gesto miserevole. Se voi ne avete altre, sarò ben contento di ascoltarle.
Massimo Mazzucco
Diversi dipendenti palestinesi della UNRWA, rilasciati dopo una detenzione da parte di Israele, hanno raccontato di essere stato obbligati a mentire sulle presunte complicità dell’agenzia dell’ONU con Hamas, negli attacchi del 7 ottobre.
Come tutti ricorderanno, l’accusa di complicità negli attentati da parte di Israele era costata all’UNRWA la sospensione dei finanziamenti da parte di molti governi occidentali. Ebbene, non solo Israele non ha mai saputo fornire le prove di questa complicità, ma ora si scopre che alcuni suoi dipendenti, durante la prigionia, sono stati torturati, ricattati e obbligati a mentire su questo fatto.
Dall’articolo della Reuters leggiamo:
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Oggi luogocomune compie 20 anni.
Potrei mettermi a fare la cantilena del tipo “Abbiamo fatto di qui, abbiamo capito di là, siamo cresciuti così, siamo rimasti cosà, chi è passato, chi è rimasto, chi se n’è andato sbattendo la porta, e tutti quelli che verranno…. bla bla bla”.
Ma non lo farò. Non sono in vena di retorica. Luogocomune è, per ciascuno di noi, una cosa diversa, e va benissimo che sia così. Il semplice fatto che il sito sia ancora vivo e vegeto mi dice che la strada seguita è comunque quella giusta.
Mando un abbraccio sincero a tutti gli utenti, passati presenti e futuri.
Massimo Mazzucco
Un grazie a Matteo Gracis per aver ripubblicato questo meraviglioso discorso di Silvano Agosti.
di Riccardo Pizzirani
5 marzo 2024: la Repubblica Italiana vota a favore di entrare di fatto in guerra contro la Palestina. E lo fa con il massimo dell’ipocrisia possibile, cioè annunciando viceversa un’operazione militare semplicemente difensiva.
E cosa difendono, e dove? Le navi italiane sono forse nel porto di Napoli, o al largo di Venezia? No, sono nel Mar Rosso.
Abbiamo mandato le nostre navi da guerra ad intercettare i razzi che gli Houti sparano contro le navi che trasportano merci, armi e munizioni per Israele. Gli Houti lo hanno detto e ridetto, chiaramente: "non abbiamo preso di mira nessun paese al mondo tranne Israele. Continueremo a prendere di mira le navi israeliane dirette verso di loro fino alla fine dell’aggressione contro Gaza" E noi siamo lì, a difendere quelle navi, a proteggere il traffico d'armi verso Israele.
Ogni sabato ore 11.30
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