Ad un anno circa dagli attentati, la gloriosa Purdue University
dell'Indiana ha prestato il suo nome, e il suo fior di scienziati, alla
realizzazione di una simulazione al computer, in cui un Boeing 757
si schianta contro la facciata del Pentagono ma - diversamente da
tutti gli altri casi conosciuti - scompare senza praticamente lasciar
traccia.
L'esperimento fa parte del The
Pentagon Building Performance Report , uno studio sulla
solidità strutturale del Pentagono, affidato dal governo
americano alla
prestigiosa American Society of Civil Engineers’ (ASCE). Il gruppo di
studiosi che l'ha realizzato, guidato dal Prof.
Sozen, è
costituito da un "team of six of the
nation’s prominent structural, fire
protection and forensic engineers", una gruppo di sei fra i
più noti ingegneri americani specilizzati nei vari settori. Lo
studio è
stato annunciato il 10 Settembre 2002 dalla stessa
univerità, ed
è poi stato riportato dai media un pò dappertutto.Qui trovate la
pagina ufficiale dell'esperimento, da dove potete scaricare
anche l'animazione originale (3 MB). Noi ne abbiamo
tratto una
riduzione, che potete vedere
/scaricare qui (900 Kb,
gif animato).
E' in seguito a questo esperimento che si è poi diffusa la
voce, fra i difensori della versione ufficiale, che il Pentagono sia
"costruito con
materiali resistentissimi e robustissimi". Molto più cautamente,
il Pentagono
si limita a far sapere che l'edificio è costruito
su una fitta rete di colonne in sano
cemento armato. Eccone la disposizione, relativa alla sezione colpita
dall'aereo.
Come vedete, le colonne
segnate "mancanti"
indicano abbastanza chiaramente la traiettoria d'ingresso in
diagonale. A sinistra, nel grafico, c'è anche la sezione dei
muri esterni (outer wall) del Pentagono. Uno spessore di circa 60 cm
(24 inch) è composto da 25 cm. di cemento, 15 di mattone e 10 di
pietra (limestone). Niente di così spaventoso, in realtà.
Ma vediamo alcuni fotogrammi-guida della
simulazione fatta gli scienziati
della
Purdue, che vi invitiamo a guardare per intero.
Questo è uno dei primi fotogrammi, che riproduce il momento
dell'impatto dell'aereo contro la facciata.
Il muso sembra rimanere inizialmente intatto, nonostante il contatto
sia già avvenuto.
Dopo alcuni fotogrammi, vediamo
che il muso dell'aereo - la
parte più fragile in assoluto di tutta la struttura - sembra
aver perforato senza grossi problemi la facciata, al punto da
ritrovarsi relativamente integra nel momento in cui le ali stanno per
colpirla.
Una volta all'interno, le ali cominciano a "sfilacciarsi", man
mano che incocciano con le colonne in cemento armato, e disperdono
nell'ambiente il carico di gasolio (disegnato in aracione).
Mentre nel frattempo il muso
dell'aereo sembra o evitare fortunosamente tutte le colonne, oppure
resistere eroicamente al massacro, visto che fino a qui ha concesso
solo qualche sbucciatura qui e là.
Purtroppo il filmato si conclude
all'improvviso, poco dopo il fotogramma che vedete
accanto.
Non ci viene detto quindi che cosa accada di preciso all'aereo da
questo punto in poi.
Purtroppo gli scienziati di Purdue si sono
completamente dimenticati che i Boeing 757 portano due grossi motori
sotto le
ali. Oppure possiamo supporre, visto che nell'animazione non compaiono
del tutto, che questi siano rimasti direttamente all'esterno
dell'edificio,
polverizzandosi contro la parete.
D'altronde, bisogna riconoscere che questa
"dimenticanza" è l'unico modo per non contraddire troppo
apertamente ciò che risulta dalle foto di
Ingersoll, e cioè un unico foro d'entrata
visibile sulla parete dell'edificio.
Avremmo quindi, nel rigoroso
studio
scientifico commissionato ed approvato dal governo stesso, un'ala che
penetra la parete a sufficienza
da trasportare all'interno il combustibile, mentre i
due motori Pratt & Whitney - 4 tonnellate supercompatte di acciaio,
e
notoriamente la parte più solida in assoluto di ogni aereo - che
evaporano
al solo contatto con la facciata. Mentre la
cabina di
pilotaggio, la cui solidità è comparabile alla punta di
un uovo bollito, l'avrebbe perforata con grande facilità,
continuando a penetrare al suo interno addirittura oltre la conclusione
del filmato.
Ecco invece, dal mondo reale, le conseguenze che ha subito
un
aereo dello stesso tipo, dopo essere arrivato un
pò "lungo" in atterraggio. Il muretto che ha abbattuto è
un semplice strato di mattoni in terracotta, e l'impatto deve essere
avvenuto a velocità minima, visto che l'aereo si è
fermato
praticamente subito.
Ma sospendiamo momentaneamente il discorso sulla simulazione Purdue,
poichè scopriremo più avanti come il
percorso di quella cabina non si sia affatto
limitato al tragitto descritto nella simulazione. Per quanto possa apparire, infatti, i veri
problemi per la versione ufficiale non sono ancora cominciati.
***
Vediamo ora un altro inspiegabile paradosso, sia tecnico che logico,
nella pagina "Il grande errore di Hani
Hanjour".