Alle 9 del
mattino,
quando la prima torre era in fiamme, e la seconda
stava per essere colpita, il capo della CIA , George Tenet, era a
colazione con l'ex-senatore David Boren. E' stato lo stesso Boren a
raccontare in seguito come
Tenet abbia avuto la notiza da un suo assistente, che si è
avvicinato
al tavolo e gli ha passato un bigliettino. Tenet lo ha letto, e
ha
detto a Boren: "The World Trade Center has just been attacked". Poi ha
aggiunto: "This has bin Laden's fingerprints all over it". (Il
World Ttrade Center è
appena stato attaccato. Questa puzza di bin Laden lontano un miglio).
Qualcuno ha notato
come in quel momento tutti pensassero ancora che si
fosse trattato di un semplice incidente (ripetiamo, la seconda torre
non era ancora stata colpita), mentre Tenet ha curiosamente usato il
termine attacked, che non offre interpretazioni alternative: significa
attaccato, nel senso di aggredito, e basta. (Attached è invece
"attaccato" in senso di incollato, o allegato). Altrettanto curiosa
è la
precocità elaborativa di Tenet: per quanto il direttore
della CIA debba avere sempre un paio di informazioni più di noi,
su quel bigliettino non
poteva esserci certo di più di quello che tutti sapevano
in quel
momento.
Sempre
Tenet, alle 2 del
pomeriggio, ha telefonato a Bush, dicendosi
"virtualmente sicuro" che si trattasse di bin Laden,
poichè aveva notato sulle liste passeggeri tre nomi di sospetti
operativi
di al-Queda. Tenet ha poi detto alla stampa di considerare Al-Queda
"l'unica organizzazione terroristica al mondo in grado di portare a
termine un'operazione del genere". Nonostante il fatto che la
sera stessa bin Laden abbia fatto sapere al mondo che secondo lui
un'operazione cosi complessa può essere portata a termine
solo dai servizi segreti di una qualche nazione, il giorno dopo la voce
che il colpevole fosse lui aveva già fatto il giro del mondo. A
quel punto entrava in scena Robert Mueller, il nuovo direttore dell'FBI
che Bush aveva nominato solo qualche settimana prima.
L' FBI conferma
Nonostante
il fatto che nei mesi successivi il Ministero degli Interni,
accusato di aver permesso con troppa facilità l'ingresso in
America ai
dirottatori, si sia difeso dicendo che almeno la metà di loro
erano del
tutto sconosciuti alle autorità, all'alba del 14 Settembre - a
sole 48
ore dagli attentati - il direttore dell'FBI
Mueller ha consegnato alla stampa mondiale la lista completa dei 19
dirottatori, completa di cittadinanza, età, indirizzi e alias
conosciuti, ed una fotografia per ciascuno. In alcuni casi, anche
due. E' stato inevitabile ripensare al pomeriggio del 22 Novembre 1963,
quando l'allora direttore dell'FBI , Edgar J. Hoover, consegnava alla
stampa la scheda completa di Lee Harvey Oswald - arrestato solo un'ora
prima in un teatro a Dallas - con tanto di passato da ex-comunista in
Russia, perquanto il suo nome non figurasse nemmeno nella lista dei
1000
ricercati più pericolosi del mondo dalla stessa FBI.
Ecco la lista ufficiale dei dirottatori fornita dall'FBI il 14
Settembre 2001:
IL MISTERO DELLE LISTE PASSEGGERI
Nel sub-menu di questa pagina trovi le liste passeggeri, rese
pubbliche da Associated Press e CNN dopo i disastri. Non vi compare nessun nome arabo. Vi
sono anche altre anomalie molto difficili da spiegare.
La stessa FBI in
seguito ha pubblicato, sul suo sito internet, la dicitura che "ad oggi
c'è
ancora qualche dubbio sull' effettiva identità di tutti gli
attentatori."
In realtà, il dubbio
rimane su come
sia stato possibile individuare anche uno soltanto di quei 19 nomi.
Teniamo presente che già da qualche tempo gli imbarchi agli
aeroporti americani prevedevano la verifica dell'identità per
ciascun passeggero, e la sua corrispondenza col nome che compare sul
biglietto. Ora, se dirottatori si sono
imbarcati col
vero nome, non si spiega perchè non risultino nelle liste
passeggeri. Se si sono invece imbarcati con nome falso, bisogna
spiegare come può aver fatto chiunque a capire chi fossero. Al
massimo, in quel caso, si può arrivare a
concludere che
un certo "John Anderson" non esiste, perchè magari dopo un
pò nessun
parente si fa vivo, ma da lì a capire che quello si chiamava
Mustafà, ce
ne passa!
C'è poi un secondo problema, all'interno di questo, che sembra
addirittura insormontabile: a parte i nomi, come ha fatto Mueller a procurarsi
così velocemente tutte le fotografie dei 19 attentatori, in
certi casi addirittura 2 per ciascuno?
Solo se questi fossero stati tutti schedati in precedenza, ciò
sarebbe stato possibile. Ma questa ipotesi è smentita dalle
successive dichiarazioni - come già detto sopra - del Ministero
degli Interni (State Department), per il quale metà almeno di
costoro risultavano
del tutto sconosciuti al momento degli attentati.
Infine, di fronte al montante scetticismo dei media sui nomi dei
dirottatori, l'FBInon ha mai pensato di mostrare al
mondo i video dell'imbarco dei dirottatori (oltre a quello di
Attà e Alomari a Portland), che
non possono non
esistere. Con il blocco totale dei voli, e con lo stato di
emergenza nazionale che ne è conseguito, nessuno avrà
certo pensato
di buttare via le cassette degli imbarchi di quella mattina. Non solo
di Boston,
Dulles e Newark, da dove sarebbero partiti i vari terroristi, ma anche
di tutti gli altri aeroporti americani.
Perchè l'FBI, che
è pubblicamente sospettata di aver prodotto una lista fasulla,
non mostra le immagini degli imbarchi dei terroristi? Mentre continua
instancabilmente a mostrare solo quella di Attà e Alomari a
Portland?
***
IN CONCLUSIONE: La
lista dei
dirottatori fornita da Mueller è decisamente improbabile, non
ha mai trovato il minimo riscontro nella realtà dei fatti, e
rimane quindi un'ombra fra le più pesanti e significative
dell'intera versione ufficiale. Su di essa infatti si è
costruito in seguito una campagna di guerra internazionale - che fra
l'altro ci ha
visto coinvolti direttamente - che ha portato un numero di vittime
almeno dieci volte superiore a quello degli attentati stessi.